La crisi del calcio italiano
Il futuro della nazionale italiana: come ripartire, tra conferme e riforme.
«Ho tentato di ringiovanire la squadra e dato che rimango qui, in futuro questo sarà fatto ancora di più.» Sono queste le parole di Luciano Spalletti, che con la sua conferma come commissario tecnico della Nazionale dovrà iniziare una nuova fase di ricostruzione e rilancio. Dopo la recente eliminazione contro la Svizzera dagli Europei è tempo di riflettere su quali strategie adottare per riportare la nazionale italiana ai vertici.
La crisi del calcio italiano non è solo tecnica, ma anche strutturale. I risultati deludenti della nazionale hanno messo in luce problemi che vanno dalla formazione dei giovani talenti alla gestione delle risorse economiche e umane. Tuttavia, ogni crisi porta con sé un’opportunità di rinascita. È fondamentale affrontare i problemi alla radice: la mancanza di investimenti nei vivai, la scarsa competitività dei club nelle competizioni europee e la necessità di riformare i campionati giovanili.
Puntare sui giovani è la chiave. I vivai italiani devono tornare ad essere fucine di talenti, come lo erano un tempo. Club come Atalanta, Sassuolo ed Empoli stanno già dimostrando che investire nei giovani può portare risultati significativi. È necessario creare un sistema che premi il coraggio di lanciare i giovani in prima squadra, fornendo loro le strutture e il supporto necessario per crescere.
Per uscire dalla crisi, il calcio italiano deve puntare su una serie di riforme strutturali, come ad esempio la rivitalizzazione dei vivai, l’aumento degli incentivi per i club, che investendo nei vivai e facendo giocare talenti italiani possono stimolare una maggiore crescita interna e infine la riforma dei campionati minori, migliorando la qualità dei campionati di serie B e C, imponendo regole più rigide sulla gestione finanziaria e fornendo maggiore visibilità, al fine di creare un ambiente più competitivo per la crescita dei giovani calciatori.
In questa fase di transizione, ci sono alcuni giovani che possono diventare i nuovi pilastri della nazionale. Nicolò Zaniolo, se riuscirà a superare gli infortuni, ha il talento per diventare un leader. In questo momento ha una trattativa aperta con l’Atalanta, il che potrebbe favorire un suo recupero e riaprirgli le porte per un ritorno ai massimi livelli. Federico Chiesa, con la sua velocità e determinazione è già una realtà. Gianluigi Donnarumma, il portiere che, nonostante le critiche, ha dimostrato di avere la stoffa dei grandi. Alessandro Bastoni, difensore di grande qualità, è fondamentale per una difesa stabile. Poi ci sono giovani come Sandro Tonali, che in questo momento sta vivendo un momento critico a causa della squalifica per calcio-scommesse, e Giacomo Raspadori, che rappresentano il futuro del nostro centrocampo e attacco.
«In 60 giorni non si può pensare che fioriscano dei Ronaldo, dei Mbappé e dei Messi. L’esigenza è valorizzare il talento, perché per la prima volta abbiamo vinto con la Under 17, siamo campioni d’Europa anche con la U19 e vicecampioni del mondo con la U20. Ma poi questi ragazzi hanno zero minuti nelle prime squadre.»
Sono queste le parole del presidente Gravina, confermato alla guida della FIGC. È fondamentale incentivare le squadre a investire nei settori giovanili e creare un sistema di scouting capillare che copra tutto il territorio nazionale. L’implementazione di infrastrutture moderne, come centri sportivi e stadi all’avanguardia, è un altro passo cruciale.
Si è parlato negli ultimi giorni della creazione di una commissione club-FIGC, che potrebbe diventare realtà. Il presidente Gravina ha annunciato un team di supporto all’azzurro, composto da alcuni dirigenti delle società, tra cui Marotta e Giuntoli. Si tratta di una commissione tecnica che aiuterà la FIGC grazie alla collaborazione di 5-6 figure della Serie A che lavorano nei club maggiori. Lo scopo è solidificare il rapporto club-nazionale, favorendo anche gli spazi a disposizione del CT e l’utilizzo di giocatori italiani, per aumentare il raggio di scelta.
Il futuro del calcio italiano dipenderà dalle decisioni che verranno prese nei prossimi anni. Investire sui giovani, riformare il sistema e credere nelle nostre capacità sono le chiavi per riportare in alto l’Italia. Bisogna adattarsi ai tempi moderni. Le conferme di Spalletti e Gravina sono il primo passo di un percorso che richiede coraggio, visione e investimenti mirati sui giovani. Solo in questo modo l’Italia potrà tornare ad essere protagonista del calcio mondiale e a regalare nuove emozioni e gioie ai propri tifosi.
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