In occasione dell’80° anniversario della Liberazione nazifascista, il Comune di Verona, dal 25 marzo al 5 maggio, apre le porte della Sala Falcone Borsellino, all’interno del Palazzo Barbieri, per accogliere la mostra intitolata: “Dalle macerie alla rinascita”. Si tratta di un’iniziativa culturale che, attraverso immagini d’epoca e documenti inediti messi a disposizione dall’Archivio generale del Comune di Verona, racconta il drammatico passaggio dalla distruzione alla rinascita della nostra città, allo scopo di ricordare il coraggio e la resilienza di Verona che ha saputo ricostruirsi dopo le devastazioni della guerra.

Tema portante della mostra è il “Piano di ricostruzione della città” a firma dell’ingegnere veronese Plinio Marconi, che, dopo essersi iscritto nel 1910 alla facoltà del Politecnico di Torino, si è laureato a Roma in ingegneria edile e assieme all’ingegner Giovannoni, suo professore d’università, ha iniziato a progettare le prime case popolari nel quartiere della Garbatella.  

Fonte immagine: https://historicalegio.blogspot.com/2013/12/bombe-su-verona.htm

Un viaggio emozionante

La mostra si presenta come un viaggio emozionante nel tempo: le fotografie e i documenti esposti tracciano il difficile cammino di ricostruzione e di rinascita urbana, mettendo in luce gli sforzi collettivi della comunità veronese. Le immagini, selezionate con cura dagli archivisti del Comune, raccontano la storia di un periodo in cui le macerie non erano solo il simbolo di distruzione, ma anche la base su cui si è edificata una nuova identità cittadina.

L’esposizione offre così una testimonianza visiva della speranza e della determinazione che hanno caratterizzato quegli anni difficili la nostra città che, nel periodo tra il 1940 e il ’45, è stata ridotta in un cumolo di macerie da almeno 63 forti bombardamenti. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia, ma soprattutto dopo l’Armistizio dell’8 settembre del 1943, Verona è stata presa di mira dagli alleati, per cui l’Amministrazione comunale ha dovuto organizzare gli sfollamenti dei cittadini, gli allarmi, la protezione del patrimonio artistico e scientifico e il reperimento dei rifugi per la popolazione.

I rifugi, circa una sessantina, furono ricavati nelle cantine delle abitazioni, nei cunicoli delle mura austriache, nelle grotte delle colline e vennero contrassegnati dalla lettera “R” maiuscola nera su fondo bianco. “In quel periodo”, scrive l’Assessore alla Memoria storica Jacopo Buffolo nella prefazione dell’opuscolo messo a disposizione dei visitatori della mostra, “la nuova Amministrazione comunale, guidata dall’allora sindaco socialista Aldo Fedeli, si trovò a fronteggiare le enormi sfide legate alla ricostruzione della città e dei suoi ponti. Ancora oggi alcuni Rifugi antiaerei segnati sui palazzi del centro storico testimoniano la difficile quotidianità vissuta in quegli anni”.

Fonte immagine: https://historicalegio.blogspot.com/2013/12/bombe-su-verona.html

Un contesto commemorativo di grande rilevanza

In un’epoca in cui la memoria storica rischia di essere trascurata, l’iniziativa del Comune di Verona, col suo progetto espositivo, si inserisce in un contesto commemorativo di grande rilevanza, assumendone una duplice funzione: da un lato preservare e trasmettere il ricordo di un passato segnato da conflitti e sofferenze, dall’altro fungere da strumento di ispirazione per le nuove generazioni, che possono apprendere i valori della resilienza, della solidarietà e della capacità di rinascita.

La mostra “Dalle macerie alla rinascita” è anche un omaggio a tutte le persone che, con il loro impegno quotidiano, hanno contribuito a ricostruire non solo le strutture fisiche della città, ma anche il tessuto sociale e culturale di Verona. Per organizzare questa mostra, archivisti, storici e operatori culturali hanno collaborato per selezionare e contestualizzare un patrimonio documentale ricco di significato, trasformando i documenti d’archivio in una narrazione emozionante e partecipativa. Questo tributo alla memoria si fa portavoce di un messaggio universale: “anche nei momenti più bui, la forza collettiva e il desiderio di riscatto possono dare vita a un futuro luminoso”.

Fasi di ricostruzione di Castelvecchio. Fonte www.imotidellarte.it

L’apertura della mostra rappresenta, dunque, un’occasione imperdibile per immergersi in una narrazione visiva che parla di rinascita e speranza, confermando come il dialogo tra passato e presente sia fondamentale per costruire un futuro radicato nella memoria e nei valori della nostra storia.

Si invitano, pertanto i cittadini veronesi e in particolare le scolaresche a visitarla allo scopo di conoscere ciò che la nostra città ha vissuto in passato non ancora così lontano, affinché pace, democrazia e libertà continuino ad essere valori non negoziabili.

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