L’adozione nel febbraio 2021 del Regolamento del Verde per la città di Verona è stata un passaggio importante nella vita cittadina, poiché finalmente si poneva al centro del dibattito la valorizzazione del patrimonio verde esistente, proponendo una gestione organica e coerente della sua conservazione e miglioramento. Alla stesura del testo hanno partecipato decine di soggetti istituzionali, professionisti e volontari del settore ambientalista.

Un capitolo cruciale del Regolamento (Titolo III) riguarda la partecipazione dei cittadini e la creazione di un organismo attraverso cui l’Amministrazione comunale «promuove, tramite la cooperazione pubblico-privata, la partecipazione attiva dei cittadini, direttamente o tramite associazioni, nelle attività di pianificazione, tutela, gestione e valorizzazione del verde»: la Consulta per il Verde.

A seguito del cambio di amministrazione dovuto alle elezioni comunali del giugno 2022, la costituzione della consulta è avvenuta il 16 maggio 2024, tre anni dopo l’approvazione del regolamento, e ha iniziato a funzionare l’11 settembre 2024.

Negli ultimi anni, tra i cittadini si avverte un cambiamento di sensibilità riguardo a ciò che viene comunemente definito “verde“. Questo concetto non è più percepito solo come un abbellimento della città, ma come una componente essenziale per il benessere delle persone e dell’ecosistema urbano, considerato un bene pubblico universale. Pertanto, non sarà un compito semplice per la consulta interpretare questo nuovo sentimento e trasmetterlo a strutture organizzative non aggiornate.

Ne parliamo con il primo presidente della Consulta, appena nominato, Alberto Ballestriero, paesaggista, esponente di Verona Polis, specializzato in progettazione di aree verdi, assetto del territorio agricolo e paesaggio, iscritto all’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio), ex consigliere provinciale dell’Associazione Italia Nostra.

Presidente Ballestriero, come si è organizzata la consulta? Quali i primi atti?            

«La Consulta è appena iniziata. Abbiamo potuto tenere tre riunioni dedicate ad aspetti organizzativi, come l’elezione del presidente e la formazione di sottocommissioni. È composta dai rappresentanti delle associazioni ambientaliste come Italia Nostra, WWF, Legambiente, VeronaPolis, FAI, Lipu, oltre ai rappresentanti delle professioni come architetti, forestali, arboricoltori, florovivaisti, a cui si aggiungono otto rappresentanti delle circoscrizioni.

Alberto Ballestriero

Un gruppo di esperti altamente qualificati, con vasta esperienza nella progettazione e tutela ambientale, potrebbe offrire un contributo significativo collaborando con l’amministrazione. Recentemente si sono uniti nuovi gruppi, tra cui il Comitato Verona Sud, il Collegio degli Ingegneri e un’associazione specializzata in coltivazioni biologiche. Non è facile coordinare tutte queste competenze, poiché siamo tutti volontari. Per operare, compresi i sopralluoghi, abbiamo tempi tecnici piuttosto lunghi. Vorrei procedere più velocemente, ma non è possibile.

Devo riconoscere a questa amministrazione il merito di aver istituito la Consulta, concedendoci molta libertà. Pur dipendendo dall’assessorato alle Strade e Giardini, siamo autonomi. Siamo in una fase di intesa e speriamo che si continui su questa strada.»

Quali problemi si aspetta di dover affrontare?

«Il problema principale è legato al cambiamento di mentalità. Da trent’anni mi occupo di questi temi e ho sempre avuto l’impressione che per le amministrazioni il verde urbano fosse l’ultimo dei pensieri. Ora che il tema è diventato attuale, a causa del cambiamento climatico, la gestione del verde come ecosistema urbano è diventata fondamentale. In passato era considerato un ornamento della città, ma ora si sta verificando un cambiamento di concezione, anche se non si vede ancora un’applicazione concreta di questo cambiamento.»

Questo, però, è un problema che riguarda il Piano del verde. Il regolamento è una sua conseguenza …

«Infatti, il Regolamento e il Piano sono due elementi distinti. Il Piano progetta l’ecosistema urbano, definendo quantità e qualità di flora e fauna per il benessere dei cittadini, con una visione complessiva della città. Il Regolamento dovrebbe garantire l’efficienza di tale sistema. Verona non dispone ancora di un Piano del verde; fa parte del programma di questa amministrazione. Lavorando solo con il Regolamento attuale, l’efficacia è ridotta. Stiamo spingendo affinché il Piano venga elaborato nel minor tempo possibile.»

Elaborare un tale Piano esige il coinvolgimento coordinato di competenze e responsabilità che ora sono distribuite in diversi assessorati. Come vivete questa situazione?

«È vero. Il tema ambientale è trasversale e coinvolge un ampio numero di amministratori. La Consulta fa riferimento all’Assessorato Strade e Giardini di Federico Benini. L’elaborazione del Piano del Verde, oltre a Benini, dovrebbe essere sotto la responsabilità dell’assessorato all’Urbanistica guidato da Barbara Bissoli e dell’assessorato alla Transizione Ecologica diretto da Tommaso Ferrari. Tuttavia, il Piano dovrebbe interessare anche Marta Ugolini per la cultura ed Elisa La Paglia per la salute. Abbiamo richiesto loro informazioni e siamo in attesa di una risposta.»

 L’assessorato di Ferrari, in tema di biodiversità del territorio urbano, sta collaborando da più di un anno con l’Università di Verona per il Progetto èVRgreen, presupposto per la preparazione del Piano. Cosa sapete di questo? State collaborando?

«La Consulta non è ancora stata coinvolta su questo argomento. Abbiamo richiesto informazioni all’amministrazione; finché non le avremo, non possiamo esprimere un parere. Conosciamo ciò che è stato riportato dai giornali, ma è insufficiente per poter intervenire. Abbiamo inviato una lettera per ottenere aggiornamenti su progetti in corso che ci riguardano, come la pista ciclabile che partirà da Parona e che coinvolge la sopravvivenza di decine di alberi, i parcheggi scambiatori previsti per la filovia e l’integrazione di questa con i percorsi pedonali e il sistema del verde, l’ampliamento del Giardino di S. Teresa, i progetti delle nuove forestazioni e il Progetto OndaSurf alla Bertacchina. I pareri della Consulta non sono vincolanti per l’Amministrazione. Vorremmo evitare di essere coinvolti quando le decisioni sono già state prese e non ci sono più margini di correzione. Abbiamo molti argomenti da affrontare, il lavoro è grande, in passato sono stati commessi diversi errori, come quello alla caserma Passalacqua, dove sono previsti altri progetti che meriterebbero un’analisi molto approfondita.»

Foto da Unsplash di Jurre Houtkamp

A questo proposito, nel Regolamento del Verde si dice in modo chiaro che “l’Amministrazione comunale privilegia il metodo della coprogettazione”.  Cosa vuol dire per lei coprogettare?

«La coprogettazione è una parola significativa; rappresenta la partecipazione dei cittadini attraverso rappresentanti che possiedono competenze per condividere decisioni, anche in ambito urbanistico (il verde è di grande interesse per l’urbanistica). Significa intervenire nei progetti fin dalle fasi iniziali, non quando tutto è già stato deciso. Non è così semplice da attuare come si potrebbe pensare, anche perché le amministrazioni spesso non hanno esperienza in questo modo di operare.»

Amia ha sempre rappresentato il “braccio esecutivo” dell’Amministrazione nella gestione del verde a Verona. Che tipo di rapporto pensate di instaurare con l’azienda partecipata?

«Amia è rappresentata nella Consulta dal dottor Francesco Donini. Non abbiamo ancora visto il nuovo capitolato d’appalto con cui sono stati assegnati i lavori di manutenzione del verde cittadino. Spero che avremo l’opportunità di esaminarlo.»

Notizie del censimento del verde? Quanto conosciamo del patrimonio cittadino, pubblico e privato?

«Il censimento del verde è uno strumento essenziale per la redazione del Piano del Verde. È possibile accedere al SIGI (Sistema Informativo Geografico Integrato) tramite internet, dove sono registrati la maggior parte dei parchi, giardini, aiuole, ecc. del Comune di Verona. Tuttavia, questo strumento informatico necessita di essere integrato e aggiornato.»

La Consulta si propone come tramite fra i cittadini e l’Amministrazione comunale. Che messaggio si sente di mandare ai veronesi all’inizio del suo mandato?

«I veronesi mostrano molto più interesse rispetto al passato verso il proprio ecosistema urbano. Diverse associazioni creano idee e si mobilitano, come dimostra la recente manifestazione molto partecipata al parco dello scalo. Stiamo organizzando la divulgazione del Regolamento del Verde tra la popolazione, cercando di coinvolgere anche i privati. Il verde urbano non è solo quello pubblico, ma al benessere generale contribuisce anche quello privato, che finora è stato ignorato.»

Foto da Unsplash di Golden Voyagers

I cittadini possono visionare i verbali della Consulta del verde sul sito del Comune al link e possono scrivere i loro commenti e osservazioni all’indirizzo mail: consultaverde24@gmail.com.

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