“A Verona potrebbe nascere un governo di grande centro contro le destre”
Intervista all'Assessore all'Arredo Urbano del Comune di Verona Federico Benini: "Buche a Verona? Stiamo intervenendo a tappeto su tutte le strade"

Intervista all'Assessore all'Arredo Urbano del Comune di Verona Federico Benini: "Buche a Verona? Stiamo intervenendo a tappeto su tutte le strade"
Le piogge delle ultime settimane hanno contribuito a rovinare in maniera importante le strade della città (stiamo parlando di più di 1.100 km), ma l’Assessore all’Arredo Urbano, Strade e Giardini Federico Benini è consapevole che si è appena aperta per Verona una stagione di lavori a dir poco decisiva. Giunti a metà del mandato, facciamo con lui un bilancio di quanto fatto fino ad ora e di quanto potrà accadere nei prossimi mesi.
Assessore Benini, siamo a metà del mandato di questa amministrazione. Verona è cambiata molto in questi due anni e mezzo, specialmente per quanto riguarda la sistemazione delle strade. A che punto siamo e quanti interventi sono già stati realizzati?
«Abbiamo fatto un lavoro importante, sia dal punto di vista operativo che economico. Abbiamo stanziato mediamente tra due e due volte e mezzo le risorse che venivano investite in passato. Il vero nodo è stato il cambiamento del Codice degli Appalti e una serie di procedure burocratiche che hanno ritardato l’avvio di alcuni lavori. Tuttavia, questo mese siamo partiti con gli interventi finanziati con il bilancio 2023. Parliamo di una cifra intorno ai 10 milioni di euro per il 2024, considerando anche i fondi messi dalle partecipate per i ripristini. Abbiamo anche introdotto un nuovo criterio di distribuzione delle risorse tra le circoscrizioni, basato su quattro parametri oggettivi: popolazione, lunghezza delle strade, stato di usura e necessità d’intervento. Questo ci ha permesso di distribuire in modo più equo i fondi, evitando che territori con esigenze diverse ricevessero lo stesso stanziamento.»
Quali circoscrizioni ne hanno beneficiato di più e quali, invece, hanno ricevuto meno fondi rispetto al passato?
«Le circoscrizioni che hanno avuto più fondi rispetto alla media degli anni passati sono la Prima, la Seconda, Terza, Quinta e Ottava. Al contrario la Quarta, la Sesta e la Settima, pur avendo avuto meno fondi rispetto alle altre, hanno comunque ricevuto più fondi che negli altri precedenti. Zone come San Michele, Borgo Venezia e Porto San Pancrazio hanno visto un aumento delle risorse.
Abbiamo compensato con investimenti mirati su viali alberati e sul verde urbano, come i lavori nel parco di Villa Pollini o l’apertura dell’Anagrafe in Settima Circoscrizione.»
Passando ai lavori stradali, c’è chi accusa l’amministrazione di aver trasformato la città in una “gruviera”. Cosa risponde a questa critica?
«Questa critica parte da un presupposto sbagliato. Le strade che oggi sono in cattive condizioni lo sono perché non vengono sistemate da almeno sei o sette anni. Se oggi qualcuno fa una foto a una buca, in realtà sta documentando una mancata manutenzione degli anni passati, non un problema creato da questa amministrazione. Noi stiamo intervenendo con un piano straordinario e massiccio di asfaltature, che inevitabilmente porta a cantieri e disagi temporanei. A breve partiranno quattro nuovi appalti, con quattro aziende che lavoreranno in parallelo per accelerare il processo. In questi mesi abbiamo già completato interventi importanti in Quarta e Quinta Circoscrizione e ora toccherà a Terza, Prima, Sesta e Settima.»
Ci può spiegare meglio come funzionano gli interventi sui ripristini stradali dopo i lavori sui sottoservizi?
«Esistono diversi tipi di scavi: quelli di tipo “C” sono interventi importanti che coinvolgono intere strade e necessitano di una riasfaltatura completa. Poi ci sono scavi più piccoli e puntuali, dove le aziende che operano sui sottoservizi lasciano ripristini provvisori che dovrebbero diventare definitivi entro sei mesi. In passato molti di questi interventi non venivano completati, generando il fenomeno delle “toppe” che vediamo oggi sulle strade. Abbiamo fatto un censimento e recuperato milioni di euro da crediti pregressi, permettendoci di finanziare lavori di ripristino.»
Oltre alle strade, un altro settore di sua competenza è il verde pubblico. Quali sono le strategie per migliorare il patrimonio arboreo della città?
«Abbiamo lavorato su più fronti. Innanzitutto, abbiamo adottato una strategia trasparente per la gestione delle alberature. Quando una pianta viene abbattuta perché malata o compromessa, informiamo la cittadinanza con cartelli e un QR code che rimanda alla perizia tecnica. Inoltre, garantiamo la sostituzione immediata con nuovi alberi, come avvenuto di recente in via Centro e in corso Porta Palio. Questo metodo ha ridotto le proteste perché la cittadinanza capisce il motivo degli interventi. Parallelamente, abbiamo avviato un piano di riforestazione urbana attraverso sponsorizzazioni private: grazie a questo modello, abbiamo raddoppiato le risorse per il verde senza gravare sul bilancio comunale. Questo ha permesso di realizzare nuove aree verdi come quelle di Borgo Roma, Forte Gisella e Santa Caterina.»
Quando vedremo i primi risultati tangibili di questi interventi su strade e verde urbano?
«Alcuni risultati sono già visibili, ma il grosso del cambiamento si vedrà nei prossimi mesi. Con l’arrivo della primavera, partiranno i lavori in contemporanea su più quartieri e gli operatori comunali assunti per la manutenzione del centro storico saranno pienamente operativi. Entro un anno, Verona avrà strade più sicure e un patrimonio verde più curato e rigenerato. È un lavoro impegnativo, ma siamo sulla strada giusta.»
Parliamo ancora di verde pubblico e sensibilizzazione ambientale. Ha menzionato i sacchi per la conservazione dell’acqua intorno agli alberi. Ci puoi spiegare meglio questa iniziativa?
«Abbiamo acquistato 300 sacchi da collocare intorno agli alberi appena piantati. Questi dispositivi trattengono l’acqua e la rilasciano gradualmente, aiutando le piante a sopravvivere nei periodi di siccità. Ne abbiamo già distribuiti in diversi punti della città e il nostro obiettivo è estendere l’iniziativa alle circoscrizioni, soprattutto dove sono stati messi a dimora nuovi alberi.»
Ci sono altre iniziative per la valorizzazione del verde urbano?
«Sì, portiamo avanti anche azioni di sensibilizzazione, come la campagna sugli alberi di Natale: invece di comprarne uno vero e poi buttarlo, invitiamo i cittadini a donarlo al Comune, in modo che possa essere ripiantato. Poi stiamo lavorando ai “punti fioriti” sui ponti: dopo Ponte Catena, abbiamo in programma di intervenire su Ponte Garibaldi e Risorgimento, compatibilmente con i vincoli paesaggistici. Inoltre, a breve inizieremo un intervento importante sul Canale Camuzzoni, rifacendo completamente i parapetti e inserendo elementi floreali in tutta l’area.»
C’è un’importante novità in arrivo che riguarda anche l’aspetto statistico e dei prezzi…
«Stiamo per pubblicare un’analisi innovativa sul prezzo dei beni agroalimentari a Verona. Saremo il primo Comune d’Italia a rendere pubblico il divario tra il prezzo all’ingrosso e quello finale al consumatore. Questo studio farà emergere eventuali fenomeni speculativi nella grande distribuzione e sicuramente creerà discussione. Per noi è un modo concreto per portare trasparenza e dare ai cittadini strumenti per capire come funzionano certi meccanismi economici.»
Allarghiamo lo sguardo alla politica nazionale e internazionale. Sta diventando sempre più importante riuscire a creare un fronte comune contro le destre estreme, che stanno prendendo sempre più piede in molti luoghi del mondo. Nel nostro piccolo che a Verona sia possibile creare una coalizione ampia, che includa anche forze più moderate e centriste, come Forza Italia?
«A livello nazionale vediamo una destra sempre più radicale, con figure come Vannacci e La Russa, e dichiarazioni preoccupanti sul futuro dell’Europa. In questo contesto, dobbiamo chiederci se sia ancora possibile ragionare con le vecchie logiche di alleanze rigide. A Verona Tommasi ha dimostrato che si può creare una coalizione ampia e pragmatica. Io penso che oggi serva un fronte democratico, popolare e riformista, che unisca tutte le forze che non si riconoscono in questa destra estrema e attorno all’attuale sindaco potrebbe nascere un grande fronte comune, una federazione di forze unite e coese. Non avrebbe senso escludere a priori chi condivide valori europeisti e istituzionali.»
Non si rischia, però, di perdere in questo modo il contatto con l’ala più progressista della coalizione?
«Chiunque abbia una visione realistica della politica oggi sa che il vero pericolo è rappresentato da questa destra estrema. Se l’obiettivo è difendere un modello di società aperto, europeista e democratico, allora bisogna costruire alleanze intelligenti e pragmatiche. E non sarebbe la prima volta: il PD ha già governato con Forza Italia, con Monti, con Draghi. Non capisco perché a livello nazionale questo sia accettato, mentre a livello locale diventa un tabù.»
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