Quest’anno corre il quarantesimo anniversario del formidabile disco d’esordio di una band che col proprio suono e il fascino della loro frontwoman ha definito un genere.

Helen Folasade Adu, meglio nota come Sade Adu, nasce nel 1959 a Ibadan, in Nigeria. Di origini miste, con madre britannica e padre nigeriano, Sade si sposta in Inghilterra da bambina dopo la separazione dei genitori. Cresciuta ascoltando jazz e soul, due generi che lasceranno un’impronta indelebile sul suo stile musicale, a 18 anni si trasferisce a Londra per frequentare una scuola d’arte. Dopo il college, Sade inizia a lavorare come disegnatrice di abiti maschili e modella, ma nel frattempo si avvicina alla scena musicale londinese, iniziando a esibirsi nei locali.

Qui conosce il chitarrista e sassofonista Stuart Matthewman con il quale condivide una visione musicale affine e questo incontro le cambierà la vita e la carriera. Insieme a Paul Denman, bassista, e Andrew Hale, tastierista, fondano il gruppo “Sade”.

Ascoltiamo le prime di note di sassofono di Your Love Is King che come uno schiaffo ci sbattono direttamente negli anni ’80, con tutta la loro vitalità e le loro aspettative. Diamond Life, il primo album di Sade, fu un’autentica esplosione sul panorama musicale del 1984, ridefinendo non solo il sound di un’epoca ma anche l’immaginario collettivo, in un periodo peraltro in cui la musica era piuttosto rock. Quest’opera è una fusione di jazz, soul e pop che esplora nuove frontiere sonore e rappresenta un viaggio musicale unico: arrangiamenti jazzistici, un tocco di soul e un’estetica pop si fondono in un pop sofisticato e seducente. Diamond Life evoca un lusso discreto e raffinato, con un suono vellutato che rimanda a contesti eleganti e si imprime immediatamente nella memoria per la sua orecchiabilità sorprendente.

Diamond Life di Sade è molto più di un album: è un viaggio sonoro raffinato, in cui ogni canzone racconta una storia intrisa di emozioni profonde, lontana da qualsiasi forma di cinismo. Nei testi di Sade si avverte una sincera celebrazione dell’amore e delle sue infinite sfumature, narrate con un’eleganza rara che ha fatto del suo stile una firma inconfondibile.

A partire da Smooth Operator, brano simbolo dell’album, veniamo trasportati in un’atmosfera di mistero e seduzione, dove Sade racconta di un uomo affascinante e pericoloso, “dagli occhi d’angelo e dal cuore di ghiaccio.” Il ritmo bossa-nova e l’arrangiamento jazz creano una combinazione irresistibile, capace di avvolgere l’ascoltatore in un flusso sonoro che ha il potere di fermare il tempo. La voce di Sade si muove con grazia e compostezza tra le parole, facendo sì che ogni nota e ogni pausa diventino parte essenziale della storia narrata. Non si tratta solo di ascoltare una canzone, ma di entrare in un mondo dove il fascino e la pericolosità convivono, incarnati in un personaggio che rimane nella memoria.

Foto da Unsplash di Benjamin Lehman

Segue Your Love Is King, che continua l’esplorazione dei sentimenti con un tono intimo e avvolgente, rivelando il lato più sensuale di Sade. Le sonorità smooth jazz, dolci e vellutate, caratterizzano non solo questo brano, ma l’intero album, che si sviluppa come una successione di stati d’animo, dal desiderio alla malinconia. Sally, con la sua atmosfera jazzistica, rappresenta un altro momento chiave: qui, Sade mantiene quell’equilibrio unico tra intensità emotiva e delicatezza, che diventa il tratto distintivo dell’intero album.

Arriviamo poi a Hang on to Your Love, un brano che parla della forza e della perseveranza necessarie per mantenere in vita una relazione. L’arrangiamento è delicato e studiato per accompagnare le parole, trasmettendo un senso di intimità e complicità. Sade ci invita a riflettere sull’importanza dell’amore e sull’impegno che richiede, un tema che tocca profondamente e rende il brano uno dei momenti più emozionanti dell’album.

Brani come Frankie’s First Affair e Cherry Pie esplorano l’amore proibito e il desiderio, tematiche che Sade affronta con delicatezza e fascino. La sua voce eterea si muove tra atmosfere di malinconia e fascino misterioso, accentuando la versatilità del gruppo e rendendo ogni traccia un’esperienza unica. C’è una sottile malinconia che pervade queste canzoni, quasi come se ogni nota fosse un sussurro che racconta di amori irrealizzati o impossibili. In Cherry Pie in particolare le sonorità dell’album virano verso l’R&B, offrendo una varietà musicale che mostra la versatilità di Sade e della sua band. Questo brano è uno spostamento che arricchisce l’ascolto, portando nuove sfumature e approfondendo la connessione con l’ascoltatore. La musica di Sade sa evolversi, pur rimanendo fedele a una linea sonora inconfondibile.

When Am I Going to Make a Living, invece, porta un messaggio di resilienza e lotta. Qui Sade affronta le difficoltà economiche e le sfide della vita quotidiana con una sincerità palpabile. La base funk su cui si sviluppa il brano rafforza l’energia di un testo che è quasi un manifesto di speranza, un inno alla capacità di non arrendersi mai. Questo brano, come altri nell’album, mostra la connessione tra il gruppo e le proprie esperienze personali, dando all’intero progetto una profondità che va oltre il mero intrattenimento musicale.

L’album si chiude con Why Can’t We Live Together, una cover del brano di Timmy Thomas, che Sade interpreta con una delicatezza e un’intensità che aggiungono nuove sfumature al pezzo originale. Il tema della pace e della fratellanza viene rielaborato con una sensibilità unica, lasciando l’ascoltatore con un messaggio universale di speranza. Sade riesce a dare una nuova vita alla canzone, trasformandola in un momento di riflessione che chiude l’album in modo perfetto.

Diamond Life è un album curato in ogni dettaglio, dove ogni strumento e ogni nota trovano il loro posto in un equilibrio perfetto. Questa attenzione per l’armonia e la precisione sonora è uno degli elementi che rendono l’album un’esperienza immersiva, capace di coinvolgere l’ascoltatore in un viaggio emotivo senza tempo. Con oltre 10 milioni di copie vendute, Diamond Life è diventato uno dei debutti più iconici degli anni ’80, fissando nuovi standard nel soul e nello smooth jazz.

Negli anni i Sade ci hanno accompagnato con eleganza e un suono raffinatissimo, sempre grandemente apprezzato dal pubblico in tutto il mondo. Nonostante il successo di ogni disco però la cantante Sade Adu è sempre rimasta una presenza discreta nel panorama musicale; una personalità con un fascino profondo ma sempre solamente suggerito, mai urlato.

Ci è capitato di ritrovarla per caso nella mostra fotografica del figlio Izaak a Cortona On The Move lo scorso anno. Il figlio di Sade, Izaak Theo Adu-Watts, era nato come Helen ma ha vissuto un’esperienza di disforia di genere per gran parte della sua vita adulta e ha deciso di intraprendere il percorso di transizione dalla metà degli anni ’10. È un modello e artista, noto per il suo lavoro nel mondo dell’arte e della moda. Nelle immagini esposte forse per la prima volta ci è capitato di incontrare una Sade intima, ma solo in poche immagini.

Dopo diversi anni di silenzio della band, quest’anno, esce un singolo, Young Lion dedicato proprio ad Izaak, preludio ad un nuovo lavoro, con il consueto garbo che la contraddistingue.

E noi siamo qui ad ascoltarli ancora dopo tutti questi anni feroci, come se il trascorrere del tempo per loro non fosse stato un problema da affrontare. Anche a distanza di decenni, la musica di Sade continua a esercitare il proprio fascino e a rappresentare un modello di eleganza artistica. Diamond Life è un classico senza tempo che, anno dopo anno, mantiene il suo valore e la sua rilevanza.

Sade – Diamond Life
Data di pubblicazione: 16 luglio 1984
Registrato: ottobre – novembre 1983, Power Plant (Londra)
Tracce: 9
Lunghezza: 44: 28
Etichetta: Epic
Produttori: Robert Millar

Tracklist

  1. Smooth Operator
  2. Your Love Is King
  3. Hang on to Your Love
  4. Frankie’s First Affair
  5. When Am I Going to Make a Living
  6. Cherry Pie
  7. Sally
  8. I Will Be Your Friend
  9. Why Can’t We Live Together (Timmy Thomas)

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