“Al Bentegodi è nata una stella”. Può essere questo il titolo del fermo immagine più importante della partita giocata domenica 15 ottobre 1972. Nella gara valida per la terza giornata del campionato di serie A, il calendario metteva di fronte Verona e Fiorentina. Per i gialloblù dell’era Saverio Garonzi si trattava del quinto campionato consecutivo nella massima serie dopo la promozione conquistata nella stagione 1967/68 sotto la guida del “Barone” Niels Liedholm che, ironia della sorte, si trovava questa volta sulla panchina viola. Su quella dell’Hellas, invece, c’era Giancarlo Cadè che aveva preso proprio il posto del tecnico svedese l’anno successivo alla promozione.

Un curioso aneddoto

Questo cambio di panchina, peraltro, è legato a un curioso aneddoto. Saverio Garonzi, convinto di aver perso il treno per la serie A, avvio i contatti proprio con Cadè. Al termine della stagione, fu lo stesso Liedholm a togliere Garonzi dalla contorta situazione nella quale si era infilato, facendosi da parte con un gesto di grande signorilità. «Presidente, ha dato la sua parola a Cadè, lo prenda» furono le sue parole.

Inizia a brillare una nuova stella

Quello era un Verona che aveva, come ogni anno, l’obiettivo di una tranquilla salvezza. La formazione viola, invece, voleva migliorare il piazzamento UEFA raggiunto la stagione precedente. Davanti schierava il brasiliano Sergio “Gringo” Clerici, grande ex della sfida, mentre davanti Liedholm consegnò la maglia di titolare a un giovanissimo Giancarlo Antognoni, “pescato” nel mercato estivo dall’Asti Ma.Co.Bi, squadra dell’allora Serie D piemontese.

Giancarlo Antonioni

Fu quella l’occasione in cui gli spettatori ebbero modo di ammirare fin da subito le doti di un giocatore che avrebbe legato indissolubilmente il suo nome alla città di Firenze e alla Fiorentina. La partita terminò con il risultato di 2-1 per i viola – autorete del gialloblù Mascalaito, raddoppio dell’ex Clerici e rete ad accorciare le distanze di Zigoni – ma gli occhi degli spettatori furono subito attratti da quel talentuoso centrocampista, che con il tempo sarebbe diventato un vero campione.

Alla fine di quel campionato la Fiorentina, dopo aver lottato per il titolo, si arrese solo nelle giornate finali. Il Verona, invece, oltre a conquistare una tranquilla salvezza divenne arbitro del campionato in quel famoso finale thrilling che vide il Milan perdere 5-3 al Bentegodi e la Juve vittoriosa per 2-1 in casa della Roma. Ma questa è tutta un’altra storia da raccontare.

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