Nella notte del 21 giugno scorso, a Mezzana Bigli, in provincia di Pavia, presso la Cascina Erbatici, un gruppo di persone rimaste ignote, dopo aver manomesso le telecamere di sorveglianza e divelto la rete metallica di protezione, è entrato in un piccolo campo di ventotto metri quadri e ha sradicato ottocento piantine di riso seminate il 13 maggio.

La notizia sarebbe stata derubricata come semplice cronaca di un atto vandalico se quel campo non avesse ospitato la prima sperimentazione italiana di riso prodotto utilizzando la tecnologia TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita), definita dagli scienziati del settore “uno storico passo avanti per l’innovazione agricola”. L’obiettivo dei vandali era quindi impedire la sperimentazione e bloccare l’innovazione.

Purtroppo lo hanno fatto, come si comportano i fanatici, senza fornire spiegazioni, sottraendosi all’approfondimento scientifico di un tema fondamentale per l’umanità: produrre alimenti sani, economicamente accessibili e sostenibili, nella protezione dell’ambiente e nel preservare la biodiversità.

Vittoria Brambilla, ricercatrice in Biologia Vegetale tra l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Dusseldorf

 «Il nostro campo sperimentale ha l’obiettivo di contribuire ad abbattere l’impiego di fungicidi nell’ottica di un’agricoltura sostenibile e di qualità, riducendo l’uso di pesticidi e fitofarmaci, razionalizzando l’impiego di acqua » spiegano Vittoria Brambilla e Fabio Fornara, docenti dall’Università degli Studi di Milano e responsabili della ricerca.

Nel caso specifico l’obiettivo è la lotta al brusone, la più grave patologia fungina del riso, una costante minaccia per la coltura, presente ovunque specialmente nelle regioni temperate, in grado di portare a perdite produttive anche del 50%.

Il fanatismo e la resistenza all’innovazione prosperano quando manca l’informazione e la comunicazione qualificata utilizza un linguaggio incomprensibile, ricco di neologismi e acronimi sconosciuti ai più. Quando si parla di biotecnologie, non si può negare, grande sembra essere la confusione. Sul tema abbiamo intervistato la Professoressa Flavia Guzzo, docente di Botanica Generale al Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona.

Professoressa Guzzo, in cosa consiste il progetto del RIS8imo, concepito da Vittoria Brambilla e Fabio Fornara e cos’è la TEA?

«Ci sono due modi per coltivare in modo sostenibile e senza pesticidi: il primo, insostenibile per l’agricoltore, è non utilizzare alcun pesticida e sperare che le piante se la cavino (e, sia chiaro, persino l’agricoltura biologica non rientra in questa modalità); il secondo è di affidarsi alle tecnologie di ultimissima generazione, sulle quali sono basate le TEA. Vittoria Brambilla e Fabio Fornara hanno scelto questa modalità, sviluppando una varietà di riso (basata sul riso Arborio, un famosissimo riso italiano da risotto) che resiste al brusone. Cerco di spiegarmi: l’insorgenza di una malattia da organismo patogeno, fungo, batterio o virus che sia, richiede che l’organismo che attacca e la sua vittima si “riconoscano”. In pratica, esistono dei geni che rappresentano una sorta di porta di ingresso dell’organismo che attacca nella sua vittima. Nel riso, tre di questi geni sono responsabili della suscettibilità del riso al fungo che causa il brusone.  Gli organismi cercano di difendersi, e, nel tempo, in modo perfettamente naturale alcuni individui con una piccola mutazione disattivano i geni interessati e diventano resistenti. L’evoluzione procede proprio in questo modo. Solo che questo richiede molto, moltissimo tempo.

 Le tecniche di Editing Genomico, Vittoria Brambilla e Fabio Fornara sono stati fra i primi ad applicarle ai vegetali in Italia, funzionano come un’evoluzione accelerata. In pratica, attraverso piccolissime “delezioni” (cioè rimozioni di porzioni di DNA) i tre geni sono stati disattivati, sono diventati incapaci di produrre le porte di accesso del fungo patogeno al riso. Questa disattivazione è stata ottenuta eliminando piccolissimi pezzettini di DNA, senza aggiungere nulla.  Sgombriamo quindi il campo da equivoci: non si tratta di produrre riso transgenico contenente DNA proveniente da altri organismi.»

Quanto rigorosi sono i criteri di validazione?

Prof.ssa Flavia Guzzo docente di Botanica generale Dip. di Biotecnologie Università di Verona

«Rigorosissimi! Questo riso è un prodotto di altissima tecnologia, sviluppato dai più importanti scienziati italiani che lavorano nel settore. Questa sperimentazione era finalizzata a testare la resistenza  alla malattia di questo riso in una situazione “reale”, la sua produttività e la qualità del prodotto finale. Non dal punto di vista della sicurezza (di qualunque tipo): quella è garantita “per processo” e non è assolutamente in discussione. Si potrà poi  scegliere fra una varietà di riso tradizionale (tradizionale, non “naturale”, perché tutte le varietà di riso commerciali sono ibridi ottenuti dall’uomo in un lungo processo di selezione) e aspersa di pesticidi, e varietà che, grazie alle TEA, non si ammalano, non necessitano di pesticidi anti-fungini e mantengono le caratteristiche alimentari tradizionali (in questo caso quelle tipiche del riso arborio).»

La biotecnologia adottata è conosciuta a partire dagli anni 2000  con l’acronimo inglese NGT (New Genomic Techniques) adottato anche dalla Commissione Europea e tradotto non esattamente in italiano con TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita). Perché in Italia le chiamiamo così?  

«Non so dirle il perché della scelta di questo acronimo, ma di certo posso affermare che è sostanzialmente accettabile nel contenuto. Quello che Vittoria Brambilla e Fabio Fornara hanno fatto è effettivamente un’evoluzione assistita: assistita dalla tecnologia, che ha consentito di modificare (mediante piccolissime delezioni) in modo molto preciso solo i tre geni responsabili della malattia. Qualcosa che può avvenire anche in natura, ma richiede tempi lunghissimi e popolazioni di riso naturali su cui l’evoluzione possa lavorare. Il riso non cresce in Italia in natura, e il riso arborio non cresce in natura in alcuna parte del mondo, è un prodotto dell’uomo, ottenuto mediante selezione artificiale.»

Ad aumentare la confusione contribuisce il legislatore quando, ad esempio, nel “decreto siccità” del 9 giugno 2023 parla di organismi prodotti con tecniche di “editing genomico mediante mutagenesi sito-diretta o di cisgenes”. Cosa vogliono dire editing genomico e cisgenes?

«Editing genomico significa modificazioni mirate di porzioni di DNA, la sostanza di cui sono fatti i geni. Ad esempio, come nel caso del riso resistente al brusone, sono sufficienti rimozioni piccolissime (anche di un solo nucleotide, che è il “mattone” di cui è composto il DNA) e il gene viene inattivato. Mutagenesi sito-diretta significa che la rimozione di porzioni di DNA non avviene in un punto casuale del gene, ma è lo scienziato a decidere esattamente (e quindi a controllare) quello che succede. Cisgenesi significa inserimento in un organismo di materiale genetico proveniente da un altro organismo della stessa specie (ad esempio, un gene che conferisce resistenza al caldo estremo trasferito da una varietà di riso resistente a situazioni estreme ad un’altra varietà di riso che invece non è resistente). Si contrappone alla trans-genesi, in cui il DNA trasferito appartiene a un organismo di una specie differente.

Non ho scelto a caso l’esempio della resistenza delle piante a condizioni climatiche estreme: se non vogliamo dire addio all’ agricoltura di pianura, contemporaneamente alla riduzione delle emissioni dei gas serra, la produzione agricola dovrà rendersi più resiliente ad un ambiente sempre più ostile. Le TEA sono, appunto, strumenti di resilienza, che consentono coltivazioni in un ambiente agricolo sempre più degradato.»

Insisto su un aspetto. Le piante prodotte con le “tecniche di evoluzione assistita” TEA, e quindi il riso RIS8imo sperimentato a Mezzana Bigli, sono diverse dagli organismi transgenici contestati dagli ambientalisti?

«Sì, queste piante non sono in alcun modo transgeniche, cioè non contengono DNA estraneo all’organismo. In realtà in questo caso sono state fatte delle piccole rimozioni di DNA, quindi il riso di Vittoria Brambilla e Fabio Fornara non è neanche cisgenico.»

Transgenici e OGM  sono la stessa cosa?

«OGM significa Organismo Geneticamente Modificato  ed è un acronimo che ha davvero poco significato: dato che proveniamo tutti da una cellula ancestrale, progenitore di tutta la vita nel pianeta. Siamo tutti OGM e per di più ci modifichiamo di continuo  perché l’evoluzione agisce proprio sulle modifiche (mutazioni) del nostro DNA. Poi, che nell’immaginario di alcune persone OGM significhi “mostro”, non mi stupisce: la recente pandemia ci ha chiaramente mostrato che, qualunque cosa dica la scienza, ci sarà sempre chi griderà al complotto, al virus che non esiste, al vaccino che uccide e sciocchezze del genere. Organismo trans-genico ha invece un significato preciso, che ho spiegato nella risposta precedente.»

Una pianta di riso strappata dal terreno (Vittoria Brambilla/Università Statale di Milano

Dopo l’ episodio di vandalismo di cui stiamo parlando,  cosa si sente di dire ai consumatori per rassicurarli?

«Mi sento di dire che non si dovrebbero sentire rassicurati, ma defraudati! Non dal riso TEA, ovviamente, ma da questi vandali oscurantisti che, con violenza e brutalità si sono arrogati il diritto, che ovviamente non hanno, di decidere che noi cittadine e cittadini non possiamo accedere a queste varietà di riso di ultima generazione, prodotte da scienziati PUBBLICI universitari e con fondi per la ricerca pubblica, che possono garantirci un cibo più sano, un ambiente agricolo più pulito e maggiore resilienza in un pianeta sempre più degradato. Bisogna diventare tutti  ambientalisti informati, non vandali oscurantisti.»

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