L’Europa, con l’obiettivo della Land Degradation Neutrality, prevista dall’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, chiede alle nazioni dell’UE la rinaturalizzazione dei territori.
Gli Stati membri dovrebbero intervenire per azzerare la cementificazione e aumentare le superfici naturali sottratte all’urbanizzazione.

ln un Paese come l’Italia, ad alto rischio di dissesto idrogeologico, accogliere questa richiesta risulta necessario e inderogabile. Il Veneto, è la seconda regione d’Italia per consumo di suolo dopo la Lombardia, e Verona è, subito dopo Treviso, la provincia che ha tolto il maggior numero di metri quadrati al verde, impermeabilizzando eccessivamente il territorio.

Per tentare di arginare questo pericoloso fenomeno, la Regione Veneto, con la legge sul consumo di suolo, ne aveva previsto l’azzeramento entro il 2050. Ma, per raggiungerlo, sarà necessario bloccare le troppe deroghe e le concessioni del Piano casa e capannoni che, di fatto, sta frenando sensibilmente gli obiettivi della legge.

Oltre al blocco del consumo di suolo, sarebbe auspicabile favorire il recupero dei tanti capannoni e delle aree industriali dismesse. Soprattutto, sarebbe necessario togliere le varie destinazioni edificabili e riportare a verde tutte quelle aree che, trascorsi cinque anni dalle scelte di piano, non sono state interessate alla costruzione.

Quei terreni verrebbero rinaturalizzati o riportarli a verde agricolo, modificando le vecchie politiche urbanistiche che hanno deturpato il territorio e lasciato impattanti scatoloni di cemento vuoti e abbandonati. Inoltre, sarebbe incentivato il recupero del patrimonio edilizio non o sottoutilizzato, bonificato il paesaggio e aumentate le superfici da destinare all’economia agricola. Ma, soprattutto, si interromperebbe il meccanismo che considera il territorio una sorta di piattaforma su cui costruire più metri cubi possibile, per ricavare reddito economico.

Il mercato delle cosiddette “aree parcheggio”, destinate ad essere edificate senza limiti temporali, deve finire, e il suolo dovrà tornare ad essere un bene fondamentale, da tutelare e non da sprecare.

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