Natale è alle porte, tempo di buone azioni, generosità e strenne, Regalare libri è sempre di moda e, se cartacei, può risultare persino un dono quasi eccentrico.

Spigolando tra le uscite di questo anno che volge al termine, e quello che lo precede, proviamo a compilare uno smilzo, ma si spera significativo, catalogo di suggerimenti.

Nell’anniversario di Franco Basaglia

Nel 1924 nasceva Franco Basaglia, l’innovatore della psichiatria che si impegnò per ridare diritti e dignità ai malati di mente, reclusi  e costretti a cosiddette cure che non curavano affatto.  Riferimenti alla sua opera si trovano in Alma, di Federica Manzon (Feltrinelli, 2024). Il romanzo ha vinto il Premio Campiello 2024 ed è ambientato a Trieste, che con Gorizia ospitò appunto gli interventi più ampi e riusciti di Basaglia.

La copertina del romanzo di Federica Manzon Alma, vincitore del Premio Campiello 2024.

Trieste, votata al mare, e il territorio carsico, dai confini porosi e parlato in tante lingue dai suoi abitanti, sono il teatro di una narrazione sul filo della memoria e a tratti colpevolizzante per chi ha archiviato troppo presto la guerra nell’ex Jugoslavia. Alma, la protagonista, cresce con l’educazione libertaria voluta dai suoi genitori e, nel contempo, l’agio e la cultura austroungarica dei nonni materni.

Suo padre è un’altra figura centrale e controversa del libro, affascinante e sfuggente, dalle oscure origini slave, fedele e vicino fino all’ultimo al maresciallo Tito. La madre di Alma l’ha sposato opponendosi alla famiglia, per costruire un’unione bohémienne consona alla sua natura. Presta la sua opera di volontaria nella “città dei matti”, coltiva rose con i “malati” e, con naturalezza, porta anche Alma bambina fra loro.

Dopo un esilio di anni a Roma, per motivi che si scoprono a poco a poco, Alma torna a Trieste unicamente per ritirare l’eredità del padre, che  le viene consegnata da Vili, a cui era legata da un’amicizia profonda interrotta bruscamente. Lui era stato separato dalla sua famiglia bosniaca, al tempo della guerra, e visse a lungo con la famiglia di Alma.

Ma incontrarlo significa rivangare esperienze dolorose e scoprire risvolti inattesi. L’autrice, che ha presentato il libro anche allo scorso Festivaletteratura di  Mantova, non è nuova a questi temi, già affrontati ne Il bosco del confino (Aboca, 2020): memoria, identità, confini, guerra, amicizia, rapporto con la figura paterna.

Le sue parole affondano nella complessità dei sentimenti, sottolineano, alludono, a tratti approfondiscono il contesto in cui la quotidianità fa i conti con la Storia più grande e sempre fanno riflettere.

Un richiamo esplicito agli insegnamenti di Basaglia è presente anche in Grande Meraviglia, di Viola Ardone (Einaudi, 2023). La struttura manicomiale di cui si parla è a Napoli, anno 1982, fotografata nel momento di passaggio dalle cure coercitive ai nuovi metodi più rispettosi della persona.

Grande meraviglia di Viola Ardone esce nel 2023 per Einaudi.

Un passaggio ostacolato dalla ferma resistenza di chi è contrario alla legge di riforma varata nel 1978. Elba è una ragazzina nata nella struttura, con l’unico difetto di essere figlia di una donna reclusa per volontà del marito (misura resa possibile fino all’approvazione del Nuovo diritto di famiglia del 1975).

La famiglia di Elba sono la sua Mutti, le ricoverate e gli infermieri di quello che chiama “il Mezzomondo”, contrapposto al “Mondo di fuori”, e scrive un diario strampalato, “Diario dei malanni di mente”, che racconta di scosse, pillole in quantità e del medico Colavolpe, l’autorità suprema che decide la sorte di tutti. Ma un giorno si apre uno spiraglio di luce, nella persona del dottor Fausto Meraviglia che vorrebbe attuare finalmente i cambiamenti previsti dalla nuova legge.

Viola Ardone, come nei suoi romanzi precedenti (Il treno dei Bambini, Einaudi 2019 e Oliva Denaro, Einaudi 2021)  prende spunto da fatti realmente accaduti e li trasfigura nella narrazione per porgerli all’attenzione di quanti preferiscono non sapere o non ricordare. In questo romanzo l’impianto narrativo poggia sugli scossoni, a volte necessari, imposti alla realtà, sempre più complessa di quanto si possa immaginare.

Fragilità e tristezza degli adolescenti

Talvolta i libri per ragazzi e ragazze potrebbero essere letti con interesse anche dagli adulti. É il caso di La neve in fondo al mare, di Matteo Bussola (Einaudi, 2024) in cui padre e figlio sono in una stanza d’ospedale, uno in preoccupante attesa di miglioramento del suo ragazzo, l’altro chiuso in un mutismo inscalfibile.

La neve in fondo al mare (Einaudi, 2024) di Matteo Bussola ha vinto il premio letterario Plus.

Il romanzo si inserisce in quella scollatura della relazione genitoriale in cui non si comunica più, si costruiscono muri immaginari e, come genitori, si affoga nello sgomento di non aver fatto abbastanza, non avere detto o detto troppo, avere troppo o niente impedito.

Da parte dei ragazzi e delle ragazze non c’è meno smarrimento, che si manifesta in rifiuto del cibo o autolesionismo declinato in ferite, quando non isolamento, bullismo, persino tentato suicidio.

La corsia d’ospedale che descrive l’autore è emblematica della casistica che contempla la fatica di crescere e, d’altro canto, l’incapacità di capirla da parte dei genitori. Però non ci sono metodi standard per capirsi, sembra suggerire Bussola, serve una disponibilità infinita ad accogliersi come siamo, nella luce e nelle ombre di ognuno di noi.

Questo libro ha appena vinto la terza edizione del Premio Letterario Plus, Fondazione Uspidalet, di Alessandria, un riconoscimento meritato nel quadro di opere che raccontano il mondo dell’adolescenza e dell’infanzia, con gli occhi degli adulti e la voce delle ragazze e dei ragazzi.

Anche il romanzo di Francesca Zoppei, La notte che ci gira intorno (Il Castoro, 2024), che segna il suo esordio nella narrativa, parla di adolescenti.

Alex ha appena perso il padre, un musicista, sua madre è stremata dal dolore e il fratellino più piccolo ha bisogno di protezione. Le condizioni della famiglia impongono un trasferimento temporaneo dalla nonna e l’abbandono della scuola e degli amici.

Oltre al dolore della perdita, Alex deve accettare una nuova situazione abitativa più scomoda ma incontra Yuri, un coetaneo vicino di casa e bravo calciatore, di cui si innamora. É questo amore che lo salva dal baratro in cui si sente sprofondare, anche se è un’esperienza difficile da vivere e mai alla luce del sole.

La delicatezza che sfocia in poesia è la misura di questo libro. L’autrice ha saputo scegliere con cura le parole e il tono, a seconda del caso, senza drammatizzare o enfatizzare i momenti salienti, eppure facendo percepire la forza e la sincerità dei sentimenti. Spesso gli adulti dimenticano la profondità di cui sono capaci gli e le adolescenti, questo romanzo ce lo ricorda, senza un lieto fine tradizionale, come la realtà non sempre lo riserva.

(continua)

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