Ilaria Ruzza vive a Verona da vent’anni, ma è originaria di Adria, in provincia di Rovigo. Prima di stabilirsi a Verona, ha vissuto per tre anni a Copenaghen, un’esperienza che l’ha arricchita profondamente grazie all’apertura culturale e al dinamismo della società danese. A Verona poi, nonostante le difficoltà iniziali di inserimento, è riuscita a costruirsi una rete di amicizie che l’hanno aiutata a trovare il suo spazio, rendendo per lei la città più accogliente e vivibile.

Ruzza ha iniziato a interessarsi di politica già a 15 anni, un periodo caratterizzato dall’irrequietezza tipica dell’adolescenza e da una forte voglia di cambiamento. Ha militato in Rifondazione Comunista, partecipando attivamente a manifestazioni, riunioni e dibattiti spesso accesi. La politica per lei non è mai stata solo una passione, ma un impegno concreto che l’ha portata a confrontarsi con diverse realtà.

Oggi Ilaria osserva con preoccupazione l’evoluzione dell’attivismo, notando un allontanamento dei giovani dalle piazze e dalle forme di protesta tradizionali. Il dibattito politico si è spostato sui social, dove le discussioni spesso diventano proclami individuali più che vere esperienze collettive. Ilaria riconosce che l’ambiente e la crisi climatica sembrano essere gli unici temi in grado di mobilitare i giovani, ma si rammarica della mancanza di coinvolgimento su altre tematiche sociali, come il lavoro, i diritti e la giustizia sociale.

Cerimonie laiche e testamento biologico

Di recente Ilaria ha iniziato l’attività di cerimoniera laica, un ruolo che le permette di celebrare momenti significativi della vita in un contesto non religioso. Ilaria offre una nuova prospettiva a chi cerca una celebrazione del matrimonio, del battesimo o del funerale senza riferimenti a credenze religiose. Per lei, la ritualità è un bisogno umano che va oltre la sfera del sacro; è un modo per dare significato ai passaggi della vita, come l’acquisto di una casa, il pensionamento, o la guarigione da una malattia. Questi momenti, secondo lei, meritano di essere celebrati con la stessa intensità di un rito religioso, ma in un modo che rispecchi i valori e le credenze personali di ognuno.

Sul tema del fine vita, Ruzza è molto attiva nel promuovere la conoscenza delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT), comunemente conosciute come testamento biologico. La legge italiana del 2017 permette ai cittadini di decidere in anticipo le cure e i trattamenti che vogliono o non vogliono ricevere in caso di malattie gravi o incidenti che li lascino in condizioni irreversibili. Ilaria sottolinea quanto sia importante informarsi e fare le proprie scelte in modo consapevole, un diritto che troppo pochi conoscono e sfruttano. Denuncia come in Italia si parli molto di eutanasia e suicidio assistito, ma pochissimo del testamento biologico, uno strumento che potrebbe dare voce alle persone anche nei momenti più critici della loro vita.

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