Negli ultimi anni, e soprattutto dall’omicidio Cecchettin, si sente parlare con una maggiore costanza della violenza sulle donne. Secondo l’Istat nello scorso anno si è visto un aumento considerevole delle telefonate al numero 1522 (il numero di pubblica utilità dedicato alle donne in cerca d’aiuto): nell’estate 2024 la quantità di chiamate ricevute è stata del 37,3% in più rispetto allo stesso periodo nel 2023.

Tra le informazioni che vengono maggiormente richieste ci sono quelle che riguardano i servizi offerti, i chiarimenti sugli strumenti normativi a tutela delle vittime di violenza e le informazioni sui centri antiviolenza. Essendo la casa il luogo in cui si consumano la maggior parte delle violenze (72%), molte delle vittime hanno dichiarato che i loro figli erano presenti durante la violenza (32,5% dei casi). Provenire da un contesto di violenza, soprattutto se prolungata, può portare a non riconoscerla e ad aver maggiore timore di allontanarsi o chiedere aiuto, per questo motivo creare reti di supporto e di informazione è fondamentale.

Università, uno sportello per dare risposte alla violenza fisica e psicologica

Da sinistra, il rettore Pierfrancesco Nocini, Alessandra Cordiano, referente del rettore alla Sostenibilità sociale, il sindaco Damiano Tommasi e l’assessora alla Parità di genere Barbara Bissoli.

Dal 13 marzo scorso è attivo all’Università degli Studi di Verona lo Sportello Antiviolenza: un luogo di accoglienza privata e anonima che permette alle ragazze e donne che sono vittima di violenza fisica e psicologica di ricevere informazioni e supporto immediato. Situato a Palazzo Giuliari, lo sportello è gestito dal Centro antiviolenza Petra (Pratiche Esperienze Teorie Relazioni Antiviolenza) del Comune che, a detta dell’assessora alla parità di genere Barbara Bissoli, «in questi ultimi anni ha ricevuto un numero sempre maggiore di richieste di ascolto: sono stati 2.383 i colloqui effettuati nel 2024. Aumenta la sensibilità al fenomeno e quindi la richiesta di aiuto».

La necessità di avere un punto di riferimento in un luogo pubblico in università era quindi alta e secondo il sindaco Damiano Tommasi «si tratta di porre le basi per una cultura di rispetto reciproco investendo, ascoltando, modulando le nostre disponibilità e la nostra offerta».

Aumentano gli sportelli negli atenei

L’utilità di questi sportelli è già stata confermata da diverse esperienze, come quella dell’Università di Bologna. Lo Sportello universitario contro la violenza di genere è infatti attivo dal 2022, insieme a quello del Campus di Forlì e a quello del Campus di Ravenna, dedicato alla discriminazione Lgbtqia+.

Oltre al supporto fisico, l’obiettivo principale è quello di sensibilizzare tutta la comunità universitaria sulle violenze perpetrate all’interno del luogo di studio: sul Magazine di Unibo si pubblicizzano domande come “Ti segue o ti controlla il telefono?”, “Hai ricevuto commenti o allusioni a sfondo sessuale?” e anche “Sono state diffuse tue immagini intime senza il tuo consenso?”.  Lo sportello di Bologna è gestito dalla Casa delle Donne, un’istituzione cittadina femminista che dal 1990 lavora sul territorio fornendo supporto e case rifugio.

Lo scorso dicembre anche gli atenei di Trento, di Venezia Ca’ Foscari e Iuav hanno aperto un servizio di prevenzione, con attività di ascolto, sostegno e sensibilizzazione alle studentesse e studenti, al personale docente e al personale dipendente degli atenei. L’iniziativa veneta fa seguito fa seguito allo stanziamento da parte della Regione di 50mila euro per l’apertura di sportelli antiviolenza nelle università pubbliche del territorio. 

Come accedere al servizio

Irene Lupi, presidente del Consiglio studentesco.

La presidente del consiglio studentesco di Verona Irene Lupi ha dichiarato la soddisfazione degli studenti per questa apertura, ricorda però «la necessità di investimenti in un’educazione sessuo-affettiva, nella formazione all’emotività rivolta alla comunità accademica tutta, in modo tale da poter apportare un cambiamento per costruire una società basata sul rispetto e sulla dignità, a partire dagli spazi di formazione».

Lo sportello sarà aperto tutti i giovedì dalle 10 alle 12 e sarà possibile accedere direttamente al servizio o fissare un appuntamento chiamando il numero 800 392 722 (lunedì e mercoledì dalle ore 11 alle 13, martedì e giovedì dalle 15 alle 17, venerdì dalle 9 alle 11 con segreteria telefonica 24 ore su 24) o inviando una e-mail all’indirizzo petra.antiviolenza@comune.verona.it

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