Nel 1939 l’Italia è bicampione del mondo di calcio. Il pallone è lo specchio dorato che mostriamo al mondo mentre in casa nostra, da qualche mese, conviviamo con la vergogna delle leggi razziali.

Di là dal confine, verso est, c’è un ragazzo di nemmeno 19 anni che sta diventando una delle persone più famose di Zagabria. Žarko Dolinar non indossa scarpe coi tacchetti. Impugna una racchetta e alla pallina imprime effetti e traiettorie di chi avrà un futuro. Ping pong suona troppo poco italico, chiamiamolo tennis tavolo.

Dolinar, figlio di una famiglia slovena immigrata in terra croata, è appena diventato campione nazionale di Jugoslavia. Di lì a poche settimane conquisterà un bronzo individuale e un argento a squadre nella tredicesima edizione dei Mondiali in programma in Egitto. La sensazione è che sia uno dei candidati a raccogliere il testimone dei grandi maestri ungheresi Miklós Szabados e Victor Barna. Di lì a poco, invece, il mondo precipiterà nel baratro.

Nel 1941, dopo l’occupazione militare delle forze congiunte italo-tedesche, nasce lo Stato indipendente di Croazia, fascista e alleato dei nazisti. Quello di Ante Pavelić e i suoi ustascia. I rastrellamenti e la repressione contro gli ebrei arrivano anche a Zagabria e allargano i confini di una tragedia che sta già seminando morte in buona parte dell’Europa.

Žarko Dolinar nel 1955

Žarko Dolinar decide di mettere in gioco la sua popolarità per provare a salvarne il più possibile. Assieme al fratello Boris riesce a procurarsi documenti di identità non ancora completati e timbri. Iniziano a falsificare certificati e permessi di viaggio, distribuendoli ad amici e conoscenti ebrei. In alcuni casi è proprio lui a nascondere in casa intere famiglie e persone in fuga, scortandole poi personalmente alla stazione o aiutandole a raggiungere i partigiani. In una di queste occasioni salva la famiglia di Judith Duic, che sarebbe poi diventata sua moglie.

Porta avanti questa sua attività segreta fino al termine della guerra, senza essere mai scoperto. Finite le bombe, torna anche lo sport. Gli anni migliori sono andati, ma Dolinar fa ancora in tempo a togliersi delle belle soddisfazioni. Nel 1954 vince i Mondiali in doppio con Vilim Harangozo. È il primo sportivo croato a vincere un titolo mondiale. Diventerà poi professore universitario a Zagabria e Basilea.

Nel 1993, sempre assieme al fratello, è stato inserito nell’elenco dei Giusti tra le Nazioni, per tutte le vite che hanno contribuito a salvare durante l’occupazione nazista in Jugoslavia. Se n’è andato nel 2003, la Giornata della Memoria ancora non esisteva.

Oggi celebriamo anche lui, e tutti coloro che non si sono voltati dall’altra parte.

Bonus Track: se qualcuno, oggi, si azzarda a farvi paragoni con la situazione odierna, abbandonate la stanza e la conversazione all’istante. Ricordare ciò che è stato è fondamentale per essere poi in grado di riconoscere le tragedie attuali, compresa quella che colpisce il popolo palestinese a Gaza. Una cosa non esclude l’altra, anzi. Saper leggere, separare e discernere è fondamentale per non farci trascinare dai venti del facile populismo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA