Mario Calabresi apre il Festival del Giornalismo di Verona 2025

La quinta edizione del Festival del Giornalismo di Verona – dopo l’anteprima di sabato 1° marzo dedicata al tema delle dipendenze – aprirà ufficialmente i battenti giovedì 13 marzo alle ore 21.00 alla Fucina Culturale Machiavelli. Dopo i saluti iniziali di rito, l’evento, dal titolo emblematico “Il tempo del… giornalismo”, avrà come protagonista Mario Calabresi, intervistato dal giornalista de L’Arena Bonifacio Pignatti.
L’organizzazione ha scelto di invitare al Festival una personalità emblematica che, in un momento di forte incertezza per la professione, rappresenta un saldo punto di riferimento riconosciuto e apprezzato su molteplici fronti del panorama mediatico. Questa figura spicca per il suo contributo significativo nei settori della stampa, del digitale e, in maniera particolare, nel mondo della radio e dei podcast. Tale decisione si configura come un segnale dal valore simbolico importante, perfettamente in linea con il carattere dell’evento, che si propone di approfondire e analizzare il rapporto sempre più complesso tra informazione e la rapidità con cui essa si diffonde.
Pochi, come Mario Calabresi, sono stati in grado di adattarsi con altrettanta prontezza ed efficacia ai profondi e rapidi cambiamenti che hanno rivoluzionato la professione giornalistica negli ultimi anni. Cresciuto e formatosi professionalmente in un periodo che oggi appare distante e quasi irreale, quando i quotidiani cartacei erano il pilastro centrale dell’informazione, Calabresi ha saputo osservare, analizzare e raccontare con straordinaria chiarezza uno degli eventi più drammatici e significativi della storia recente, che ha trasformato radicalmente il modo di fare giornalismo: l’attentato alle Torri Gemelle.
Nel 2002, dopo l’importante esperienza come inviato speciale per La Stampa, Mario Calabresi avvia una collaborazione con La Repubblica, dove ha l’opportunità di seguire un altro evento epocale di portata globale: l’elezione di Barack Obama come Presidente degli Stati Uniti. Anche in questa occasione, il mondo dell’informazione si trovava in una fase di profonda evoluzione, simile a quella vissuta in seguito all’11 settembre, un evento che aveva segnato un capitolo storico per la televisione in diretta.
Cominciavano a manifestarsi i primi segnali di declino della carta stampata, progressivamente surclassata dal crescente predominio del digitale, che stava ridefinendo le modalità di fruizione delle notizie. Parallelamente al suo percorso giornalistico, nel 2007 Mario Calabresi fa il suo debutto come scrittore con Spingendo la notte più in là, un’opera profondamente personale dedicata alle vittime del terrorismo, tra cui suo padre, il commissario Luigi Calabresi, tragicamente assassinato nel 1972. Il libro, emotivamente intenso e ricco di riflessioni, ha successivamente ispirato un apprezzato spettacolo teatrale, consolidando ulteriormente il valore culturale e sociale della sua narrazione.
Il suo ultimo libro, Il tempo del bosco, rappresenta un affascinante viaggio narrativo che esplora in profondità le vite di coloro che, nonostante le difficoltà e le incertezze di questo periodo storico, hanno saputo intraprendere un cammino verso la propria realizzazione personale. Attraverso una serie di testimonianze che spaziano tra figure diverse, come un professore di filosofia e una poetessa, l’opera si configura come un ricco mosaico di esperienze umane, offrendo un ritratto vivido e commovente delle sfide affrontate nel nostro tempo.
È, al contempo, uno specchio fedele delle ansie che caratterizzano la società contemporanea, dove la costante mancanza di tempo genera un senso di pressione perenne, e l’ambizione sembra consistere nel riempire ogni istante di attività. Questo ritmo frenetico spesso porta a sacrificare aspetti fondamentali dell’esistenza, relegandoli in secondo piano sull’altare della produttività e della performance.
Il giornalismo, con l’autorevole incarico di direttore sia de La Stampa che de La Repubblica, rappresenta un pilastro centrale della sua carriera. Parallelamente, l’editoria ha visto la pubblicazione di ben sette libri, ciascuno dei quali arricchisce il panorama culturale e informativo. Dal 2020, inoltre, ha intrapreso una nuova avventura con un’incursione nel dinamico universo dei podcast, ampliando ulteriormente il suo impatto nel mondo della comunicazione.
Chora Media, la società di produzione di podcast co-fondata da Mario Calabresi, rappresenta oggi un vero e proprio punto di riferimento per migliaia di appassionati ascoltatori. Grazie a una vasta gamma di contenuti, che toccano argomenti come il true-crime, la politica, la storia, l’attualità, l’ambiente e molto altro, Chora Media si distingue per la capacità unica di instaurare un dialogo profondo e coinvolgente con il proprio pubblico. Una delle serie di punta è Altre/storie, ispirata all’omonima newsletter ideata dallo stesso Calabresi. Questo progetto del celebre giornalista milanese si concentra su una raccolta di interviste e racconti che mettono in luce l’importanza di preservare e valorizzare la memoria storica, politica e culturale del nostro tempo.
L’incontro previsto al Festival del Giornalismo di Verona sarà un’opportunità per esplorare e riflettere su quale possa essere il futuro di una professione in costante evoluzione. Attraverso il dialogo con uno dei suoi protagonisti più significativi, si cercherà di comprendere le sfide, le trasformazioni e le prospettive che attendono il mondo del giornalismo in un panorama in continua trasformazione.
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