Ritorno al… passato
La serata inaugurale del Festival, vista dal nostro inviato in Liguria.
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La serata inaugurale del Festival, vista dal nostro inviato in Liguria.
La serata inaugurale del 75º Festival si è conclusa. Al di là della prima classifica, basata esclusivamente sulla nostra votazione della Sala Stampa e quindi ancora priva dell’influenza del pubblico, sono emerse alcune prime considerazioni.
Le canzoni, come sempre, meritano di essere ascoltate più volte, ma forse quest’anno ancora di più, poiché il festival segna sin dall’inizio il cambiamento di cui avevamo già parlato. La gestione di Carlo Conti segue un principio preciso: dare un’impronta che dimostri un distacco netto dal festival di Amadeus.
La differenza si nota soprattutto nella direzione artistica, con una selezione musicale che punta al ritorno delle melodie tradizionali, rafforzando l’eredità della musica italiana classica. Questo avviene a scapito delle contaminazioni stilistiche e sonore che negli ultimi anni hanno messo in risalto più i personaggi che il talento artistico. Pertanto, il rap e l’hip hop sono scarsamente rappresentati, limitati a ritmi che non hanno radici italiane. Tuttavia, l’industria discografica trova soddisfazione in un paio di tormentoni scritti dai soliti autori e in una dose ancora eccessiva di autotune.
La conduzione è più essenziale, con meno interruzioni che distraggono dalla musica, un aspetto non trascurabile. Basti pensare che, al Festival Ama Number Five dell’anno scorso, chi andava a letto alle 23 per affrontare la giornata di lavoro seguente riusciva ad ascoltare solo tre canzoni.
Si fa un passo indietro, potreste pensare? In parte sì, secondo noi, ma è un passo necessario per recuperare l’artigianalità nella musica. Questo approccio è utile anche per l’industria discografica, poiché permette di costruire una fan base solida per gli artisti contemporanei. In questo modo, gli artisti possono sviluppare un repertorio che consenta loro di esibirsi in tour, attirando le nuove generazioni che, pur essendo numerose, spesso mancano di ammiratori fedeli nel tempo.
Chi trionferà al Festival? Fare previsioni sarebbe un azzardo, ma crediamo che Cristicchi, con la sua scrittura profonda, conquisterà il premio della critica. Anche Lucio Corsi, con il suo talento indiscutibile, potrebbe emergere come outsider rispetto a Brunori per questo riconoscimento.
Il voto di stasera ci svelerà le preferenze del pubblico. Vedremo se anche quest’anno si manifesterà un inevitabile conflitto generazionale, considerando che l’inclusione del brano di Achille Lauro tra i primi cinque della giuria della Stampa è un chiaro indicatore di una canzone in grado di soddisfare le diverse sensibilità, potenzialmente in grado di dare una nuova direzione alla musica.
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