Trent’anni di SanGiò Verona video festival non sono pochi. L’evento è stato fortemente voluto dal suo direttore artistico, Ugo Brusaporco, il quale viaggiando e scrivendo di cinema tra i vari festival ne ha creato uno insieme con il Cineclub Verona, un Video Festival che si definisce “Manifestazione internazionale di immagini in movimento”.

Nato e cresciuto nella città scaligera, manifestato in varie location al chiuso ma anche all’aperto, il SanGio’ raduna ogni anno un gruppo di registi, critici e addetti ai lavori amanti del cinema nella sua essenza.

«Non è un festival che fa piacere vedere, ma uno che fa vedere ciò che gli altri non mostrano» è la massima del direttore artistico Brusaporco e la cifra stilistica della manifestazione, quindi un viaggio tra le immagini offerto a tutti ma non adatto a tutti, un viaggio a volte controverso, mai banale, a volte irriverente, un viaggio che, a suo modo, vuol far pensare.

Trent’anni di film sulle storie del mondo

«Non possiamo che esser lieti di sostenere questa iniziativa, in un crescendo di proposte di calibro che hanno messo profonde radici nel tessuto culturale cittadino» dichiara l’assessora alla Cultura Marta Ugolini. 

La locandina della trentesima edizione del SanGiò Verona video festival.

Dopo la serata di avvio, avvenuta ieri martedì 23, con alcuni protagonisti tra i quali i corti “Barolo is Dead” di Anna Cordioli, Francesco Moroni Spidalieri e Simone Dipietro, “Rasti” di Paolo Bonfadini e Davide Morando supervisionato da Silvio Soldini, un corto di animazione asiatico in bianco e nero di grande impatto, e in chiusura “Pleine Nuit” di Manon Coubia, fino al 27 luglio proseguirà un programma che conta complessivamente 37 cortometraggi provenienti da 25 nazioni e 6 medio e lungometraggi da 5 nazioni, la proposta anche di un lungometraggio giapponese in prima mondiale.

Il programma di oggi 24 luglio

Oggi saranno al centro i temi sociali e politici: si apre con “The Battle of Empty Stomach” di Diana Al-Halabi, che esplora la realtà dei palestinesi in sciopero della fame. Seguono “Du Bist So Wunderbar” di Leandro Goddinho e Paulo Menezes, sulla lotta per le case a Berlino, e “Jaima” di Francesco Pereira, che racconta le persecuzioni del popolo saharawi.

La serata prevede “The Currency – Sensing 1 Agbogbloshie”, sui siti di riciclaggio di rifiuti elettronici, e in chiusura “Mátalos A Todos” di Sebastian Molina Ruiz e “Alexx196 & La Plage De Sable Rose” di Loïc Hobi, due film che esplorano la transizione dalla realtà virtuale a quella reale.

Un omaggio a Franco Basaglia

Da segnalare tra le varie proposte l’omaggio della terza serata all’arte della regia cinematografica con “Rainer. A Vicious Dog in a Skull Valley” di Bertrand Mandico e a chiusura “Lo sfondo” di Marco Ongaro e Stefania Tramarin.

La locandina del corto “Diario de Cecilia/Cecilia’s diary” in concorso al SanGiò Verona video festival 2024.

La quarta serata, dedicata alla regia femminile, inizierà con l’omaggio a Franco Basaglia con il corto “Diario de Cecilia” dell’argentina Valèrie Loewensberg, seguito da “This Is Not A Place For You” della regista turca Ceyda Asar, una riflessione sui conflitti di classe e il dominio maschile. La serata si concluderà con “Manting” di Shuyao Chen, coproduzione cinese e statunitense sull’amore femminile.

La scelta delle opere è affidata oltre al direttore artistico anche ai suoi stretti collaboratori Michael Benson, Giuseppe Genovese e Simone Villani.

Quest’anno il SanGio’ Verona Videofestival si presenta in una unica location, nella sala di Santa Maria in Chiavica, accanto alle Arche Scaligere, ogni giorno alle 16.30 per i lunghi e alle 21.00 per i corti, e l’ingresso è gratuito.

Programma completo e info sul sito www.sangiofestival.it.

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