A ridosso delle festività e ancora in tempo per regalare delle letture interessanti, ecco qualche suggerimento per scegliere tra le uscite più recenti e qualche “sempreverde”, ma più natalizio che mai.

La cittadinanza rincorsa

Saba Anglana è un’artista a tutto tondo: cantante, attrice e scrittrice di La signora Meraviglia (Sellerio, 2024), un memoir che diventa romanzo e racconta in modo colorito la vicenda della sua famiglia di etiopi in Somalia e in Italia. Non è semplice dipanare i fili della genealogia familiare, la storia parte dalla nonna Abebech, “fiore che sboccia”, rapita da un soldato somalo quando era quindicenne e infine sposata a un giovane etiope.

La madre di Saba sposa invece un italiano ed è la zia Dighei a rincorrere la cittadinanza italiana, tra le porte chiuse della burocrazia, molte inevitabili incomprensioni e una certa riluttanza degli addetti ai lavori ad accondiscendere alle richieste. Anche la zia pare essere restia, ma il suo sentimento è più simile alla rassegnazione.

In questo romanzo di identità fluide e distanti memorie si parlano e sovrappongono tante lingue. La signora Meraviglia è la metafora di un desiderato riconoscimento e dell’accoglienza di fatto, per legge, nel Paese in cui si è vissuti, lavorando e pagando le tasse, anche subendo l’emarginazione riservata appunto agli stranieri, ai “diversi” per colore di pelle e cultura.

Però nel racconto si incontra davvero una signora Meraviglia, una guaritrice, simbolo di quel sapere antico che sfuma nella magia e cura i malanni del corpo, lenisce quelli dell’anima e risponde ai bisogni delle persone.

Ci sono musica, colore e profumo di Etiopia, Somalia e Italia nel libro di Anglana, e anche le guerre che hanno coinvolto quei Paesi non meno della nostra responsabilità di colonizzatori. Da leggere anche per ripensare quel detto “italiani brava gente” alla luce della Storia.

Una storia tra fiume, pianura e nebbia

La troviamo in Fumana, di Paolo Malaguti (Einaudi, 2024), scrittore e insegnante. Fumana nasce nel 1882, nel momento in cui una piena dell’Adige mette in serio pericolo persone, animali e case. Orfana della madre e abbandonata dal padre, vive con il nonno, il pescatore Petrolio. Una volta i nomi assomigliavano alle persone e poiché di petrolio il nonno aveva frequentemente bisogno per la sua lampada, il soprannome gli restò appiccicato.

Fumana cresce in modo spartano, in una casa priva di comodità, vicino al fiume, ma il nonno è protettivo nei suoi confronti, la cerca nella nebbia che lei ama e dove va sempre a nascondersi. Appena arriva all’età “giusta”, impara a pescare con lui, avviluppata nel tabarro, di notte.

Ma Fumana possiede il dono di guarire le persone e perciò affianca Lena, la guaritrice del paese, la sua madrina che le insegna il potere medicamentoso delle erbe, dove trovarle e come impiegarle “per fare del bene”.

Malaguti accompagna la protagonista nella parabola della sua vita, attraverso la scoperta dell’amore, le due guerre mondiali e la resistenza partigiana in quella sua lingua che non disdegna i termini del dialetto e il calore della tradizione, come in Se l’acqua ride (Einaudi, 2020) e Piero fa la Merica (2023) e fa anche di questo romanzo una lettura emozionante.

Attento ai dettagli, non tralascia nulla: immerge lettori e lettrici in un mondo arcaico, lontano dalla tecnologia, fondato sulla fatica nemmeno sempre risarcita da una natura sovente imprevedibile. La parola data è un valore, l’aiuto reciproco non si nega e devastante è l’effetto delle guerre sulle persone più semplici, più povere e disarmate rispetto ai ricchi.

Personaggia indimenticabile, Fumana è forte e indipendente, soffre e ama fino in fondo, sceglie la sua vita pagandone un prezzo altissimo senza pentimenti.

Quando Natale è proprio nel titolo

In un periodo in cui imperversano film natalizi, alcuni più stucchevoli di altri, il libro L’ultimo Natale di Mrs. Dalloway, di Cinzia Inguanta (Scatole parlanti, 2022), si distingue narrando situazioni ed emozioni in contrasto con l’atmosfera festaiola e superficiale.

L’autrice, giornalista e scrittrice, incuriosisce con l’allusione a Virginia Woolf, su cui non possiamo svelare di più per non rovinare il piacere della scoperta, ma possiamo anticipare l’intrigante copertina: vi figura un gatto, vigile, che scruta oltre una finestra. Questo felino domestico gode di una discreta popolarità in editoria, al momento, e sarà interessante scoprire il ruolo che riveste nel libro di Inguanta.

Ambientata nel quartiere veronese di Porto San Pancrazio, la storia è organizzata in racconti, come capitoli, e conta molti personaggi con la particolarità di farli ritornare, per così dire, visti da un’altra prospettiva, in contesti diversi.

Torna la scrittura sapiente di Sally Rooney

Annunciato da un notevole battage pubblicitario, l’ultimo libro di Sally Rooney, Intermezzo (Einaudi, 2024, nella traduzione di Norman Gobetti) non sembra deludere i suoi estimatori. L’autrice irlandese si è fatta conoscere con opere che sembravano costruite sulle dinamiche dei giovani e giovanissimi (Parlarne tra amici, Einaudi 2018; Persone normali, Einaudi, 2019) ma già al suo terzo romanzo, Dove sei, mondo bello (Einaudi 2022) ha mostrato di saper costruire una narrazione più complessa e profonda.

Intermezzo, uscito con questo titolo anche nell’edizione inglese, fotografa la situazione in cui si trovano due fratelli alla morte del padre.

Il maggiore, avvocato, apparentemente più “attrezzato” per condizione economica, e il minore, giocatore di scacchi, con insicurezze da superare. I due fratelli devono elaborare il lutto imbrigliati in un rapporto sfilacciato tra loro e con la madre, divorziata e risposata.

La vita sentimentale dei fratelli non è meno complicata, entrambi coinvolti in relazioni poco lineari dove il sesso vi riveste una parte considerevole, però mai disgiunto dai sentimenti, anche se contrastanti.

Ci sarebbero tutti gli ingredienti per farne un libro problematico o noioso e far dubitare dell’utilità di sceglierlo. In realtà sta incontrando un notevole successo perché sostenuto da una scrittura sapiente e la critica parla di questo romanzo come il più riuscito dell’autrice. Non resta che provare a leggerlo e ricavarne un’idea personale.

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