“Comisso è stato il più grande prosatore d’arte ed escursionista”. Così Pier Paolo Pasolini definì lo scrittore trevigiano Giovanni Comisso (1895-1969). Questo emerge anche ne Per Giovanni Comisso. Critico, editore, giornalista (Cierre Edizioni, 2023) di Giuseppe Sandrini, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Verona, autore di studi sul paesaggio veneto e veronese tra cui Ruskin e l’Italia. L’Italia e Ruskin (Cierre, 2020).

Il saggio presenta in chiave inedita una figura complessa ed enigmatica del Novecento letterario italiano ma allo stesso tempo propone un ritratto appassionato di uno spirito cosmopolita.

Molti lettori conoscono Comisso come narratore di paesaggi, viaggi e testimone della Grande Guerra (Giorni Di Guerra, scritto tra il 1923 e il 1928, racconta l’esperienza vissuta personalmente nei momenti bui della prima guerra mondiale), oltre che come cantore dell’epopea della propria esistenza.

Tra le penne più importanti della tradizione letteraria novecentesca italiana, fu un ricercatore appassionato che seppe muoversi con disinvoltura tra gli archivi della Serenissima, dove rispolverò le carte di Moisé Musssolin, un curioso personaggio di origini ebraiche, quasi omonimo del Duce, che alimentava per mestiere i tumulti nelle piazze.

Comisso lavorò ad una traduzione personale delle Memorie di Giacomo Casanova ma fu soprattutto un collaboratore di spicco de Il Mondo, settimanale culturale diretto da Mario Pannunzio (1910-1968) tra il 1949 e il 1966.

Il carteggio con Mario Pannunzio

La copertina del saggio di Giuseppe Sandrini Per Giovanni Comisso. Critico, editore, giornalista uscito per Cierre nel 2023.

Il volumetto di Sandrini, impreziosito dai contributi degli studiosi Emilio Boaretto e Arianna Tiritelli, propone il carteggio epistolare inedito tra Comisso e Pannunzio, intrapreso a cavallo tra le due guerre mondiali. Tra le lettere manoscritte si alternano aneddoti divertenti e critiche taglienti nei confronti della società italiana della Prima Repubblica.

Sandrini pone al centro la figura dell’intellettuale-viaggiatore, in una galassia che spazia dalle trincee della Grande Guerra all’impresa di Fiume nel cui golfo lo scrittore trevigiano navigò nel 1920 assieme a Guido Keller, il cui viaggio ispirò le pagine del romanzo Il porto dell’amore fino alle esplorazioni in Cina, mantenendo sempre uno sguardo attento e curioso ai mutamenti del paesaggio, forte delle proprie radici rurali molto care ad Andrea Zanzotto e Guido Piovene, cantori della provincia veneta.

Comisso fu cronista così attento della nostra città a tal punto da dedicare alla Fiera Cavalli di Verona “Cavalli a Verona” raccolto ne Il poeta-fotografo del 1940 dove compaiono riflessioni sulla scrittura, strumento atto a catturare “quel respiro della vita che nessuna macchina potrà mai percepire”.

Il Premio Comisso

Dal 1979 a Treviso si tiene il premio letterario Giovanni Comisso che include due sezioni, una dedicata alla narrativa italiana e l’altra alla biografia anche di autori stranieri, purché tradotti in Italia. Oggi pomeriggio alle 16 si terrà la riunione di selezione delle opere finaliste, che quest’anno hanno raggiunto i 205 titoli e la cui premiazione si terrà in ottobre.

Inoltre, la giuria tecnica del premio proclamerà il vincitore del Comisso Under 35 – Rotary Club Treviso 2024, giunto alla sesta edizione e riservato alla migliore opera di narrativa italiana o biografia scritta da un autore che non abbia ancora compiuto 35 anni al momento della pubblicazione. L’evento sarà trasmesso anche in streaming sulla pagina Facebook del Premio Comisso.

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