Il Coesistenza Festival è un appuntamento annuale di tre giorni dedicato alla relazione tra esseri umani e natura che si concentra in particolare sulla convivenza tra uomo e fauna selvatica.

Nato dalla collaborazione tra PAMS Foundation e l’associazione “Io non ho paura del lupo”, ogni anno durante il festival vengono proposte gratuitamente una serie di iniziative stimolanti, arricchenti ed emozionanti per conoscere e immaginare l’evoluzione del nostro rapporto con l’ambiente attraverso escursioni, approfondimenti scientifici, dibattiti, workshop, proiezioni di film e spettacoli teatrali.

Coesistenza Festival è anche un tavolo di confronto tra esperti, tecnici, giornalisti, scrittori e stakeholder che si incontrano per esplorare e discutere le sfide e le opportunità della coesistenza con specie come lupi, orsi, cervi e cinghiali, promuovendo il dialogo e la comprensione bilaterale.

Quest’anno il festival ha dedicato un approfondimento a un tema di crescente interesse ed attualità: la presenza dello sciacallo dorato in Italia. Enrico Ferraro (tecnico faunistico, accompagnatore di media montagna e guida ufficiale del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi) ed Elisabetta Filosi (biologa presso il Museo delle Scienze di Trento, specializzata in zoologia dei vertebrati) hanno offerto un’analisi approfondita delle dinamiche che stanno caratterizzando l’espansione di questa specie, originaria dell’Europa orientale.

Lo sciacallo dorato, noto per la sua straordinaria capacità di adattamento, sta guadagnando terreno nel nostro Paese, un fenomeno che ha suscitato interesse e preoccupazione tra gli esperti. «Il futuro dello sciacallo dorato appare roseo», ha affermato Ferraro, illustrando come l’animale si stia diffondendo in aree sempre più ampie, anche in zone vicine ai centri abitati, in particolare quelle con abbondanza di risorse idriche.

Ferraro ha inoltre fornito dati aggiornati sulla crescita della popolazione di sciacalli dorati in Italia. «Due anni fa si contavano circa 50 branchi riproduttivi», ha spiegato, «mentre oggi si parla di circa 100 branchi attivi». Questo rapido incremento non si sta verificando solo in Italia, ma in tutta l’Europa centro-occidentale, indicando una dinamica di espansione che, secondo gli esperti, è destinata a proseguire.

Lo sciacallo dorato, per evitare la predazione da parte del lupo, tende a spostarsi verso aree più antropizzate. «In sostanza preferisce avvicinarsi all’uomo piuttosto che rischiare la predazione del lupo», ha osservato Ferraro, evidenziando come questo comportamento lo porti a nutrirsi anche di fonti alimentari diversificate, tra cui topi e insetti.

Questa adattabilità è dimostrata anche dal fatto che questo canide lupino di medie dimensioni adegua il suo bioritmo all’habitat che frequenta; in luoghi più antropici sono prevalentemente notturni, mentre in territori poco antropici e isolati tendono a muoversi anche di giorno. Lo sciacallo inoltre ha un areale più ridotto rispetto ai lupi e si muove anche in terreni agricoli di pianura, ad esempio tra i campi di mais, dove è davvero molto difficile identificarli.

Nonostante questa crescente presenza, Ferraro ha sottolineato un’importante lacuna nella gestione di questa specie: «Non essendo una specie problematica non viene monitorata, a differenza del lupo e dell’orso, lo sciacallo dorato non è ancora soggetto a un monitoraggio sistematico in Italia», mettendo in luce la necessità di implementare misure di osservazione e tracciamento più rigorose.

Enrico Ferraro ed Elisabetta Filosi durante l’incontro tenutosi nell’ambito del Coesistenza Festival 2024

Il dibattito ha anche affrontato i rischi legati al bracconaggio e all’ibridazione con i cani domestici, due minacce significative per la conservazione della specie. «In Croazia e Romania sono stati documentati casi di ibridazione», ha spiegato Ferraro, sottolineando che questo fenomeno potrebbe avere implicazioni ecologiche rilevanti, non solo per lo sciacallo dorato ma anche per altre specie selvatiche.

Un altro tema delicato è quello della predazione di animali domestici. Ferraro ha riportato come in alcune regioni siano già stati segnalati episodi di predazione di cani di piccola taglia e gatti da parte degli sciacalli dorati, un problema che potrebbe intensificarsi con l’aumento della popolazione di questa specie. A ciò si aggiunge la percezione negativa dello sciacallo dorato nel mondo venatorio, dove è considerato una minaccia per la fauna cacciabile, sebbene Ferraro abbia ricordato che la specie è particolarmente protetta in Italia: «I cacciatori pensano che sia fortemente impattante sul capriolo, ma ciò è tutto da dimostrare.»

Nonostante tutti questi ostacoli, secondo le previsioni lo sciacallo dorato continuerà a crescere in numero e diffusione, espandendosi in tutta l’Europa centro-occidentale. Bisogna considerare che in Europa si stimano circa 21-22 mila lupi, mentre gli esemplari di sciacalli ammonterebbero a circa 90-110 mila unità. Questo fenomeno rappresenta una sfida complessa per la gestione e per la coesistenza di questa specie con uomo, lupo e animali domestici.

L’incontro si è dimostrato un’importante occasione di confronto e riflessione sul futuro della convivenza tra l’uomo e le specie selvatiche, confermando ancora una volta il ruolo centrale del Coesistenza Festival nel promuovere il dialogo su questioni ambientali cruciali.

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