Il 19 marzo scorso più di quaranta persone hanno partecipato a un incontro informativo, solidale e conviviale molto particolare promosso dal Movimento Federalista Europeo della Valpolicella per sostenere l’associazione veronese Malve di Ucraina e contribuire a diffondere conoscenza sulla storica protesta civile di piazza Maidan a Kyiv, nota come Euromaidan.
Un appuntamento che merita di essere raccontato perché il benefico effetto che La notte ucraina ha prodotto sui partecipanti possa estendersi anche a chi legge.

Il programma della serata prevedeva una conferenza della professoressa di filosofia politica Olivia Guaraldo dell’Università di Verona sul libro The Ukrainian night di Marci Shore e, a seguire, una cena tradizionale ucraina preparata da un gruppo di donne ucraine volontarie che vivono tra Verona e la provincia, alcune da più di un decennio, altre arrivate qui a seguito dell’invasione russa.

Una volta arrivate alla Baita delle associazioni di Pedemonte, le persone che hanno aderito all’invito – tra cui la sottoscritta – si sono trovate davanti un ambiente famigliare con tavoli apparecchiati e cucina a vista dove le cuoche erano all’opera già da ore per preparare tutti i piatti tipici. Colori e profumi invitanti e inconsueti hanno riempito l’ambiente e, in questa accogliente situazione, si è dato inizio alla conferenza sulla “rivoluzione della dignità ucraina” chiamata Euromaidan attraverso la testimonianza di Marina Sorina dell’Associazione Malve di Ucraina, seguita dalla presentazione del libro La notte ucraina. Storie da una rivoluzione, a cura della docente universitaria Olivia Guaraldo. La professoressa è anche la traduttrice in italiano del libro ‘La notte ucraina. Storie da una rivoluzione’ che uscirà a brevissimo per l’editore Castelvecchi.

Il capitolo cruciale della storia ucraina segnato dalla rivoluzione popolare di  piazza Maidan a Kyiv a favore dell’ingresso in Europa, dal novembre 2013 al febbraio 2014,  non è stato purtroppo divulgato dai media italiani quanto sarebbe servito per comprendere meglio anche la drammatica attualità. Per questo ogni iniziativa di divulgazione è apprezzabile per una maggiore capacità di comprensione della realtà.  

Piazza Maidan – Kiev

Quell’evento vide la partecipazione di un milione di persone che presidiarono per mesi la piazza, nonostante il rigore dell’inverno e le difficoltà logistiche, per protestare contro la decisione dell’allora presidente Viktor Yanukovych di sospendere l’accordo di associazione con l’Unione Europea, per chiedere riforme democratiche e una maggiore integrazione con l’Occidente. La repressione violenta delle proteste da parte delle forze di sicurezza governative provocò un centinaia di morti ma la lotta culminò con la cacciata di Yanukovych e segnò un punto di svolta nella storia dell’Ucraina e nelle sue relazioni con la Russia e l’Occidente.

Questi i fatti. Ma a noi sono arrivate anche emozioni, immagini vivide e persino odori grazie alla testimonianza appassionata di chi in quella piazza c’era davvero – la testimone diretta Marina Sorina di Malve Ucraina – e grazie allo sforzo interpretativo sul senso profondo degli eventi da parte della professoressa Guaraldo. Ampi stralci dal libro di Shore sono stati letti prima che iniziasse la cena con le sue quattro portate: come antipasto, vinegret, patisson, crostini alla crema di lardo, seguiti da borsch come primo, e poi vareniki, holubtsy e nalisniki, – accompagnate da un nettare divino di frutti di bosco, vini e distillati a completare un’esperienza enogastronomica sensoriale indimenticabile.

Così abbiamo provato a capire meglio che in quei mesi di un decennio fa è avvenuta “una trasformazione dell’anima di quelle persone”, per usare le parole di Marci Shore. Persone anche diversissime tra loro che si ritrovarono unite e solidali come mai prima per vivere, fino all’estremo sacrificio, se necessario, un sogno di libertà, giustizia e democrazia compiuta all’interno della casa Europa. In quei giorni e in quelle lunghe notti gelide, era sparita persino la paura di morire, davanti alle violente repressioni, perché ci si sentiva parte di qualcosa di grande dove l’individuo si mette al servizio della collettività (“qualcosa ti dice che questa esperienza di così grande solidarietà umana è più importante del valore della tua vita individuale”).

Quella piazza plurale, con differenze ideologiche e politiche reali, ad esempio tra esponenti di sinistra, liberali ed estremisti della destra nazionalista, sono state lo specchio della pluralità della società europea, così come de suo stesso parlamento. Rappresentò la nascita del “patriottismo civico ucraino”.

Proprio come nella recente e affollata piazza italiana dell’orgoglio europeo a Roma – la manifestazione promossa da alcuni sindaci a partire dall’appello di Michele Serra – la diversità di opinioni può diventare una ricchezza, purché venga subordinata a un’urgenza di valori condivisi.
Forse potrebbe aver rappresentato l’inizio di un “patriottismo civico europeo” (speranza di chi scrive).

Chiudiamo gli occhi e immaginiamo una folla immensa, composta da centinaia di migliaia di persone di generazioni ed estrazioni sociali diverse: “esperti di IT di Dnipropetrovsk accanto a un pastore Hutsul, un matematico di Odessa e un imprenditore di Kyiv, un traduttore di Lviv e un contadino tataro della Crimea”. Una comunità organizzata con tende e cucine da campo, spazi per far studiare i giovani, giocare i bambini, cantare e fare musica. Una biblioteca e una libera università improvvisata, grandi calderoni per accendere fuochi e scaldarsi, ruoli autoassegnati per garantire ordine e igiene. E un grido corale, uno slogan ripetuto senza sosta: “Slava Ukraini – heroyam slava!” (“Gloria all’Ucraina – gloria agli eroi!”), reinterpretato in chiave anti-imperialista e anti-sovietica. Un’atmosfera intrisa di spirito di resistenza, che ha sfidato ogni limite, fino a quando la violenza del potere ha travolto le ultime barricate di neve e oltraggiato la storia.

Guaraldo ha offerto riflessioni illuminanti di natura sociologica e filosofica, esaminando le peculiarità dei totalitarismi in generale e di quello russo in particolare. Tra le opere e i riferimenti da considerare, emergono i classici fondamentali come Hannah Arendt con Le origini del totalitarismo e La rivoluzione ungherese e l’imperialismo totalitario, le indagini di Masha Gessen in Il futuro è storia (Palermo, Sellerio 2019), che analizzano le trasformazioni della Russia dal crollo dell’Unione Sovietica fino al regime di Vladimir Putin, e lo studio dell’homo sovieticus. È stato inoltre citato il tema della primavera araba attraverso l’opera di Ahdaf Soueif, Cairo, my city, our revolution.

La serata dedicata all’Ucraina ci ha profondamente toccato, coinvolgendo i nostri sensi e il nostro cuore. È stata un’esperienza ricca di significato e umanità. Un sincero ringraziamento va alle straordinarie donne Halyna, Hanna, Iryna, Liuba, Olena, Tetiana e Zoya, che hanno cucinato per noi e condiviso le loro storie personali, permettendoci di percepire l’angoscia che le accompagna quotidianamente per i familiari al fronte o in fuga.

La raccolta fondi per Malve di Ucraina ha superato ogni aspettativa e sarà destinata all’acquisto di beni di prima necessità, medicinali, indumenti caldi e calzature per le zone vicine al fronte, dove il bisogno è più urgente. Durante la serata ci è stata presentata una testimonianza video dettagliata sulle attività di aiuto, accompagnata da un intervento di Svitlana Zhuravel, volontaria delle Malve di Ucraina.

Chiunque volesse sostenere l’associazione Malve di Ucraina può consultare il sito «Malve di Ucraina» associazione di volontariato — Головна італійська  o seguirne le attività su Facebook.  

Simona Geroldi – Movimento Federalista Europeo Valpolicella

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