Lavorare, si sa, stanca. Anche non lavorando però avere la mente concentrata sul lavoro produce gli stessi effetti di stress. Se anche un dipendente o una dipendente si “portano il lavoro a casa”, non è detto che abbiano un beneficio di comodità o rilassatezza. Secondo gli studi infatti da casa la qualità del lavoro aumenta, sempre se viene mantenuto un equilibrio tra presenza e smart: secondo il Report Smartworking 2024 realizzato da Great Place to Work Italia infatti, per agevolare il benessere dei dipendenti è meglio evitare il modello quasi full remote, ossia di 4 giorni a casa. Dai dati del Report si stima che siano 3,65 milioni gli smartworker in Italia, diecimila in più rispetto al 2023, e oltre il 500% in più rispetto a prima della pandemia.

Switch off the work: a Verona si parla di benessere

L’iniziativa del Centro di Ricerca Apreso del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Verona ha visto diversi esperti ed esperte riunirsi per il convegno “Switch off the work” lo scorso 25 ottobre al Polo Santa Marta per parlare delle nuove dinamiche lavorative imposte nell’era del digitale. Inaugurato dal presidente del collegio didattico di Psicologia per la formazione Riccardo Sartori e dal docente di Psicologia del lavoro Andrea Ceschi, il convegno ha ospitato le ricercatrici Fatima Abu Hamam Collavo e Edie Michailidis che hanno presentato i risultati del progetto Erasmus+ KA 2022 e gli strumenti utilizzati.

«Un nostro studio recente ha mostrato che la mancanza di distacco psicologico da lavoro, specialmente se remoto, può avere effetti negativi sulla salute, come sintomi depressivi, affaticamento emotivo e disturbi del sonno» spiegano le ricercatrici di Apreso. «Il nostro centro di ricerca, insieme all’università Milano Bicocca e all’università di Bologna, sta lavorando su due progetti nazionali PRIN e un progetto Erasmus+ per affrontare queste tematiche».

Il progetto mira a supportare manager e formatori VET (Vocational educational training) nel recupero delle risorse personali alla fine della giornata lavorativa, alla tavola rotonda erano presenti rappresentanti di Evotec, Galileo Network, Experenti e altri esperti.

Lavori flessibili

Se fino a poco tempo fa nell’ottica delle nuove tecnologie si chiedeva flessibilità alle generazioni più giovani, ora tocca ai datori di lavoro adattarsi a questi cambiamenti, fornendo supporto in termini di autonomia, capacità informatiche e comunicazione. Il dialogo, la comunicazione strategica e la chiarezza infatti sono qualità fondamentali che la leadership del futuro deve saper maneggiare per mantenere la coesione e la cultura aziendale.

Infatti, sempre secondo i dati del Report, l’orgoglio e la soddisfazione del proprio lavoro non sono influenzati dallo smart working, al contrario “sentirsi autonomi e percepire fiducia aumenta la motivazione, favorendo una cultura dell’innovazione positiva”, grazie alla possibilità di sperimentare diverse gestioni del tempo.

Secondo il presidente del Consiglio dei consulenti di lavoro Rosario De Luca nel lavoro del futuro «il salto culturale deve avvenire da parte di tutti» e la flessibilità che sarà richiesta con l’AI supererà anche il concetto di “ore e paga”: si dovrà arrivare a un lavoro per obiettivi e risultati invece che legato al monte ore.

Già nel 2021, la ricerca della Commissione per l’occupazione e e gli affari sociali del Parlamento Europeo aveva rilevato come grazie allo smart working una grande quantità di italiani si fosse trasferita dalle città del nord Italia verso il centro e il sud, oltre a consentire a molte donne di lavorare e di avere riscontri positivi per gli obiettivi raggiunti.

Nel 2022 il Ministero italiano per le Pari Opportunità notava invece come il lavoro a casa togliesse tempo libero alle donne lavoratrici, tanto che nell’ultimo anno si è parlato di applicare il diritto alla disconnessione.

Una giovane mamma lavora da casa cercando di conciliare lavoro e vita privata. Foto Freepik.

Serve un’innovazione anche normativa

Tra le altre proposte del Ministero vi erano: la revisione delle misure per la tutela del lavoro autonomo, l’intervento sulle responsabilità di salute e sicurezza, il rafforzamento della contrattazione di secondo livello, gli sgravi per le imprese, il potenziamento dei servizi di welfare e l’aumento dei congedi parentali. Per agevolare il cambiamento in atto la politica dovrà accompagnare questo processo, consentendo sia ai cittadini di lavorare in sicurezza e con tempi ragionevoli, sia di mantenere gli stessi benefici degli altri lavoratori.

Se negli Stati Uniti ciò è già stato fatto con il Fair Labour Stantards Act, in Germania si è deciso di mantenere le stesse leggi per il lavoro agile e in Francia si sono fatti emendamenti aggiuntivi al codice del lavoro. Finlandia e Danimarca invece differenziano per tipologia di lavori e ruoli.

Diritto alla disconnessione

Il diritto alla disconnessione è sancito dalla Legge 81 del 2017, ma la sua applicazione varia tra le aziende. Secondo un report Eurofond “Oltre il 70% dei lavoratori in aziende con politiche di disconnessione le considera positive, ma è necessaria una maggiore sensibilizzazione sui rischi della connessione continua”.

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