Oltre 200 studenti, tra i 12 e i 18 anni, provenienti da diversi istituti scolastici di Verona, hanno partecipato al convegno “Studio e utilizzo delle piante officinali in Val Borago e in Amazzonia” tenutosi venerdì 4 ottobre 2024 presso il Polo Didattico “G. Zanotto” dell’Università di Verona.

L’evento si inserisce nel più ampio progetto di gemellaggio tra l’Associazione di Promozione Sociale Il Carpino, che gestisce il Fondo Alto Borago, e l’Associazione delle Autorità Tradizionali del Popolo Cofán, una delle storiche comunità indigene dell’Amazzonia.

Gli Ukumari Kankhe, popolo Cofán, sono uno degli ultimi baluardi della tradizione indigena dell’Amazzonia, una comunità di circa 2500 persone che da secoli vive tra Ecuador e Colombia, impegnata nella difesa della propria cultura e del proprio territorio.

Il progetto di gemellaggio ha diversi obiettivi chiave. Il dialogo interculturale volto a favorire la reciproca conoscenza tra giovani e popoli indigeni, acquisendo nuove competenze scientifiche legate alla conservazione della biodiversità bio-culturale; la sensibilizzazione sulla deforestazione, finalizzata ad educare le giovani generazioni sulle implicazioni della deforestazione a livello locale e globale, stimolando una partecipazione attiva alla tutela dell’ambiente; il supporto ai difensori dell’ambiente, creando consapevolezza e solidarietà nei confronti delle comunità indigene, come quella Cofán, impegnate nella lotta per la difesa dei propri territori; la gestione della riserva forestale per sviluppare un piano per la gestione sostenibile della riserva della Val Borago, con l’obiettivo di tutelare la biodiversità e le conoscenze legate al territorio e, infine, quello di rafforzare la strategia di conservazione, protezione e difesa del territorio ancestrale del Popolo Cofán.

Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi studenti di diverse scuole veronesi, tra cui le classi 4M e 4G/L dell’Istituto Ferraris Fermi, 4B, 4I, 5I del Liceo Galilei e le classi 2A, 2B, 2C della scuola secondaria di primo grado di Montorio. Gli studenti, che hanno lavorato per mesi sul tema delle piante officinali, hanno presentato i loro lavori di ricerca scientifica e culturale in aula universitaria. «Sono stato impressionato dal livello qualitativo espresso dai ragazzi sia nel lavoro svolto che nella qualità della comunicazione», ha dichiarato il professor Roberto Leone, moderatore del convegno per conto di Radici dei Diritti dell’Università di Verona.

Uno dei momenti più emozionanti è stato l’intervento di Christian Ghapal Quenama e Yorli Margoth Lassa, rappresentanti del popolo Cofán, che hanno indossato abiti tradizionali per raccontare l’importanza di conservare l’Amazzonia e delle piante cerimoniali. Hanno inoltre condiviso la loro profonda connessione spirituale con la natura, elemento cardine della loro cultura.

Il Fondo Alto Borago, creato nel 2020, ha già coinvolto oltre mille studenti e organizzato decine di eventi nella Zona Speciale di Conservazione del Progno Borago e Vajo Galina, un sito di interesse comunitario noto per le sue fioriture di orchidee. Grazie al sostegno della Fondazione Cariverona e di numerosi donatori privati, il progetto è cresciuto rapidamente. Associazioni come il WWF veronese, Verona Birdwatching, Biosphaera, e molte altre realtà locali hanno affiancato Il Carpino nella gestione della riserva.

Il dottor Marco Valussi, esperto in fitoterapia e consulente del progetto, ha sottolineato i possibili sviluppi futuri: «Il lavoro svolto dai ragazzi ha dimostrato quanto possa essere forte l’impatto della collaborazione tra scuole, comunità indigene e organizzazioni ambientaliste. Questo è solo l’inizio di un percorso che potrebbe portare a progetti ancora più ambiziosi».

La partecipazione di rappresentanti delle istituzioni, tra cui Michele Bresaola, presidente della Commissione Ambiente del Comune di Verona, ha evidenziato l’importanza di coinvolgere sempre più i giovani nelle tematiche legate all’ambiente. La giornata si è conclusa con un messaggio di speranza per un futuro più consapevole e rispettoso della biodiversità, tanto nella Val Borago quanto nell’Amazzonia.

Il convegno ha rappresentato un primo passo verso una collaborazione sempre più forte tra Verona e la comunità Cofán. Lo scambio di conoscenze e l’impegno comune per la conservazione della biodiversità sono solo alcune delle componenti di questo progetto, che mira a rafforzare i legami tra culture diverse e a creare un futuro più sostenibile.

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