Le cause dei cambiamenti climatici sono note. La scienza da molto tempo ci conferma che è indispensabile ridurre le emissioni climalteranti, delle quali la più nota è la CO2 (anidride carbonica). È noto, altresì, che bisogna abbandonare i combustibili fossili in favore delle energie rinnovabili. Ogni anno puntualmente si tiene una COP (Conference of Parties) per fare il punto sulla transizione energetica, sensibilizzare le parti in causa e l’opinione pubblica sulla riduzione delle emissioni nocive al clima.

Ne è passato del tempo dalla prima COP1 a Berlino del 1995, ed anche dall’ultima, la COP28 a Dubai del novembre 2023, mentre siamo in attesa della COP29 a Baku in Azerbaijan nel prossimo novembre. Ma in concreto dopo tante grida d’allarme, quali obiettivi concreti sono stati raggiunti? Siamo almeno riusciti a ridurre le emissioni di CO2?

I consumi di energia di origine fossile continuano ad aumentare

No. Nel 2023, come riportato dall’Energy Institute Statistical Review, i consumi di energia di origine fossile e le emissioni di CO2 sono ancora una volta entrambi aumentati rispetto all’anno precedente.

Consumo energetico mondiale

L’anno scorso il consumo energetico globale è stato di 620 EJ (exajoule pari a 1018 joule) sostenuto per l’81,3% da fonti fossili (petrolio, carbone e gas metano) e solo per il 18,7% da fonti non fossili (rinnovabili e nucleare). Di fatto l’economia globale è tutt’ora ampiamente sorretta dai combustibili fossili, il cui consumo è ancora aumentato.

Rispetto al 2022 il consumo energetico globale è aumentato di 13 EJ (+2,1%) cui hanno contribuito le rinnovabili per 7 EJ, e le fonti fossili per + 6 EJ.

Emissioni di CO2

Di conseguenza le emissioni ascrivibili alle fonti fossili hanno raggiunto nel 2023 un nuovo record di 40,4 GigaTon di CO2. Solo nel 2020 si era verificata una significativa, ma temporanea, diminuzione delle emissioni a causa del ben noto lockdown conseguente al Covid19. Tuttavia, superato l’effetto pandemia, l’economia mondiale ha subito recuperato, richiedendo sempre maggiore energia, in gran parte di origine fossile, ed aumentando di anno in anno le emissioni climalteranti.

Dopo 29 anni dalla prima COP1 di Berlino, del 1995, ancora non è stato invertito il trend complessivo globale delle emissioni di CO2. Ancora non è stato compiuto il primo passo. Poi bisognerà ridurle di anno in anno fino a raggiungere emissioni nette pari a zero. Ed infine non dobbiamo dimenticare che la CO2 accumulata nell’atmosfera non si dissolverà certo da sola. La concentrazione di CO2 che nel 1960 era di 315 ppm, nel 2024 ha raggiunto il valore di 424 ppm.

L’obiettivo di Parigi COP21 del 2015 (+1,5°C) è già fallito

L’accordo di Parigi del 2015 (COP21) aveva fissato l’obiettivo di contenere l’aumento di temperatura medio entro + 1,5 °C rispetto ai livelli pre-industriali. In realtà sappiamo che quel limite è già stato superato e che la temperatura media continuerà ad aumentare nei prossimi decenni.

È avvilente il contrasto fra la enormità del problema dei cambiamenti climatici, il loro impatto sul globo terrestre e sulle generazioni future, con la pochezza delle soluzioni proposte e la scarsità di risorse messe a disposizione per intervenire concretamente. Termini come Green Deal e transizione energetica, di cui ci si riempie la bocca in Europa, sembrano solo parole retoriche e chiacchiere al vento, a meno che non crediamo veramente che sia sufficente dotarsi di un’auto elettrica per salvare il pianeta.

Consumo pro capite di energia

Siamo in ritardo spaventoso nell’affrontare, a livello globale, il problema delle emissioni climalteranti, senza dimenticare gli squilibri economici esistenti evidenziati dai diversissimi livelli di consumo, che sono parte del problema.

Dopo oltre un secolo di uno sviluppo trainato da consumi di energia di origine fossile a basso costo, predatorio e baldanzosamente incosciente, la Natura ci chiede il conto, ed è un conto salato da pagare. Un conto che sarà probabilmente pagato, in gran parte, da chi dei benefici dello sviluppo economico occidentale ne è rimasto sempre ai margini, sia al nord che al sud.

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