Da settimane si sta parlando molto e insistentemente dell’azione messa in piedi da alcune associazioni e movimenti veronesi in Via Villa 12 a Quinzano.

Nei giorni 19, 20 ottobre e 2 novembre un gruppo di associazioni, insieme a decine di cittadini, sono entrate all’interno della villa per eseguire le pulizie di questo spazio abbandonato da oltre venti anni. Azione che le associazioni stesse avevano annunciato pubblicamente in modo da coinvolgere il maggior numero di persone.

La tre giorni ha portato a un grande lavoro da parte di attivisti e volontari in quanto sono stati riempiti decine e decine di sacchi dell’immondizia , oltre ad altro materiale ingombrante e recuperato dall’AMIA proprio in questi giorni.

Lo scopo dell’azione dimostrativa, come più volte hanno spiegato le varie associazioni coinvolte, è quello di contestare il degrado e l’abbandono a cui vengono lasciate molte strutture pubbliche nel corso dei decenni. Sono vecchie caserme, vecchie scuole, ex ospedali e uffici sparsi per la città, che appuntano versano in completo stato di abbandono. Strutture che, sempre secondo le associazioni, possono essere riadattate e messe a disposizione dei cittadini e dei quartieri attraverso le più svariate attività, ma anche a disposizione delle persone che dormono al freddo in strada. Basti pensare che, solo a Verona sono oltre 300 le persone che tutte le notti dormono in strada.

Questa azione pare aver, però, creato dei malumori all’interno della comunità di Quinzano. È nato, infatti, un comitato che vuole capire meglio quanto stia accadendo all’interno della Villa, ne chiede chiarezza alle istituzioni ma soprattutto contestano tutto l’operato delle associazioni.

Perchè solo adesso?

C’è però da chiedersi il perché questo comitato, formato dai cittadini del posto, nasca soltanto adesso, a seguito di questa grande opera di pulizia. C’è da chiedersi perché gli stessi cittadini non si siano attivati in questi oltre venti anni, anni in cui uno spazio molto bello, pubblico ed enorme, è stato sottratto loro, ai quartieri limitrofi e alla cittadinanza tutta.

Lo spazio, che fino agli inizi degli anni Duemila ha ospitato un asilo e una scuola materna che, a seguito dello sfratto, ha dovuto traslocare in un’altra zona della città, togliendo un servizio essenziale al quartiere.

La villa, come raccontato da diverse maestre e da persone intervenute nei giorni di pulizia, negli anni ha anche ospitato centinaia e centinaia di bambini del quartiere durante i grest estivi, e si domandano il perché di tale abbandono a seguito dello sfratto.

Un’altra parte più interna della villa invece sembra in disuso addirittura da sessant’anni, mentre qualche decina di metri di distanza vi è un’altra scuola, di proprietà di un ente religioso, anch’essa è in stato di abbandono e che sembra ospitare diversi senza tetto.

Quindi è d’obbligo domandarsi perché i cittadini contestano l’operato di queste associazioni e non lo hanno fatto in precedenza con le istituzioni, reclamando lo stato di abbandono dello spazio e la sottrazione di servizi essenziali per l’infanzia e per la comunità stessa. La verità è che, parlando chiaro e senza ipocrisie, il motivo per cui una parte dei cittadini di Quinzano sta contestando le associazioni è probabilmente dovuta al timore che lo spazio possa ospitare dei senza dimora, soprattutto di origine africana. Nello specifico, che possa accogliere i quaranta lavoratori che oggi dormono e vivono all’interno del Ghibellin Fuggiasco che, come è noto, dovrà chiudere quanto prima in quanto ritenuto uno spazio non più vivibile.

I timori e le voci che sono girate tra le persone che hanno aderito al comitato sono voci di paure, di pregiudizi ma anche disinteresse verso un problema, quello dei senza fissa dimora, aldilà della loro provenienza geografica, che appartiene a tutti, appartiene alla società intera, nessuno escluso. Un problema di cui le istituzioni devono farsene carico, ma che la cittadinanza deve imparare a comprendere le necessità di chi è meno fortunato. Tra l’altro, timori infondati in quanto la villa, come accade in molte strutture abbandonate, è già ricovero di un piccolo gruppo di persone senza dimora che cercano riparo dal freddo.

È da chiedersi ancora il perché il comitato è tenuto a evidenziare solo questo aspetto che tende a cavalcare facilmente un’onda di paura e dissenso politico, senza sottolineare il grande sforzo dei cittadini hanno dedicato giornate intere a pulire uno spazio pubblico, a sottolineare la volontà di far rivivere un luogo abbandonato per restituirlo alla città tramite vari progetti. Nelle assemblee pubbliche organizzate nei giorni di pulizia si è parlato di creare un orto sociale a disposizione di tutti, di un sportello della salute, di creare una sala prove per i musicisti della zona e di molte altre attività che farebbe rinascere questo posto.

L’incontro di sabato mattina

Con l’intento di cercare di fare maggiore chiarezza e di continuare il dialogo con la cittadinanza, sabato 16 novembre dalle 10.30 fino alle 12.30, le associazioni incontreranno la cittadinanza nella sala della seconda circoscrizione “Garonzi” del Centro Polifunzionale di Ponte Crencano in Via Quinzano 24d

Sarà un’occasione di confronto tra i cittadini e le associazioni che presenteranno idee di progetti da attuare nella villa e per ascoltare quelle che sono le esigenze del quartiere e di quali servizi necessitano e potenzialmente da attuare nella villa.

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