Iniziano i saldi in Veneto ma la situazione economica è difficile e le famiglie ne risentono. In media, nel 2023 i prezzi al consumo hanno registrato una crescita del 5,7%. L’ufficio studi CGIA ha calcolato che nella nostra regione l’inflazione nel periodo 2021-2023 è stata del +14,5%, tradotto in cifre per la famiglia media veneta, significa 3.477 euro di spesa in più. Se, infatti, la spesa annuale delle famiglie presenti nella nostra regione in termini correnti nel 2021 ammontava a 23.529 euro, nel 2023 sono salite a 27.006 euro.

In questo ultimo biennio l’aumento medio mensile è stato pari a 290 euro. Inoltre secondo l’ultimo report Istat contenente dati riferiti al 2023, in Italia poco più di 2,18 milioni di nuclei e oltre 5,6 milioni di persone sono in povertà assoluta, pari al 9,7%, una quota in crescita rispetto al 9,1% del 2021. Per questi motivi, le vendite di fine stagione possono essere d’aiuto alle famiglie a patto di prestare attenzione e conoscere i propri diritti.

A cosa fare attenzione quando si acquista in saldo?

Le vendite di fine stagione “riguardano i prodotti, di carattere stagionale o di moda, suscettibili di notevole deprezzamento se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo” art. 15 del D. Lgs. 114/98 (Decreto Bersani). Il medesimo articolo indica chiaramente che “lo sconto o il ribasso effettuato deve essere espresso in percentuale sul prezzo normale di vendita che deve essere comunque esposto”. Questa indicazione ci permette di valutare al meglio la convenienza dell’acquisto. Ricordiamo inoltre che il prezzo e lo sconto indicato sono vincolanti, quindi se al momento di pagare uno dei due o entrambi sono differenti e a vostro svantaggio, pretendete il rispetto di quanto indicato sul cartellino. In caso di rifiuto rivolgetevi alla Polizia Municipale.

Inoltre la merce in saldo deve essere tenuta separata e ben individuabile rispetto a quella a prezzo pieno.

I saldi hanno spesso percentuali di sconto allettanti, non fatevi abbagliare perché se pur scontato un prodotto o capo d’abbigliamento che non serve e come buttare soldi dalla finestra. Vi consigliamo, prima di buttarvi a capofitto negli acquisti, di compilare una lista di quello che realmente ci serve. Inoltre non bisogna fermarsi al primo negozio ma fare prima un giro esplorativo e poi andare a colpo sicuro.

Sarebbe sempre meglio provare i capi d’abbigliamento prima di precedere all’acquisto, tuttavia è bene sapere che questa possibilità non è obbligatoria per il commerciante, anche se è molto raro non venga concessa.

Foto da Unsplash di Markus Winkler

Attenzione perché la possibilità di cambiare il capo dopo l’acquisto è lasciata alla discrezionalità del negoziante. Questa regola non vale se il prodotto è danneggiato o non conforme (artt. 130 e ss. d.lgs. 6 settembre 2005, n. 206, Codice del Consumo). In questi due casi il negoziante ha l’obbligo di riparare o sostituire il capo e, nel caso ciò risulti impossibile, deve ridurre o restituire il prezzo pagato. Questo può avvenire solo se l’acquirente denuncia il difetto del capo entro due mesi dalla data della scoperta dello stesso.

Se invece il prodotto acquistato in saldo ha bisogno di modifiche e/o adattamenti sartoriali (es. orli, maniche, asole, ecc…) il costo è a carico del cliente, salvo accordo diverso. Comunque il negoziante deve avvisare preventivamente il consumatore.

Contrariamente a quanto viene a volte scritto o dichiarato la garanzia vale anche per i prodotti in saldo e la sua durata è quella usuale di due anni. Per questo motivo è meglio conservare lo scontrino e se di carta chimica che tende a scolorirsi con il passare del tempo, fare una copia cartacea o digitale.

Non è possibile limitare o impedire il pagamento dei prodotti in saldo se effettuato con carte di credito o bancomat, così come non può essere applicato un sovraprezzo. Ricordiamo che dal 30 giugno 2022 chi non accetta mezzi di pagamento elettronici è sanzionato con una multa di 30 euro più il 4% del valore dell’operazione rifiutata.

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