In occasione del 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza di genere, l’Associazione “Isolina e…” si unisce all’importante causa promuovendo un evento significativo. Grazie al patrocinio e al contributo della quarta Circoscrizione, l’associazione presenta la mostra intitolata “Non chiamatelo raptus“. Un momento importante per unirsi contro la violenza di genere. 

L’inaugurazione si terrà sabato 18 novembre alle ore 12, nella Galleria di pittura del Centro culturale “6 Maggio 1848” in via Mantovana, 66. La mostra sarà aperta al pubblico dal 18 al 29 novembre 2023. 

L’evento

Questa mostra espone le potenti tavole dell’illustratrice Stefania Spanò, conosciuta con il nome d’arte Anarkikka, che focalizzano sull’importante tema della violenza di genere e le discriminazioni di genere.

La mostra è stata presentata nella Sala Delaini, dove sono intervenuti il presidente della 4^ Circoscrizione Alberto Padovani, insieme alla consigliera Sabrina Ugolini e alla presidente di “Isolina e…”, Marisa Mazzi.

«Il nostro obiettivo è continuare a creare reti con le istituzioni, le associazioni e gli enti», spiega Marisa Mazzi. «Questa esposizione è particolarmente significativa, con un linguaggio immediato, ma ironico e tagliente, per eliminare quegli stereotipi che condizionano ancora moltissimo la nostra mentalità, dove le donne sono vittime due volte perché vengono anche considerate responsabili».

«È un modo diverso per creare consapevolezza, anche nei quartieri, riguardo alla violenza di genere», aggiunge Ugolini. 

Locandina ufficio stampa Comune di Verona
Locandina ufficio stampa Comune di Verona

Il linguaggio è complice

La raccolta di trenta vignette di Anarkikka approfondisce il tema della violenza e del linguaggio. La narrazione tossica che viene spesso veicolata dai media rappresenta un problema diffuso. Le tavole riportano un racconto semplice e chiaro che ci invita a riflettere sulle disuguaglianze e le differenze. 

«Questo linguaggio è complice, accompagna e rafforza una narrazione errata riguardo alla sopraffazione, che è presente in tutti noi. Una narrazione sostiene che la gelosia sia attenzione, che il possesso sia amore e che un crimine sia solo un impulso momentaneo», dichiara Stefania Spanò-Anarkikka.

È un linguaggio che minimizza il crimine, assolve l’uomo e getta ombre sulla donna, la vittima, che viene indicata come colei che ha cercato ciò che le è successo. “Se l’è cercata”. «Questa frase è frutto di un retaggio di una cultura patriarcale che considera la donna un oggetto: qualcosa da guardare, toccare e possedere. Il maschilismo, il sessismo e le molestie sono tutte manifestazioni dello stesso squilibrio che dà agli uomini una posizione privilegiata e alle donne una continua lotta. Questo squilibrio è evidente nell’istruzione, nelle discriminazioni sul lavoro, nelle differenze retributive, nelle violenze di genere e nei femminicidi», spiega Anarkikka. 

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Una vignetta firmata da Anarkikka

Non solo una mostra artistica

Le tavole di Stefania Spanò trasmettono messaggi immediati contro la violenza di genere, cercando di svelare miti e stereotipi che circondano questo tema delicato ma cruciale. La mostra vuole sensibilizzare il pubblico sulla realtà della violenza di genere, stimolando la riflessione e la discussione su come combattere questo problema sociale.

Oltre ad essere un’esposizione artistica, la mostra è uno spazio di dialogo, dove esprimere emozioni e condividere storie. 

Non solo una mostra artistica, quindi, ma un impegno collettivo contro la violenza di genere, per dimostrare che la consapevolezza è una delle chiavi per creare un mondo più sicuro.

Chi è Anarkikka

Stefania Spanò, nota con lo pseudonimo di Anarkikka, è un’artista poliedrica originaria di Napoli, ma adottata dalla capitale romana. Oltre ad essere un’illustratrice e una vignettista di talento, è anche un’attivista femminista impegnata.

L’autoritratto di stefania Spanò in stile Anarkikka.

Attraverso la sua arte, Anarkikka denuncia con ironia le ingiustizie sociali e le discriminazioni, raccontando le storie di diritti negati e sofferenze.

Da tempo collabora con diversi enti per la realizzazione di campagne di sensibilizzazione, raccontando le storie di diritti negati e sofferenze. Nel 2021, ha pubblicato il suo primo libro intitolato “Smettetela di farci la festa. Di discriminazioni di genere”, edito da People.

La mostra, alla Galleria di pittura del Centro Culturale (via Mantovana 66), si potrà visitare ad ingresso libero: lunedì e mercoledì dalle 9.00 alle 12.00, mercoledì anche dalle 16 alle 18, venerdì dalle 9.00 alle 12 e sabato dalle 10 alle 16.

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