Nell’occasione del suo concerto con l’Equipaggio Sperimentale in programma al Teatro Alcione (via Verdi 20, in Borgo Venezia) venerdì 20 ottobre, abbiamo intervistato Filippo Destrieri, storico tastierista di Franco Battiato, con cui ha diviso il palco e la sala di registrazione per vent’anni.

Il debutto di Filippo Destrieri nel panorama musicale avvenne con la sua partecipazione all’opera sperimentale Baby Sitter nel 1977, un progetto artistico guidato da Franco Battiato. Nel 1979, Destrieri si unì al violinista Giusto Pio e allo stesso Battiato durante il tour italiano dedicato all’album L’era del cinghiale bianco. Questo segnò l’inizio di una lunga e fruttuosa collaborazione, che lo vide coinvolto in numerosi concerti e produzioni discografiche dell’artista per un rapporto musicale che si estese fino alla metà degli anni ’90. Tale collaborazione lo elevò a uno dei partner “storici” di Battiato e contribuì notevolmente a definire il distintivo suono dell’artista.

Filippo Destrieri ha condiviso dettagli sul processo compositivo utilizzato dal cantautore siciliano. Ha sottolineato che Battiato spesso preparava le basi musicali e insieme esploravano variazioni, pattern, modifiche degli accordi e sperimentavano con i suoni e le tecnologie per creare la musica. Questo metodo combinava l’approccio strutturato con spazi per l’ispirazione creativa, un processo che, racconta, era ancor più gratificante quando non erano ancora diffusi i mezzi digitali, costringendoli a suonare manualmente gli strumenti, sfidando così la creazione di musica più organica e meno meccanica.

Durante la sua carriera, Destrieri ha collaborato alla produzione discografica di diversi artisti, tra cui Alice, Milva, Giuni Russo, Alberto Radius, Eugenio Finardi, Saro Cosentino, e Giusto Pio. Quest’ultimo, in particolare, è stato suo coautore, insieme a Franco Battiato, del brano Legione straniera.

In aggiunta alle sue attività musicali, Filippo Destrieri ha partecipato a tour in giro per l’Europa con artisti come Alice e Milva e ha potuto esibirsi di fronte a Papa Giovanni Paolo II nel 1989, così come nel leggendario Concerto di Baghdad nel 1992.

Nel 1996, Destrieri ha formato il gruppo “De-Mo” insieme a Gianni Mocchetti, e nel 2002 hanno registrato il brano inedito Bacterium con la voce recitante del filosofo Manlio Sgalambro.

Filippo Destrieri rappresenta una figura di spicco nella scena musicale italiana, caratterizzato per la sua prolifica collaborazione con Franco Battiato e per il suo contributo alla realizzazione della sua musica.

Filippo Destrieri

Destrieri, quale taglio intendete dare alla serata di venerdì?

«La realizzazione della scaletta è un momento importante nella realizzazione dello spettacolo. È difficile da stendere, specialmente se si ha a disposizione un repertorio vasto e vario come quello di Franco Battiato. Ci saranno momenti meditativi tratti ad esempio da Apriti Sesamo o Automotion ma il concerto poi sarà piuttosto “tirato”, con molti pezzi di grande successo tratti da Patriots, L’era del cinghiale bianco, La voce del padrone, Fisiognomica. In totale i brani proposti saranno circa 25 e la serata sarà, spero, molto bella e, sono sicuro, coinvolgente. Mi hanno parlato in maniera positiva anche del Teatro Alcione nel quale dicono si veda e si senta bene.»

Lei ha trascorso molto tempo col maestro Battiato. Se la sente di raccontarci com’era agli esordi?

« Conosco Battiato quando arriva a Milano negli anni ‘70 e sembra un extraterrestre. I suoi testi e le sue musiche erano totalmente diverse da qualsiasi altra cosa ci fosse in circolazione al tempo e sembrava davvero un alieno. Avevamo vent’anni e frequentavamo la scena musicale milanese dell’epoca, quindi sperimentavamo insieme. È stato naturale iniziare a collaborare.»

Quella di Battiato era una personalità forte?

«A noi ragazzi sembrava un po’ pieno di sé, ma poi abbiamo visto che aveva ragione. Era un capo e a me i capi non piacevano istintivamente. Lui, però, si faceva apprezzare. Era molto intelligente e simpatico e la straordinaria sensibilità che traspare nelle sue canzoni era parte della sua personalità.»

Poi com’è arrivato il successo?

«Beh, naturalmente è arrivato col tempo, non è stato semplice calibrare il tiro. Io iniziai a suonare con lui in concerto nel tour de L’era del cinghiale bianco. Ma prima del successo abbiamo fatto anche delle serate non proprio memorabili, come quella performance a Torino a seguito del tour di Pino Daniele in cui il palasport gremito ci voleva mandar a lavorare. È che in quel periodo eravamo davvero molto sperimentali e lo spettacolo non era per tutti. Con Patriots, il disco successivo, ci siamo proprio divertiti. Si suonava davanti a 2000 persone a data. Era perfetto. È stato il momento in cui abbiamo capito che avremmo potuto vivere di musica. Col disco d’oro de La voce del padrone il Palalido era gremito e sul Corriere della Sera anche i più scettici hanno dovuto leggere che era nata una stella. Quella è stata la consacrazione. Da allora è cambiato tutto, per lui e per noi musicisti. I dischi successivi, L’arca di Noè, Orizzonti perduti, Mondi lontanissimi e Fisiognomica sono stati un successo dietro l’altro, senza respiro.»

Siete stati anche all’estero?

«C’è stato il periodo spagnolo. Lì Franco non era conosciuto. Eravamo io, Battiato e Pio, che parlava in veneto per farsi capire. Era come ripartire da zero. Appena arrivati all’aeroporto un dipendente della EMI spagnola svogliatamente ci accompagna in albergo con una vecchia Seat. Poi Nomades entra in classifica e ci resta sei mesi. Molti brani vengono tradotti ed è anche in questo caso un successo clamoroso. La volta successiva ci vengono a prendere con la Limousine.»

Destrieri è cordiale, è un fiume in piena. Ha mille aneddoti da raccontare. Ci dice di Giusto Pio, che ha insegnato il veneto a tutti. Potrebbe intrattenere il pubblico per ore con le sue storie, ma forse la cosa migliore è sentirlo suonare con la band.

Equipaggio Sperimentale è stato fondato da Filippo Destrieri e Marco Rapelli nel 2005 per portare in giro la musica di Franco Battiato. Ai due poi si aggiungono Paola Molteni al canto, Alessandro Patané alla chitarra e Ilaria Sironi al flauto. Li accompagna Daniela Sassi, esperta della musica e dell’arte di Franco Battiato, presentatrice, voce narrante e coordinatrice.

La formazione ha pubblicato diversi album, tra cui uno dal vivo nel 2013, seguito da vari album in studio, come Jubilæum nel 2016, PantagruelicaMente Battiato nel 2016 e Strani brani nel 2017. Nella serata di venerdì all’Alcione ci sarà anche il figlio di Giusto Pio, Stefano, alla viola. Insomma, sarà una grande festa, nel nome del maestro Battiato.

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