Sanremo 2025: come prepararsi alla settimana del Festival
Precauzioni minime per vivere al meglio la settimana più amata, e odiata, dagli italiani

Precauzioni minime per vivere al meglio la settimana più amata, e odiata, dagli italiani
Ebbene, signore e signori, ci siamo. Questione di ore e poi la settimana più odiata e contemporaneamente amata dagli italiani prenderà il via. Il paradosso di Schrödinger applicato alla Scavolini… ancora qualche giro di lancette e sarà di nuovo Festival di Sanremo.
Va bene ma, come ci si prepara alla settantacinquesima edizione Festival? Ci sono delle cose da mettere in chiaro per vivere col giusto spirito i giorni che ci attendono? Ecco le mie.
La sentite anche voi questa tensione sospesa? L’aria già satura di polemiche e valutazioni è un grande classico dei giorni direttamente precedenti all’inizio di ogni Festival. Un crescendo di sgambetti, accuse e piccoli spoiler che sembrano sempre sul punto di far naufragare tutto. Roba che, dovessimo scegliere un meme per rappresentare queste ore di vigilia, sarebbe certamente l’istantanea di Re Theoden sul Fosso di Helm. A un passo della fine del mondo.
Tranquillizziamoci. Respiriamo. Così come il destino, le tasse e Simone Inzaghi che sostituisce gli ammoniti, Sanremo è ineluttabile. La luce dei riflettori tornerà ad illuminare quella scalinata. Perciò, mettiamoci il cuore in pace. It begins.
C’è stato un tempo in cui l’Italia aveva i suoi riti e le sue messe cantate. 90° minuto, Miss Italia e Sanremo formavano la trinità profana di un popolo felice di riunirsi di fronte allo schermo di famiglia. I tempi cambiano, la tecnologia evolve e le esigenze delle masse mutano. In capo a poco più di un decennio abbiamo perso due dei nostri capisaldi. Non privateci anche del Festival.
Secondo Amadeus, per gli italiani Sanremo è come il carnevale per i brasiliani. L’unico appuntamento di fronte al quale la nazione intera si ferma. Ora, detto che io non ho mai avuto notizia di emigranti rientrati in Italia, a febbraio, per riversarsi sul selciato di piazza Colombo, ho però visto dal vivo più di qualcuno fissare, lustro dopo lustro, la stessa camera e lo stesso tavolo nei ristoranti di Sanremo. Perciò, accetto l’iperbole. Anche perché, se non fosse così, cosa ci rimarrebbe? Il discorso del Presidente della Repubblica all’ultimo dell’anno? Non me la sento di scaricare su Mattarella anche questo peso.
Ogni anno parti con l’obiettivo di arrivare preparato. Soprattutto se devi scrivere un pezzo come questo. Poi scorri nomi e biografie ed è come trovarsi di fronte la rosa dell’Udinese a luglio. Capisci che non è cosa, e rinunci. Tanto lo sai che, come al solito, un terzo della truppa nemmeno la conosci, due o tre sei davvero curioso di ascoltarli e almeno un paio pensavi fossero passati a miglior vita. Nel senso che speravi avessero già messo da parte abbastanza per evitarsi di dover tirare l’una e mezza di notte a cantare per una platea che aspetta solo il trapper di turno. Prudentemente piazzato a quell’ora per evitare guai peggiori.
Al netto di ospiti più o meno famosi, è sempre il conduttore/direttore artistico quello che si gioca più di tutti. Dopo gli exploit del quinquennio targato Amadeus, Carlo Conti sembrerebbe quella scelta di tranquillità che fai per guidare la squadra in un anno di transizione, in attesa di qualcosa di nuovo. E chissà che un primo passaggio di testimone non si nasconda già tra le pieghe dell’ultima serata.
“Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio” sostiene José Mourinho. In egual maniera chi sa solo di musica, non sa niente di Sanremo, sostengo io. Siamo d’accordo tutti, spero, che musica e canzoni siano solo una fetta della grande torta del Festival. Concentrarsi solamente sulla qualità delle varie esibizioni non permette di godersi appieno le mille sfaccettature di una kermesse che si nutre di ognuna di esse.
Politica, gossip, invidia sociale, tweet (scusate, si chiamano ancora così?)… senza tutta questa roba, nemmeno sarebbe Sanremo. Siamo onesti, chi se la filerebbe un’intera settimana di analisi e dotte esegesi su testi, significati profondi e intonazione di questo o quell’artista? Io no di certo. Abbracciamo quindi l’intero bouquet e siamo chiari fin da subito: Sanremo è il festival, anche, della canzone italiana.
Avete presente quell’amico che passa ore a dissertare sulle qualità organolettiche di un Chateau De Bordes Quancard del 2013? Quello che da anni vi spiega come si beve e, regolarmente, lo trovate poi in sagra a tracannare nafta in bicchieri di plastica trasparenti? Ecco, il Festival è esattamente questo. No, non il vostro amico, ma la rivincita della sagra che alberga nel cuore di ognuno di noi.
Sanremo è quella dose di trash di cui abbiamo tutti un po’ bisogno. È la rivincita di chi non segue gli approfondimenti di Gramellini ma, in questa settimana, rivaleggia alla pari con i grandi editorialisti di settore. E spesso ha pure più lettori. Il Festival è il nostro spettro che si aggira per l’Europa dei grandi soloni. È la rivoluzione d’ottobre di Fantozzi contro tutte le corazzate Potëmkin e i Guidobaldo Maria Riccardelli del moralismo un tanto al chilo. Ragionieri di tutto il mondo, uniamoci.
Sono soldi pubblici sprecati. Quelle di una volta erano vere canzoni. Ma come si fa ad andare in tv vestiti/e così. Ne approfittano per fare politica. La RAI usa i soldi del canone per ‘sta roba qua. L’Italia va a rotoli e noi pensiamo a Sanremo… sono sicuro che almeno una di queste tirate l’avete sentita recentemente. Oppure la sentirete nei prossimi giorni. Che ci volete fare. Allargate le braccia, e sospirate.
Proprio perché in Italia abbiamo problemi enormi, ci sono altri 360 giorni all’anno nei quali chi di dovere, ma anche ognuno di noi, può fare qualcosa in merito. Queste cinque serate lasciatecele vivere così. Nella confortante serenità del vacuo.
Il Festival è questo. Ha dentro tutto e il contrario di tutto e, una volta finito, non avrà cambiato nulla. Lo sappiamo, e lo accettiamo così. Anche perché una sintesi che ci metta tutti d’accordo è impossibile. O forse no. Magari l’unico ad aver sempre avuto ragione, è proprio quel tale. “Sanremo, anche quest’anno si trova in Liguria“.
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