«Ero sempre sorridente e credo che i miei genitori non abbiano mai sospettato che ero triste… Non avevo nient’altro da nascondere allora, ma nascondevo questo: la mia angoscia, la mia tristezza… Magari sarebbero stati pronti ad ascoltarmi, eppure non sono mai riuscito a parlare… E quando rimani incastrato in questo ingranaggio, per non deludere, la prima bugia chiama la seconda, e poi vai avanti tutta la vita». Così Jean Claude Roman, protagonista del libro L’Avversario, edito da Adelphi nel 2013, di Emile Carrère. Una storia dal tragico epilogo: ha finto per 18 anni di essere un medico molto affermato, un ricercatore dell’Organizzazione mondiale della sanità, quando in realtà non ha completato gli studi universitari né si è mai laureato.

Sembra una storia folle. Non lo è.

Gli anni più belli

Un questionario sul benessere psicologico sottoposto dall’Università Statale di Milano a 7096 studenti nel 2022 ha dimostrato che il 32% del campione è insoddisfatto della propria vita, il 12% degli studenti presentano sintomi depressivi, il 48% ammette di provare ansia da prestazione. Quest’ultimo è un dato particolarmente significativo poichè correlato al benessere accademico. Infatti, l’ansia da prestazione è causa di una peggiore prestazione agli esami, dovuta a mancanza di concentrazione, senso di panico, irritabilità e inquietudine.

Nonostante il quadro del benessere in ambito accademico si presenti più roseo con il 38% degli studenti soddisfatti del percorso di laurea scelto, il 62% di chi ha risposto ritiene comunque che le condizioni economiche abbiano un impatto sulla propria soddisfazione accademica e il 47% ha cercato una qualche forma di aiuto o supporto per far fronte al proprio disagio e migliorare la propria qualità di vita.

«Gli studenti universitari sono sempre più attanagliati da pressione sociale, aspettative dei genitori, paura del fallimento. Fattori, questi, che innescano un disagio molto più generalizzato di quanto ci raccontino le tragedie a cui purtroppo assistiamo periodicamente. Circa un universitario su 3, infatti, ammette di aver mentito almeno una volta alla famiglia sul reale andamento della sua carriera di studi». Lo dice una ricerca effettuata dal portale Skuola.net, che ha interpellato 1.100 ragazze e ragazzi attualmente iscritti all’università, diffusa il 17 marzo 2023. Tra una bugia a fin di bene e un’altra però si finisce per divenire nemici di se stessi, a causa dell’ansia e della depressione.

Le possibili cause

Quando si parla di salute mentale è difficile indagarne le cause in modo generalizzato. I disturbi sono diversi tra loro e hanno a che fare con caratteristiche e vissuti personali, elementi genetici e ambientali individuali. Eppure, questo fenomeno ha assunto un carattere strutturale, per cui vale la pena riflettere sulla qualità della vita degli studenti e sugli elementi socio culturali che potrebbero influire negativamente sulla salute mentale dei giovani.

Le principali cause sono rintracciabili nella pressione avvertita nel portare avanti gli studi, il timore di non ottenere dei buoni risultati, oltre che nelle preoccupazioni economiche riguardanti la difficoltà di vivere lontano da casa. A queste si aggiunge la paura relativa all’incertezza per il futuro a causa dell’instabilità del mercato del lavoro.

Fattori che probabilmente erano già presenti tra gli universitari dei decenni precedenti ma che hanno subito un’impennata a causa dello stile di vita contemporaneo. Si ipotizza infatti che, uno stile di vita sedentario, vissuto al chiuso, con poco sonno, socialmente isolato, frenetico, con un’alimentazione poco sana, favorisca le malattie mentali. Mangiare male, dormire poco, non fare attività fisica, provoca un’alterazione dei ritmi sonno-veglia, che contribuisce ad aumentare il livello di cortisolo, l’ormone dello stress, causa di possibile depressione.

È fisiologico: non possiamo stare sempre sul pezzo, perché siamo umani. Umano è sbagliare, essere fragili e fallaci, ma allo stesso tempo giudici onnipotenti al nostro stesso cospetto. Non per questo abbiamo il diritto a condannarci all’infelicità per un esame, per una sessione mancata e una domanda di laurea rimandata. Siamo molto di più di un bel voto e di una bella figura. Siamo umani ed è tutto ciò che conta.

UniVr ci aiuta

Per l’Università di Verona la qualità della vita di studentesse e studenti, il loro benessere, è la base di un percorso di studi soddisfacente. Per il prossimo anno accademico, l’ateneo pone le basi per un percorso ottimale anche dal punto di vista della salute fisica e mentale grazie ai progetti del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento. Si chiamano “Campus: Characterize and Address Mental health Problems in University Students” e “Prova lo Sport @Univr: sport e benessere per la comunità universitaria di Verona” e si focalizzano sul benessere psicologico di universitarie e universitari e sulla promozione della loro salute fisica.

“Campus: Characterize and address mental Health problems in university students

Il progetto “Campus: Characterize and address mental Health problems in university students” è nato dalla collaborazione tra il Comitato unico di garanzia, il Servizio di orientamento e il Centro collaboratore dell’Oms per la ricerca in Salute mentale del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento dell’ateneo scaligero.

L’obiettivo dell’iniziativa è offrire interventi di supporto a tutte le studentesse e gli studenti dell’ateneo durante una delle fasi più vulnerabile della vita, in cui i dati della letteratura internazionale evidenziano un aumento significativo del disagio psicologico, con notevole impatto su molte aree della vita, tra cui la motivazione, il processo decisionale e il benessere generale. Nello specifico, questo progetto intende offrire uno strumento per la gestione di situazioni di disagio e distress da utilizzare nei momenti di difficoltà.

Gli studenti e le studentesse che decideranno di partecipare potranno farlo nel rispetto della privacy, accedendo alla piattaforma intranet dedicata agli universitari “Moodle” con le proprie credenziali, selezionando la voce “Fare ciò che conta nei momenti di stress” all’interno dello spazio dedicato all’offerta formativa dell’ateneo.

Univr Sport

Esiste un’equazione perfetta per il benessere psicofisico e l’ateneo di Verona ne tiene conto: mens sana in corpore sano.

Infatti, sviluppa, come attività di ricerca e terza missione di Scienze Motorie in sinergia con il Centro universitario sportivo di verona, Cus, un’ampia e qualificata proposta di corsi e di attività motorie finalizzate al benessere e alla salute.  Questa pluriennale esperienza denominata “Univr sport: Sport e benessere per la comunità universitaria di Verona” si esplica e rende fattiva anche grazie al supporto del Comitato Unico di Garanzia, Cug e dell’Ente per il diritto allo studio, Esu.  

Da numerosi studi emerge, infatti, l’importanza dello sport per la formazione: stimolo per allenare la riflessione e le capacità cognitive, pungolo motivazionale per l’apprendimento. Praticare sport favorisce lo studio: non sono due strade parallele, bensì si intersecano e si completano reciprocamente tra loro. In questa prospettiva, l’ateneo scaligero si è fatto promotore del programma “Doppia Carriera Studente/Alteta” finalizzato a sostenere il diritto allo studio e il diritto alla pratica sportiva degli studenti-atleti.  Per questi motivi, è fondamentale incentivare interventi di attività fisica e sportiva all’università, utilizzando lo sport come veicolo di socializzazione e come strategia per promuovere il movimento e il benessere per una miglior qualità della vita universitaria.

Le proposte di attività motoria e sportiva, presentante sul sito Univr Sport: comprendono quattro ambiti la cui qualità è garantita dalle competenze e conoscenze innovative di docenti, ricercatrici e ricercatori dell’ateneo. Attività sportive individuali e in gruppo che, in relazione allo sport scelto, possono essere agonistiche o amatoriali: atletica leggera, calcio, pallavolo, pallacanestro, podismo, maratona, triathlon, power lifting; Fitness per il benessere da praticare in gruppo o individualmente come l’allenamento in palestra attrezzata: pilates, postural, yoga, zumba, tone up, circuit training, cross-fit, circuit boxe, postural tone, baby game, multysport, family strenght, vivifitness, nordic walking; attività fisica adattata per la salute che si caratterizza per un’accurata prescrizione individualizzata: silver fitness e attività per persone con disabilità, come il baskin e il sitting volley; attività ricreativa da svolgere prevalentemente in ambiente naturale e in gruppo: cammino ed escursione, il progetto cicloturismo, il trekking, le settimane attive e i centri estivi di ateneo.

“Prova lo sport”

La proposta di sport non è limitata solo a chi ha già fatto una scelta, un’importante novità dell’anno accademico 2023/2024 è il progetto “Prescrizione, orientamento, valutazione in ateneo”, “Prova lo sport”, nato in piena coerenza con le Linee programmatiche e con il Piano strategico di ateneo. L’obiettivo del progetto è stimolare e migliorare l’esperienza motoria e sportiva in studentesse, studenti e dipendenti dell’università di Verona attraverso proposte integrate di valutazione, orientamento e prescrizione di corrette pratiche motorie e sportive, adeguate alle diverse esigenze, al fine di incoraggiare la buona pratica di attività fisica.  

L’intento che sta alla base dell’iniziativa è quello di promuovere la scelta di una esperienza sportiva affinché diventi complementare con il percorso formativo universitario, coinvolgendo studentesse e studenti che non stanno praticando sport, o che vogliono migliorare la loro pratica sportiva, con servizi specifici, o essere correttamente orientati e indirizzati a scegliere una pratica di esercizio fisico.  

Un appello va a tutti coloro che stanno attraversando un periodo difficile: non sostiamo nel dolore, parliamone e chiediamo aiuto. Una soluzione c’è sempre.

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