Mediterranea Saving Humans e quella “cospirazione del bene”
Il libro di Luca Casarini, in cui è presente un testo scritto da Papa Francesco, è stato presentato nei giorni scorsi a Verona: racconta le origini di Mediterranea Saving Humans.
Il libro di Luca Casarini, in cui è presente un testo scritto da Papa Francesco, è stato presentato nei giorni scorsi a Verona: racconta le origini di Mediterranea Saving Humans.
Venerdì sera, 6 dicembre, nella Sala Africa dell’Istituto Comboniano di Verona, è stato presentato il libro “La cospirazione del bene” di Luca Casarini, realizzato in collaborazione con Gianfranco Bettin e arricchito da un testo di Papa Francesco.
Il libro narra la storia della nascita di Mediterranea Saving Humans, l’ONG dedicata al salvataggio in mare con la Mar Jonio, l’unica nave civile sotto bandiera italiana coinvolta in queste operazioni.
L’incontro è stato avviato da Jessica Cugini, che ha moderato la presentazione, leggendo un testo in cui Casarini spiega le motivazioni dietro la fondazione di Mediterranea, l’acquisto di una nave e la decisione di intraprendere missioni in mare per salvare vite.
Era l’epoca degli slogan sui “porti chiusi” della Lega guidata da Matteo Salvini, un periodo caratterizzato da una propaganda aggressiva che sosteneva la necessità di fermare a tutti i costi i barconi carichi di migranti per rimandarli in Africa, impedendo con ogni mezzo il loro arrivo in Italia.
Casarini racconta di una sera davanti alla televisione, quando al telegiornale parlano dell’affondamento, in mezzo al Mar Mediterraneo, di un’imbarcazione piena di migranti. Sente tanti discorsi vuoti da parte di politici su questa e su altre tragedie identiche. Sdegnato, spegne la tv, va a letto e durante la notte sogna di vedere in quelle scene di annegamento, i propri figli.
La lettura del testo da parte di Jessica affronta proprio questo incubo. Un racconto intenso e commovente in cui Casarini riporta con precisione i nomi dei suoi figli. Le immagini sembrano reali, poiché l’autore, anche prima dell’inizio dell’avventura di Mediterranea, era consapevole che tali immagini e scene di migranti che annegano sono tragicamente reali e avvengono quasi quotidianamente nel Mediterraneo.
Il mattino seguente gli strascichi dell’incubo sono invadenti e fastidiosi, quasi insopportabili come è insopportabile una politica volta ad ostacolare i migranti nella ricerca di un futuro migliore. Una politica che ha smesso di fare ricerca e salvataggi in mare lasciando tutto in mano alla cosiddetta “guardia costiera” libica. Una politica che decanta e vuole la chiusura dei porti per le navi delle ONG che salvano vite in mare.
«Allora decido che devo fare qualcosa, decido che devo andare in mare per cercare di salvare quelle persone, anche se non sapevo in che modo. Io di mare non sapevo niente!» ammette Casarini.
Decide, quindi, di affidarsi ai suoi amici storici, quelli di mille battaglie, di mille lotte, Alessandro Metz, che durante la serata continuerà a chiamare Sandrone, e Beppe Caccia che in quel momento lavorava a Berlino. «Quando gli spiego il malessere, l’idea, il progetto della nave con cui salvare vite in mare, mollano tutto quello che stavano facendo, compreso il lavoro, e nel giro di qualche giorno ci riuniamo e iniziamo a pensare a come andare in mare.»
Dal pathos e l’intenso impatto emotivo all’inizio dell’incontro, si passa a un momento quasi goliardico della serata, quando Casarini narra di questa reunion di vecchi amici, compagni di mille avventure, manifestazioni e proteste di piazza ai tempi del Centro Sociale Rivolta. «Abbiamo capito che nell’organizzare le manifestazioni eravamo ancora i migliori, per quanto riguarda il mare invece un po’ meno… ma la voglia era tanta», racconta.
Quindi testa bassa e lavorare: iniziata la ricerca di una nave, bisognava capire se comprarla o prenderla a noleggio, come ad esempio aveva fatto Save The Children. Servono soldi, sia in un caso, sia nell’altro. Alla fine, si presenta l’occasione di comprare un rimorchiatore del 1972, che aveva concluso il proprio lavoro in mare, ma se sistemato poteva ancora fare il proprio dovere. Sarà la Mar Jonio. Nel frattempo, inizia la ricerca di denaro. Si racimola quel che si può tramite donazioni, ma anche grazie al supporto di Banca Etica.
In un cantiere navale di Augusta in Sicilia, tra la sede Nato e la Capitaneria di Porto, iniziano i lavori per rendere l’imbarcazione adatta a salvare e ospitare persone. Bisognava fare tutto in sordina, di nascosto. «In quel clima politico di una lotta all’immigrazione senza precedenti, se avessero scoperto che io, con il mio trascorso e gli altri compagni, stavamo sistemando una nave per andare a salvare i migranti in mare, ci avrebbero bloccato subito», racconta Luca. «E la scelta del cantiere situato tra una sede Nato e la Capitaneria di Porto sembra quasi uno sberleffo al potere e alla politica dei porti chiusi.»
Per eseguire i lavori sulla nave senza troppo nell’occhio, Casarini, Metz, Caccia e altri attivisti indossiamo tute blu da operai, affittano un appartamento fuori Augusta, notoriamente città piena di militari, mangiano sempre in casa e mai fuori: «Facciamo le cose per bene e stando molto attenti, sembravamo i Blues Brothers o qualcosa di simile!»
Questi e molti altri aneddoti vengono raccontati da Casarini durante la serata e nel suo libro edito da Feltrinelli. Aneddoti toccanti, di salvataggi e umanità, ma anche racconti di situazioni divertenti e di amicizia, lo spirito con cui è nata Mediterranea. Un gruppo di amici che dal basso sono arrivati ad avere una nave con cui stanno salvando migliaia di persone, sfidando le leggi, i governi, le denunce e i processi ma che, sin dai primi giorni, hanno sentito l’appoggio di chi li sosteneva con donazioni, l’appoggio di Banca Etica e anche di parte della Chiesa, un mondo a cui, Casarini stesso confessa, si è avvicinato e da cui si sente fortemente ispirato da quando è iniziata questa avventura.
Mediterranea, nonostante le controversie legali, è appoggiata e sostenuta direttamente da Papa Francesco, il quale ha scritto un testo presente nel libro di Casarini. A confermo della grande opera cristiana che compie Mediterranea.
Questo appoggio del Papa è un ulteriore sberleffo da parte di Mediterranea, a quella politica di destra che tanto decanta i valori cristiani, i valori della chiesa, che fanno comizi con i rosari in mano ma che, in totale contraddizione, si rifiuta di aiutare il prossimo e chi ha bisogno.
Durante la serata sono stati ricordati Jack Gobbato, il ragazzo attivista del Centro Sociale Rivolta di Mestre e a cui è dedicato il libro, ucciso mentre cercava di difendere una persona aggredita. Ed è stato ricordato Moussa Diarra, il ragazzo maliano ucciso da un poliziotto, il 20 ottobre scorso fuori dalla stazione di Porta Nuova a Verona, la cui uccisione sembra ancora avvolta in un totale mistero e omertà.
La presentazione si è conclusa con la lettura da parte di Cesarini del testo scritto da Papa Francesco, un altro momento toccante ed emozionante della serata.
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