Che futuro delineerà l’intelligenza artificiale? Il Festival del Giornalismo di Verona organizzato da Heraldo con la co-partecipazione del Comune di Verona ha cercato di rispondere a questa domanda nelle due sessioni della mattina di sabato 15 marzo, sostenuta da BeDigital.

Il primo appuntamento ha visto sul palco della Fucina Culturale Machiavelli il professore ordinario dell’Università di Verona Alessandro Farinelli, il presidente della Commissione Informatica dell’Ordine dei Commercialisti di Verona Daniele Fiocco e il docente della IUSVE Nicolò Cappelletti, con la moderazione della giornalista Giuditta Mosca.

Nicolò Cappelletti ha esordito sottolineando il ruolo centrale che ha assunto il digitale nelle nostre vite: «Fino a poco fa avrei detto che digitale è rivoluzione, quello che ci sfugge è che è diventato un filtro, la modalità dominante attraverso la quale viviamo la quotidianità».

Questa tuttavia è una dinamica si è ripetuta ciclicamente nel corso della storia, che oggi richiede una maggiore attenzione alla complessità di questi sistemi: «Dobbiamo guardare al mondo dei media come un sistema non complicato ma complesso. Complessità significa, secondo De Rosnay, non poter ritornare alla situazione iniziale dopo il caos, diversamente dalle cose complicate. Un Boeing è complicato ma con un manuale di istruzioni posso smontarlo e rimontarlo.» spiega Cappelletti.

Alcuni esempi dell’applicazione delle nuove tecnologie basate sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale sono stati portati da Daniele Fiocco – sia mostrando le potenzialità di ChatGPT che quelle di Claude – che ha illustrato l’uso del framework ACTA (Agente, Contesto, Tono o Tipo, Aiuto) nella scrittura dei prompt, ovvero dei comandi dati in pasto alle applicazioni.

Fiocco ha anche ricordato come l’Ordine dei Commercialisti di Verona sia uno dei pochi in Italia ad avere una Commissione Informatica e ha ricordato i pericoli legati alla violazione della privacy con l’utilizzo di questi strumenti.

Alessandro Farinelli ha infine ripercorso le tappe dello sviluppo delle intelligenze artificiali, dal primo chatbot del 1966 – ELIZA – ai nuovi modelli LLM (Large Language Model): «I sistemi precedenti erano basati su regole scritte dal programmatore, dall’uomo, sulla base della sua conoscenza. I nuovi sistemi LLM sono invece modelli matematico-statistici basati sulla probabilità. Nella comunità scientifica si dibatte sulla comprensione o meno del testo di questi modelli, definiti “pappagalli statistici” perché cercano di predire la parola che segue la precedente sulla base della probabilità».

Nella seconda parte, sempre moderata da Giuditta Mosca, sono intervenuti il giornalista Andrea Daniele Signorelli e la collaboratrice di Will Luna Esposito.

Si è discusso del ruolo che l’intelligenza artificiale ha – e avrà – nelle redazioni giornalistiche e dal rischio di abuso dettato dalla scelta di alcuni editori per tagliare i costi ottimizzando la quantità e non la qualità. Andrea Daniele Signorelli ha evidenziato come l’ingresso dell’intelligenza artificiale nelle redazioni possa ampliare il divario sociale: «Se la gavetta viene eliminata dalle intelligenze artificiali e uno deve entrare nel mondo del lavoro da un livello più alto, allora bisogna affidarsi a livelli di formazione più alti che però possono permettersi poche persone capaci di spendere 10mila euro».

Luna Esposito ha invece illustrato come l’utilizzo di strumenti come ChatGPT abbia cambiato il modo di lavorare e produrre contenuti in una realtà come Will, fornendo due spunti di riflessione su come distinguersi nell’epoca dell’intelligenza artificiale: «Il taglio originale si difende uscendo nel mondo, guardandosi intorno e parlando con le persone. Come Will non facciamo informazione ma coinvolgiamo le persone sui temi muovendoci per campagne. Questo è un esempio di come alzare un enorme dito medio all’AI. Nelle cose che scriviamo c’è una visione di dove vogliamo arrivare nel futuro, andando oltre le capacità dell’intelligenza artificiale».

Grande attenzione è stata posta al nuovo codice deontologico dell’Ordine dei Giornalisti, e in particolare all’Articolo 19 legato all’utilizzo e al controllo dell’intelligenza artificiale. «Tutela chi abusa dell’intelligenza artificiale, mettendolo sullo stesso piano di chi lo usa come me che la utilizzo in tanti piccoli task che però non intaccano l’umanità del mio lavoro. È una norma estremamente anacronistica» commenta Signorelli, mentre Esposito si augura che «sia solo la base per una presa di coscienza sulla necessità di una formazione in materia».

Il programma completo del Festival del Giornalismo di Verona 2025 è consultabile sul sito ufficiale della manifestazione.

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