Siamo tutti bomber. Quando il gioco va oltre il gioco
Un progetto innovativo, nato a Verona, propone un nuovo modo di giocare e concepire il calcio.
Un progetto innovativo, nato a Verona, propone un nuovo modo di giocare e concepire il calcio.
Il calcio merita di essere salvato? Sì, o comunque Virtual Land prova a riscattarlo con un progetto innovativo dal titolo “I am the bomber” e uno slogan che rassicura chi teme sia in pericolo. Una primizia assoluta che abbina un originale gaming immersivo a contenuti editoriali validi per tutte le età, in cui il minimo comune denominatore è la passione per il gioco più bello del mondo. In più ci sono i premi, personali ma anche con una finalità sociale.
L’idea, originale, nasce a Verona con l’azienda che il gioco-contenitore lo ha progettato e pianificato attraverso il contributo di creativi, esperti e giornalisti del territorio. A raccontarlo è Mirco Moschini, presidente di Virtual Land e ideatore di “I am the Bomber”, la cui prima uscita assoluta è rivolta al calcio dilettantistico scaligero. «Siamo un’azienda esperta in contenuti digitali e in gaming. “I am the bomber” è figlio di un’idea che va oltre il gioco. Guarda ai valori, a chi, appassionato, li vive quotidianamente in maniera genuina. Ha la forza dello sport legato al territorio, alle famiglie e i ragazzi che seguono i grandi campioni e le grandi squadre e ne interpretano le gesta sui campi, in questo caso della nostra provincia».
Come funziona?
«L’iniziativa è legata al concetto di gaming immersivo, sviluppato nell’arco di tre settimane che, in questa prima stagione, si è concentrato sul territorio veronese Ogni settimana è dedicata a un valore come la passione, l’amicizia e il fair play, con l’obiettivo di farli emergere attraverso grandi e piccoli esempi. Si gioca per vincere, certo, ma anche per conoscere storie e aneddoti, sfidare se stessi per aggiudicarsi dei premi, che coinvolgeranno le società del proprio territorio attraverso un’esperienza di gioco digitale unica che ha una finalità sociale».
Ovvero?
«Si gareggerà per se stessi ma anche per la squadra dilettantistica preferita. Una parte percentuale delle entrate saranno destinate in premi per le società sportive e parte del “monte” che raccoglieremo tramite le iscrizioni sarà destinato anche ad importanti enti, per esempio Unicef».
Cos’è la Bomber Box”?
«L’acquisto di ogni ticket garantisce la partecipazione al gioco ma anche e soprattutto la “Bomber box”, un contenitore magnifico dove dentro saranno raccolti un “Bomber Book” edito da Panini che di fatto richiama i contenuti raccolti durante questa prima stagione. Chiederemo alle squadre e ai giocatori di raccontarci le storie più belle del calcio del nostro territorio».
Lo definite “gioco innovativo”, come funziona?
«La cosa bella è che chi gioca non sa mai in realtà quando sta giocando, perché possono arrivare messaggi, segnalazioni, input sotto svariate forme in qualsiasi momento della giornata. Sì, questa è la novità, assolutamente in prima mondiale che ci vantiamo di rimarcare. È un gioco autenticamente immersivo che di fatto consente all’utente di essere raggiunto su diversi canali di comunicazione come telegram, sms e email per immergerlo in una trama narrativa che si svolge nella quotidianità. Ci saranno dei premi importanti, tra cui il primo, un viaggio e i biglietti per la partita di Premier League tra Manchester United e Newcastle United con visita al museo dei Red Devils».
Insomma, con “I am the Bomber” alla fine il calcio si salva?
«Si, soprattutto se giocandoci, partecipando e condividendone i valori, lo riscattiamo anche come comunità».
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