Il GSE (Gestore Servizi Elettrici) nel suo recente rapporto annuale ha tracciato il quadro statistico del settore fotovoltaico in Italia, illustrandone la diffusione, considerando le caratteristiche e gli impieghi degli impianti in esercizio sul territorio italiano.

Nel nostro Paese, al 31 dicembre scorso, risultavano in esercizio 1,6 milioni di impianti fotovoltaici che, durante il 2023, hanno prodotto 30.711 GWh (Gigawattora) di energia, il 30.4% di energia in più dell’anno precedente, che corrispondono al 10% circa della totale produzione elettrica nazionale. Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna ospitano insieme il 42% dell’intero parco fotovoltaico italiano.

Dal rapporto si apprende che L’85 % degli impianti fotovoltaici, oltre 1.355.000 unità, si concentrano nel settore residenziale che ha fornito solo il 21% dell’energia prodotta dall’intero parco fotovoltaico mentre il settore industriale, disponendo del 5% degli impianti, ne ha fornito il 50%.

Il settore agricolo, con 45.560 impianti, ha contribuito con il 9.7% dell’energia FV mentre il settore terziario, con 113.712 impianti, il 18.1%. Il settore industriale con pochi grandi impianti è il maggiore fornitore di energia fotovoltaica

Autoconsumo

Gli impianti fotovoltaici si possono classificare in due grandi gruppi: quelli dedicati alla sola produzione di energia per essere venduta nel mercato elettrico, e impianti il cui scopo principale è l’autoconsumo, soddisfare cioè il fabbisogno energetico del proprietario dell’impianto. Trattandosi di energia rinnovabile la parte autoconsumata è gratis e indipendente dall’andamento dei mercati energetici.  

Autoconsumo individuale. Curve giornaliere produzione consumo

La  tecnologia fotovoltaica, i cui prodotti sono modulari di piccolissima potenza facilmente utilizzabili da tutti i cittadini, è particolarmente adatta a favorire l’autoconsumo.

Un esempio di autoconsumo individuale (o Prosumer come dice la Direttiva Red II del 2018 della Commissione Europea) può essere trovato in una qualunque villetta con pannelli fotovoltaici che alimentano l’illuminazione, gli elettrodomestici, il riscaldamento con pompe di calore e perfino l’auto elettrica e le attività produttive/commerciali del proprietario.

Come si può vedere dal grafico in figura per il prosumer non tutto il fabbisogno elettrico può essere soddisfatto dalla produzione fotovoltaica per sua natura concentrata prevalentemente nelle ore diurne del giorno: può sempre rimanere dell’energia da acquistare (area blu del grafico) e dell’energia in surplus da vendere (area arancione).

Con grado di autoconsumo si intende la quantità di energia prodotta ed effettivamente utilizzata dal produttore rispetto alla produzione totale dell’impianto.

L’obiettivo economico dell’autoproduttore sarà quello di aumentare il più possibile il grado di autoconsumo concentrando i suoi consumi nelle ore diurne, ovvero utilizzando dei sistemi di accumulo per spalmare la produzione FV nelle ore notturne.

Quanto è diffuso l’autoconsumo individuale?

Nel 2023, in Italia, gli autoconsumi di energia elettrica sono stati 7.498 GWh, pari al 24,8% della produzione netta complessiva di tutti gli impianti fotovoltaici, diversamente ripartito fra i macrosettori: 35% per residenziale e industria, 24% terziario e 6% agricoltura.

Si può dire che in questo modo l’autoconsumo ha sottratto al mercato elettrico il 2.5% del fabbisogno elettrico nazionale: un valore ancora molto basso per un Paese che aspira all’indipendenza e competitività energetica.

Il rapporto del GSE informa che il grado di autoconsumo realizzato dai soli impianti dedicati è stato del 48,6%  medio nazionale. Tale parametro risulta generalmente più elevato nelle regioni del Nord Italia, con valori massimi rilevanti in Lombardia e Liguria. In termini assoluti spiccano Lombardia con 1.355 GWh, Veneto con 972 GWh, Emilia Romagna con 837 GWh.

GSE Valori assoluti regionali di energia autoconsumata

L’autoconsumo collettivo è assente

Il rapporto del GSE non ha considerato l’autoconsumo collettivo ovvero le Comunità Energetiche.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), secondo la direttiva europea RED II del 2018, permettono alla stragrande maggioranza della popolazione che vive nelle città, in condomini, in luoghi sottoposti a vincoli paesaggistici, in ambienti privi della corretta esposizione solare di potersi aggregare virtualmente, investire collettivamente in propri impianti e beneficiare degli stessi vantaggi dell’autoconsumatore individuale.

Autoconsumo collettivo. Curve giornaliere aggregate produzione consumo

Il processo legislativo e normativo riguardante l’autoconsumo collettivo, iniziato nel 2018,  si è finalmente concluso solo recentemente, con l’emanazione nel febbraio 2024 del decreto ministeriale MASE relativo agli incentivi con cui stimolare lo sviluppo delle comunità.

L’obiettivo nazionale è installare, con le sole Comunità energetiche CER, impianti fotovoltaici per una potenza di 5GW (Gigawatt)  entro il 2027 (cioè entro i prossimi tre anni).

Obiettivo ambizioso se si considera che l’autoconsumo collettivo è ora trascurabile (non rientra nelle statistiche GSE). Le iniziative in atto sono ancora tutte in fase di progettazione e pianificazione, i primi start-up si vedranno nel 2025 e soprattutto che la nuova potenza attesa di 5 GW aggiungerebbe un 40% circa a quanto viene ora installato annualmente.

Obiettivo necessario, forse appena sufficiente, se si vuole procedere con la transizione energetica con l’urgenza richiesta dall’ultimo rapporto IPCC  (Intergovernmental Panel on Climate Change) sui cambiamenti climatici del pianeta.

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