A metà ottobre a Porto, in Portogallo, si è tenuta la quinta Conferenza Internazionale
della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua
 (Global Network of Water Museums, nota
semplicemente con l’acronimo WAMU-NET)
, che ha coinvolto 62 esperti e professionisti di
32 musei dislocati in 20 diversi Paesi. La Rete è una “iniziativa faro” di UNESCO- IHP, cioè un Programma Idrologico Intergovernativo, che coinvolge oltre 100 musei dell’acqua in più di 40 Paesi, tra i quali il Museo della Navigazione Fluviale di Battaglia Terme, in provincia di Padova.

Acqua strumento di pace e cooperazione

Nel corso dei lavori della conferenza è stato sottolineato in primis il ruolo dell’acqua come elemento per promuovere la pace, la prosperità e la cooperazione. Gli esperti concordano infatti sul fatto che l’acqua oggi rivesta un ruolo chiave per stimolare una cooperazione che vada al di là dei confini nazionali e possa fare da ponte per il dialogo pacifico fra diverse culture. A testimonianza di ciò, a Porto sono stati sottoscritti 18 accordi di collaborazione. Inoltre, è stato presentato un progetto di cooperazione realizzato dalla Rete con lo scopo di ricostruire il mulino idraulico tradizionale di Azzadan (Alto Atlante, Marocco) distrutto dal terremoto del 2023.

Cosa significa “sviluppo”?

Nel corso della conferenza, si è anche tentato di dare una risposta alla domanda: è possibile
realizzare nuovi equilibri tra natura e sviluppo riducendo i conflitti nel mondo? Non esiste
risposta univoca, ma nella conferenza si è parlato anche del fatto che spesso il concetto di
“sviluppo” è male interpretato, perché lo si intende come basato su un paradigma di risorse illimitate. Dai tavoli di lavoro è emerso che il concetto di sviluppo e protezione degli ecosistemi acquatici debbano andare di pari passo per promuovere una cooperazione lungimirante nel campo dell’acqua.

Una delle sessioni della 5^ Conferenza Internazionale della Rete Mondiale dei Musei dell’Acqua.
Foto Rete WAMU- NET / UNESCO-IHP

Altre novità: tra mappe e gaming

Nel corso della conferenza è stata inoltre evidenziata la necessità di migliorare la
mappatura dei patrimoni idraulici
, al fine di valorizzarli. È solo infatti conoscendo i corpi
idrici, e migliorando la percezione che noi umani abbiamo degli stessi, che è possibile
comprendere pienamente le loro implicazioni ecologiche, che ricadono anche sulla nostra
salute. È stato poi promosso un nuovo strumento educativo basato su tecnologie digitali interattive che permetterà a ragazzi e ragazze di imparare giocando. Si tratta di “AQUAPLAY”, una piattaforma che coinvolge gli utenti facendogli colorare dei disegni presentati da oltre 120 musei dell’acqua di tutto il mondo nell’ambito del concorso a premi dell’UNESCO “L’Acqua che Vogliamo”.

La conferenza di Porto, della durata di quattro giorni, è stata organizzata grazie al supporto di “Aguas e Energia do Porto” e in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e il Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua. Il prossimo appuntamento della Rete Mondiale UNESCO dei Musei dell’Acqua sarà ospitata in Brasile dall’agenzia nazionale ADASA, che sta realizzando un monumentale Memoriale Internazionale dell’Acqua (MINA) a Brasilia.

Articolo uscito a firma di Elena Colombo sulla testata Vez.News, partner di Heraldo.

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