Verona-Juventus: il pallone racconta
Al Bentegodi contro l'Hellas la Vecchia Signora non ha mai avuto vita facile. A sfilare la vittoria ai bianconeri furono dieci anni fa Toni e Juanito Gomez, che ripeterono l'impresa anche l'anno successivo.
Al Bentegodi contro l'Hellas la Vecchia Signora non ha mai avuto vita facile. A sfilare la vittoria ai bianconeri furono dieci anni fa Toni e Juanito Gomez, che ripeterono l'impresa anche l'anno successivo.
Contro il Verona, nelle partite disputate al Bentegodi, la Juventus non ha mai avuto vita facile. Sfide sulla carta più o meno scontate si sono spesso concluse con un risultato positivo per la squadra gialloblù. Come il 9 febbraio del 2014, esattamente dieci anni fa, quando la formazione bianconera allenata da Antonio Conte, con una vittoria praticamente in tasca e lanciata verso la conquista del terzo titolo tricolore consecutivo, dovette fare i conti con l’Hellas mai domo di Andrea Mandorlini.
Sotto di due reti dopo il primo tempo, a seguito della doppietta firmata da Carlitos Tevez, per i gialloblù la rimonta aveva tutte le sembianze di una montagna da scalare. Su due calci piazzati, però, avvenne il miracolo. A riaprire la partita ci pensò Luca Toni, che in riva all’Adige, dato per finito, stava iniziando a vivere la sua seconda giovinezza.
Allo scadere dei minuti di recupero, poi, quando le speranze di rimonta erano ridotte al lumicino, ecco spuntare la “testina d’oro” di Juanito Gomez. L’attaccante argentino fu abile a catturare un velenoso traversone di Romulo, spedendo il pallone alle spalle di Buffon. L’urlo di gioia dei quasi trentamila del Bentegodi che ne seguì, raramente si era sentito dalle parti di Piazzale Olimpia.
Per uno strano incrocio del destino la storia si ripetè l’anno successivo. Bianconeri in vantaggio con Pereyra, raggiunti ancora da Luca Toni ma tornati subito in vantaggio con lo spagnolo Llorente. E anche qui, quando mancavano una manciata di secondi al triplice fischio, ecco spuntare ancora una volta la testa provvidenziale di Juanito Gomez.
Rinvio da oltre metà campo di Rafa Marquez, difensore di classe cristallina venuto a “svernare” a Verona quando la sua carriera era quasi al capolinea, e inserimento dell’attaccante argentino che beffa, per il secondo anno di fila, l’eterno Gigi Buffon. La corsa sfrenata e carica di adrenalina di Andrea Mandorlini verso la Curva Sud, transitando davanti a un esterefatto Massimiliano Allegri, ha fatto storia.
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