L’ultimo libro di Fefè De Giorgi è una lezione di vita
L'allenatore della Nazionale italiana di pallavolo ha condensato nella sua opera l'esperienza di una vita di sport.
L'allenatore della Nazionale italiana di pallavolo ha condensato nella sua opera l'esperienza di una vita di sport.
Vincere il premio “miglior libro Protagonisti dello Sport” della prima edizione di Sport Business Forum non sarà l’oro olimpico (sfumato a Parigi), ma il sorriso del ct della Nazionale di pallavolo maschile Ferdinando “Fefè” De Giorgi all’uscita del Teatro Dino Buzzati di Belluno restituisce l’idea di quanto valga per lui l’affetto delle persone e l’apprezzamento verso il suo ultimo libro.
“Egoisti di squadra – Esaltare il gruppo senza sacrificare il talento”, edito da Mondadori e scritto con la consulenza del pedagogista Giuliano Bergamaschi è stato eletto vincitore di questo concorso letterario sul mondo dello sport – promosso da ItalyPost – da una giuria di 200 lettori.
Ad aver convinto la giuria popolare è stato un testo ricco di spunti di riflessione su sé stessi, una vera e propria lezione di vita attraverso una lucida analisi del proprio mestiere, portata avanti dal ct della nazionale di pallavolo maschile campione del mondo e vice-campione d’Europa in carica.
Tra i cinque libri finalisti a Belluno, oltre ad “Egoisti di squadra”, c’erano – in ordine di classifica dal 2° al 5° – “Correre per un respiro” della pilota di rally affetta da fibrosi cistica Rachele Somaschini, “Il mio calcio eretico” dell’ex-calciatore e bandiera del Milan Filippo Galli, “Il realista visionario. Le mie regole per cambiare le regole” dell’ex-allenatore Arrigo Sacchi e “L’anima del campione” dell’ex-judoka Marco Maddaloni.
Al termine della cerimonia di premiazione e dopo un bagno di folla tra firmacopie e selfie, riesco a scambiare due parole con il ct, che mi racconta dell’esperienza di scrivere questo libro:
È stato interessante perché quando dovevo mettere in ordine le idee è stato un po’ andare a rileggere e mettere a posto un percorso di 25 anni come allenatore e anche alcune esperienze da giocatore ancor prima. È stato ricordarmi anche di alcuni aspetti che avevo perso con il tempo e con il lavoro. Poi, facendo qualcosa che non era come giocare la finale del Mondiale, è stato fatto con meno pressione ma è comunque un libro che parla di crescita, si fa tante domande e ha una struttura pedagogica.
Nei cinque capitoli che compongono il libro, De Giorgi passa in rassegna tutti gli elementi che compongono le basi fondanti di un allenatore, a partire dal significato stesso della parola “allenamento”. De Giorgi in un passaggio di “Egoisti di squadra”, scrive infatti:
Seguono poi dissertazioni sui valori che dovrebbe fare propri un allenatore; la capacità di trasmetterli ad una squadra e quindi come essere un leader credibile agli occhi dei propri giocatori; la composizione stessa di una squadra ed infine come allenare la motivazione affinché un gruppo di persone possa condividere un percorso di crescita nonostante le – normali – battute d’arresto.
Attraverso spezzoni di vita di Fefè De Giorgi ed efficaci elenchi puntati che aiutano il lettore a fissare i concetti si arriva a ricavare una metodologia di affinamento delle proprie caratteristiche tecniche ed umane. Diviene così evidente che “Egoisti di squadra”, non è un libro sulla pallavolo ma bensì un testo su come ciascuno può incidere in maniera ancor più positiva nella società, facendo un’onesta autovalutazione, aiutato dalle domande messe nero su bianco da De Giorgi.
La chiacchierata con il ct si chiude parlando di giovani – lui che allena una delle nazionali più giovani del mondo (età media di 25 anni) – e di domande. Di tutte quelle presenti nel libro, un giovane atleta all’inizio del proprio percorso quale dovrebbe chiedersi per prima?
Intanto si deve interrogare sullo scopo, “Perché sto facendo quella cosa lì?”. Nel libro torna spesso questa domanda. Bisogna chiedersi qual è l’obiettivo e la passione che ci fanno resistere nei momenti più complicati. Bisogna andare nel profondo e rispondere con sincerità. Poi la fase di crescita presenta tante altre domande però se hai un obiettivo, uno scopo, una passione ben chiara puoi affrontare tutto il resto.
L’ultima battuta con Fefè De Giorgi ha a che fare con il clima rigido di Belluno, paragonato a quello siberiano di Novyj Urengoj, dove il ct allenò tra il 2012 e il 2014. Nel libro c’è un aneddoto molto divertente su quella esperienza, anche per quello la lettura di “Egoisti di squadra” è vivamente consigliata.
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