Ricorrono duecento anni esatti dalla nascita di Abramo Massalongo (1824-2024), importante naturalista e studioso veronese, originario di Tregnago, considerato un pioniere assoluto nel campo della lichenologia, disciplina che approfondisce un campo specifico della botanica. Martedì scorso l’Associazione Naturalisti veronesi Francesco Zorzi ha ricordato al Museo di storia naturale la figura dello “scienziato gentiluomo” e l’importanza della sua ricerca per lo studio della flora fossile di Bolca. Un’occasione più che doverosa anche tenendo conto che il museo conserva molte pubblicazioni originali del botanico, geologo e paleontologo, oltre alle sue collezioni lichenologiche. Ne è stata relatrice Margherita Frigo, naturalista e geologa, profonda conoscitrice dei fossili di Bolca.

La conferenza ha fatto emergere la figura di uno scienziato sorretta da un forte spirito patriottico ed antiaustriaco, che lo condusse a partecipare attivamente alla vita culturale veronese, collaborando con l’Accademia di Agricoltura, la Società Letteraria e la Società dell’Ibis, realtà culturali cittadine antiche e rinomate. Il suo busto è visibile all’interno della protomoteca nella Biblioteca Civica di Verona, presso la quale è possibile consultare, su richiesta, un fondo ottocentesco costituito da carteggi e manoscritti vari.

Profondo studioso botanico

Nelle sue ricerche Massalongo intrattenne fitte relazioni epistolari con i più noti studiosi dell’epoca, tra cui Giuseppe Scarabelli (1820-1905), pioniere dell’archeologia preistorica e stratigrafica in Italia. La sua attività di ricerca ha seguito interessi variegati, dalle piante fossili e viventi, trattando con molta competenza i licheni. Come paleontologo scrisse diverse monografie riguardanti la flora del monte Bolca, della Val d’Illasi ed altre località del Veneto, occupandosi di altre zone d’Italia tra cui le specie mioceniche del territorio di Senigallia, nelle Marche, compilando un intero catalogo di piante.

Sono anni, quelli della prima metà dell’Ottocento, in cui la botanica ebbe uno sviluppo straordinario e a testimonianza di ciò fu completato, nel 1841, il primo Erbario Centrale italiano per merito del botanico siciliano Filippo Parlatore (1816-1877), con cui Massalongo intraprese un lungo carteggio epistolare. Il lavoro prende come modello la raccolta di piante officinali dello speziale veronese Francesco Calzolari (1522-1609) a cui è dedicata una sala all’interno del percorso di visita del Museo di Storia Naturale a Palazzo Pompei.

Un secolo di innovazione e studio

Un esemplare di lichene catalogato nella Collezione Abramo Massalongo, ora custodita dal Museo di storia naturale di Verona.

Il contesto culturale e scientifico dell’Ottocento era ricco di intellettuali e scienziati che fondavano accademie scientifiche e società letterarie aperte alla cultura europea, in grado di conciliare cultura scientifica e tradizione filologica. Massalongo non trascurò di affrontare temi zoologici. Furono essenzialmente due i campi di studio caratterizzanti la biografia intellettuale dello studioso, ovvero la geologia e la paleontologia vegetale, disciplina di cui fu un importante innovatore in Italia quando gli studi a riguardo erano ancora agli inizi.

Dedicò un’attenzione particolare alla lichenologia, disciplina che analizza i licheni e realizzò quasi novanta lavori, alcuni dei quali pubblicati postumi. La sua collezione lichenologica, ora custodita dal Museo di Storia Naturale di Verona, comprende circa 7580 esemplari, in parte acquistata dal Comune, in parte donati dal figlio Caro. Nell’arco di un decennio, a cavallo tra il 1850 e il 1860, Massalongo divenne uno tra i massimi esperti di licheni a livello mondiale, contribuendo a portare l’Italia ai vertici di questa disciplina.

L’importanza del microscopio

La fortuna dei lichenologi italiani dell’epoca era legata al perfezionamento del microscopio ottico che rese possibile osservare dettagli inediti, merito del lavoro di Giovanni Battista Amici (1786-1863), ingegnere e matematico che lavorò alla corte del Granduca Leopoldo II di Toscana. La peculiarità dei licheni va ricercata nell’inseparabilità dal loro contesto naturale, per questo si trovano quasi sempre conservati assieme a sassi, cortecce e rametti.

Le tavole lichenologiche ad acquerello costituiscono il valore aggiunto della collezione Massalongo e si trovano in due formati diversi, per un totale di ventisei, preparate in vista di una pubblicazione purtroppo mai ultimata. Le illustrazioni si focalizzano sugli apoteci, parti riproduttive dei licheni al cui interno sono contenuti gli archi con le spore. Strutture così piccole furono osservate per la prima volta grazie ai nuovi microscopi disponibili.

Trekking guidato sulle tracce di Massalongo

È invece in programma a Tregnago, domenica 10 novembre, un trekking guidato tra i luoghi che hanno affascinato il famoso botanico e geologo, organizzato da Visit East Verona.

Un percorso adatto a tutti, che inizierà alle ore 9 per una durata di tre ore, ad adesione gratuita ma con prenotazione obbligatoria scrivendo a prenotazioni.veronautoctona@gmail.com, oppure mandando un messaggio via Whatsapp al 375 8547762.

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