Animali con corpo e testa diversi, succhi gastrici a mo’ di bolle di sapone, volti sfregiati, bisturi e cadaveri da esaminare, se a questo aggiungiamo un po’ di Tim Burton e un po’ di “Frankenstein” si ottiene “Poor things” del regista greco Yorgos Lanthimos.

Godwin Baxter (William Dafoe), sfigurato chirurgo alle prese con uno dei suoi lavori più importanti, riporta in vita il corpo di una donna suicidatasi con un pargolo in grembo. Partito inizialmente come esperimento, con il passare del tempo Bella Baxter (Emma Stone) si fa largo nel cuore del suo creatore – non a caso lo chiama God – e del suo aiutante.

Nonostante i tentativi di tenerla lontana dai pericoli provenienti dall’esterno, Bella scopre che fuori dalla sua cage d’or c’è un mondo da esplorare e si mette in viaggio determinata a volerne svelare tutti i segreti. La sua inesauribile voglia di scoprire il mondo le farà prendere consapevolezza del proprio io, rivelando alcune scomode verità. Ma consapevolezza vuol dire bisogno di libertà e indipendenza; Bella nel pieno della sua spregiudicatezza infantile ha fame di conoscere, di vedere, di provare e il lussurioso avvocato Wedderburn (Mark Ruffalo) ne stuzzicherà l’insaziabile appetito.

Il viaggio di Bella è un viaggio reale e metaforico; guidata dalla sua irresistibile ingenuità che affascina tutti coloro che si rapportano con lei, scoprirà il piacere della lussuria, dei rapporti umani, dei sentimenti, dell’autodeterminazione. L’interpretazione di Emma Stone è lodevole: il modo meccanico e convulso in cui si muove, gli occhi grandi quasi bambineschi e quel viso inquietante al punto giusto, la rendono una perfetta Frankenstein al femminile. Le interpretazioni dei singoli sono degne di nota, ma la fotografia, la sceneggiatura e i costumi rendono il tutto meravigliosamente fiabesco.

Il film è uno stimolo continuo per la vista; per i colori – dal bianco e nero si passa a colori sgargianti – all’uso frequente del grandangolo. Ma è un film che si spinge oltre alle belle immagini e ai bei costumi, perché al centro della storia vi è il percorso di una donna che prende coscienza della propria sensibilità, del proprio rapporto con il mondo, del proprio corpo, del proprio io più intimo e selvaggio, della meravigliosa condizione di essere semplicemente sé stessa a discapito delle convenzioni sociali, terribilmente noiose e costrittive. Il desiderio di scoprire sé stessa, il mondo e la propria sessualità, la porteranno a costruire pensieri socio-filosofici ben strutturati – ben lontani da quel cervello che inizialmente sapeva proferire solo monosillabi – dimostrando così una razionalità, un equilibrio e un istinto eccezionali, cui nessun uomo nel film pare esserne all’altezza. Sembrano essere proprio loro le povere creature a cui si riferisce il titolo.

Lanthimos si conferma uno dei registi contemporanei più in gamba del panorama internazionale, sfornando prodotti assolutamente mai banali, ma sempre intriganti, al limite dell’inquietudine. Un’inquietudine esistenziale che ci permette di analizzare con lucidità la parabola di Bella Baxter.

SCHEDA FILM
Titolo: Poor Things
Regista: Yorgos Lanthimos
Genere: Fantascienza
Paese e anno di produzione: Stati Uniti, Regno Unito,  – 2023
Cast: Emma Stone, Mark Ruffalo, William Dafoe, Ramy Youssef,  Jerrod Carmichael, Kathryn Hunter
Voto: 8,5/10

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