Sanremo: un compleanno davvero speciale
Inizia stasera - e andrà avanti fino a sabato - il Festival della Canzone italiana, con 30 artisti in gara, le passerelle, il glamour e tutto il resto.
Inizia stasera - e andrà avanti fino a sabato - il Festival della Canzone italiana, con 30 artisti in gara, le passerelle, il glamour e tutto il resto.
Ci sono genetliaci che meritano celebrazioni straordinarie, a seconda degli anni trascorsi e dell’importanza che attribuiamo nel fare gli auguri a chi festeggia. Per questo signore, il Festival di Sanremo, oggi si celebra davvero un’occasione speciale, con festeggiamenti che si protrarranno per quasi una settimana, continuando ininterrotti fino alla tarda notte tra sabato e domenica.
Noi di Heraldo celebriamo questo 75° compleanno raccontandovi ogni giorno un angolo del Festival, da una sala stampa affollata e blindata, dove tutti cercheranno di descrivere qualcosa di nuovo, sfidando la concorrenza di numerose altre testate. Ogni anno, queste cercano di offrire al pubblico una testimonianza della manifestazione musicale italiana più importante e rilevante dell’anno dal punto di vista discografico. Vogliamo scoprire insieme qual è lo stato attuale del pop italiano, fortemente influenzato da un marketing che ha trasformato le vendite di dischi in clic online, spesso anteponendo il consenso virtuale alla sostanza del contenuto musicale.
Molto sembra essere influenzato dalla fusione di rap e hip hop nella nostra tradizione musicale, che gradualmente si è trasformata in un Sanremo sempre più simile al nostalgico Festivalbar con Amadeus. Tuttavia, questa percezione necessita di una maggiore attenzione, poiché il genere dominante nella musica italiana è oggi l’“urban”. Nato negli Stati Uniti come un sottogenere di Soul e R&B, negli ultimi anni è stato spesso impoverito dall’uso eccessivo della cassa dritta e dell’autotune, un argomento controverso reso popolare dall’uso di Cher nel 1998 con “Believe”. È facile dimenticare che quando Cher utilizzò l’autotune, aveva 52 anni e oltre 30 di carriera alle spalle. Oggi, invece, viene spesso impiegato da molti esordienti, diventando un mezzo per evitare imperfezioni nell’intonazione, mentre l’attenzione si sposta sempre più sull’attrazione estetica dell’artista sui social.
Lo so, non vi ho ancora raccontato il programma della prima serata di questo martedì 11 febbraio del Festival, ma la lista dei 30 artisti in gara è facilmente reperibile ovunque, insieme alle recensioni spesso contraddittorie di alcuni colleghi che hanno ascoltato le canzoni in anteprima lo scorso 20 gennaio. Quegli ascolti sono basati sulle registrazioni che usciranno su disco o piattaforme.
Dal 1951 a oggi, l’effetto del palco ha sempre reso le esibizioni e le interpretazioni più significative, rendendo vane le influenze dei critici esperti che affollano le TV anche in questi giorni. Questi esperti usano la loro dialettica solo apparentemente basata sulla conoscenza del tema, spesso costruita su pensieri fugaci e preconcetti che sarebbe meglio eliminare dal dibattito.
Domani vi racconteremo “la prima” o perlomeno i suoi aspetti più significativi. Oggi, alla partenza, possiamo anticiparvi un’edizione meno “modaiola” rispetto ai cinque anni di dominio di Re Amedeo. Questo grazie alla presenza di cantautori come Cristicchi, Brunori Sas e Lucio Corsi, che si discostano dalle logiche commerciali, e di figure iconiche come Massimo Ranieri e Marcella Bella, oltre ad alternative come Joan Thiele, Willie Peyote e Serena Brancale. Con Giorgia a fare da “asso pigliatutto” del mazzo.
Attualmente, almeno 20 artisti su 29 partecipano al filone “mainstream”, ma la struttura delle canzoni si muoverà verso una direzione più variegata e allo stesso tempo più tradizionale. Tuttavia, con il ritorno della “quota cantautori” si nota l’assenza di brani anche vagamente rock, un genere completamente assente tra i pezzi in gara. Inoltre, c’è il noto fenomeno dei 19 brani scritti dallo stesso gruppo di autori, spesso criticato come segno di una cerchia festivaliera poco inclusiva. Questo fenomeno non è solo un problema del Festival, ma riflette un limite dell’intera produzione musicale italiana recente.
Analizzando i testi già disponibili, emerge che sono più orientati al micromondo personale piuttosto che all’attenzione sociale. Sono maggiormente focalizzati sulla costruzione metrica di parole di effetto, piuttosto che sul racconto di temi o storie. Tra tutti, la canzone di Simone Cristicchi, insieme a quella di Brunori Sas, si distingue per la profondità del tema trattato ed è candidata al Premio della Critica. Possiamo sperare che qualcuno nutra la fonte della poesia, che ultimamente è stata un po’ distante dal mondo della canzone.
Questo è un motivo per seguire il Festival, perché, come spesso dico, le erbacce nel giardino non devono scoraggiare chi lo coltiva con pazienza per far crescere l’erba. Ascoltiamo queste canzoni e cerchiamo di trovare un mondo, un’emozione, una suggestione. Qualcosa che ci migliori la vita. Per ora è tutto, da Sanremo appuntamento a domani.
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