Musica e innovazione: un dialogo a più… MANI
Al centro giovanile Link alcune sere fa si è tenuto un interessante dibattito sugli eventi musicali, che ha coinvolto alcuni professionisti
Al centro giovanile Link alcune sere fa si è tenuto un interessante dibattito sugli eventi musicali, che ha coinvolto alcuni professionisti
Il centro giovanile Link del Comune di Verona è una realtà locale che, con caparbietà, persegue i suoi obiettivi di riqualificazione del quartiere di Borgo Roma a Verona, un’area in cui convivono diverse tipologie di cittadini. Se fino a pochi anni fa la zona era considerata esclusivamente periferica e degradata, oggi risulta multiculturale, dinamica e giovane. In questo contesto trova spazio anche il progetto sociale MANI musica, nato nell’incubatrice 311 di Lungadige Galtarossa ed ospite di Link, organizzato da David Campese e Sergio Zacco, che sono riusciti ad accedere a fondi comunitari e nazionali per finanziarlo.
Il progetto propone un approccio multimediale agli eventi musicali, consentendo agli spettatori di interagire con i musicisti sul palco tramite un’applicazione, trasformando il concerto in una jam session coinvolgente per tutti. Finora sono stati organizzati due eventi, e un terzo si terrà presso l’osteria Ai Preti di Piazza Isolo il 22 novembre.
Gli organizzatori desiderano, però, anche creare occasioni di confronto con chiunque voglia approfondire il tema dell’intrattenimento musicale. È proprio in quest’ottica che è nata la serata di venerdì scorso, 15 novembre, dedicata a un dialogo tra due organizzatori di eventi musicali con approcci diversi: Luca Bocchio (Poplar Festival) ed Enrico Garnero (Box Office Live). Ne è scaturito un dibattito stimolante. I due ospiti, pur avendo background, età e target diversi, condividono la stessa passione per la musica e per l’organizzazione di eventi musicali, pur operando a scale e con frequenze differenti.
Luca Bocchio organizza dal 2017 il Poplar Festival a Trento, con entusiasmo e un pizzico di spregiudicatezza, qualità indispensabili in un’attività di questo tipo, soprattutto per un gruppo indipendente. L’obiettivo del festival è stato fin dall’inizio quello di offrire un evento di qualità, capace di attrarre pubblico non solo grazie ai grandi nomi, ma puntando sulla reputazione degli artisti scelti, costruita sulla qualità. Il risultato? Il festival cresce ogni anno ed è ormai l’evento più seguito della zona; l’ultima edizione ha contato 13.000 presenze. Attira inoltre un pubblico non solo locale, ma anche nazionale e internazionale.
Enrico Garnero, invece, rappresenta Box Office Live, una realtà che opera su scala maggiore, ospitando artisti noti al grande pubblico. Box Office Live organizza eventi in modo diretto o come promotore locale di grandi appuntamenti internazionali, nelle location più prestigiose della zona, tra cui l’Arena e il Teatro Romano. Di recente, si è occupato dell’organizzazione dell’evento per la visita del Papa a Verona, che ha richiamato circa 120.000 partecipanti.
La serata, moderata da Gianni Martari, si è sviluppata attorno a una serie di domande rivolte a entrambi gli ospiti per evidenziare i diversi approcci ai principali aspetti della loro attività. E alla domanda posta da Martari su cosa vogliano in primis gli artisti, entrambi i relatori hanno sottolineato che spesso questi tendono a sopravvalutarsi, accettando ingaggi in venue troppo grandi rispetto alla loro reale popolarità. Questo porta a sale mezze vuote e a difficoltà finanziarie. È fondamentale calibrare la dimensione dell’evento in base al momento di carriera dell’artista, che può naturalmente evolversi col tempo.
Come vi vedete tra cinque anni?
Bocchio: «Speriamo di riempire Trento di musica e di riuscire a ‘istituzionalizzare’ il Poplar Festival, così da garantire una giusta gratificazione economica a chi vi dedica tempo e passione.»
Garnero: «Noi speriamo di sopravvivere in un ambiente così competitivo. Speriamo di continuare a organizzare eventi gratificanti anche per noi stessi e, magari, di ottenere più spazi in città.»
Cosa serve oggi per avere successo in ambito musicale?
Bocchio: «Autenticità. I fan percepiscono subito se manca. Poi, non bisogna temere di fare gavetta, perché è attraverso l’esperienza che si acquisiscono le competenze per durare nel tempo. E, ovviamente, serve spirito di adattamento”.
Garnero: «Con il declino delle vendite di supporti fisici, la performance live è sempre più centrale e va gestita con cura. Inoltre, il carisma è fondamentale: è quel talento che noi del settore riconosciamo a colpo d’occhio”.
C’è dibattito sull’uso dei cellulari agli eventi. Qual è la vostra posizione?
Bocchio: «Non ho una posizione radicale. Credo che un uso moderato del cellulare possa arricchire l’esperienza, mentre abusarne rischia di isolare dal contesto.»
Qual è l’episodio più strano che vi è capitato?
Garnero: «Ricordo il concerto di Keith Jarrett all’Arena. Non voleva applausi né foto. Al primo flash ha interrotto il concerto per fare un monologo di quindici minuti. Al secondo flash, dopo mezz’ora di concerto, se n’è andato e non è più tornato, lasciando tutti – organizzatori e pubblico – infuriati.»
MANI sta lavorando sul coinvolgimento del pubblico. Cosa ne pensate?
Garnero: “Un’ottima iniziativa. Anche noi dovremmo innovare in questo senso. L’interazione con l’artista è sicuramente un valore aggiunto».
Bocchio: “Concordo, ma è importante che l’esperienza sia autentica e non forzata.»
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