Africa Short: tutto pronto per la serata finale e le premiazioni
Si conclude questa sera l'edizione Africa Short 2023 del Festival del Cinema Africano e oltre. Le tre giurie ci sveleranno le loro scelte nel concorso di alto livello.
Si conclude questa sera l'edizione Africa Short 2023 del Festival del Cinema Africano e oltre. Le tre giurie ci sveleranno le loro scelte nel concorso di alto livello.
La pioggia non ha fermato i tanti spettatori venuti a vedere gli ultimi 4 cortometraggi della sezione Africa Short del Festival del Cinema Africano e oltre. Riuniti nel buio serafico della suggestiva sala affrescata della basilica di Santa Teresa, la serata è iniziata con la proiezione di I am afraid to forget your face di Alaa Sameh.
La storia di Adam e del suo disperato tentativo per vedere la sua amata ci porta nell’Egitto più conservatore, mostrando uno spaccato di vita che trova spazio solo nel lutto. Il titolo in questo caso è esemplificativo delle scelte stilistiche e narrative del regista, in quanto i volti sono sempre oscurati dal Niqab. Il punto di vista sulla tragedia di Adam assume i connotati femminili, ragion per cui la regia di Alaa Sameh insegue il suo protagonista con la camera a mano acuendo la sensazione di instabilità di genere, dove perfino di fronte alla morte la condizione delle donne è soggiogata dal potere maschile. Un ribaltamento di prospettive che nel dolore dell’ultima inquadratura ribalta anche il titolo del cortometraggio: la faccia disperata di Adam, consapevole dell’ineluttabile destino, è impossibile da dimenticare.
Con Mofiala il pubblico ritorna invece nei colori dell’animazione, una scelta tecnica che abbiamo già apprezzato durante il Festival. Boris Kpadenou ha realizzato un cortometraggio che nella didattica della sua narrazione trova nel messaggio finale un fil rouge che accomuna tanti lavori visti in questa settimana. L’importanza perciò dell’indipendenza femminile è ancora una volta l’ancora di salvezza verso un mondo chiuso da una mentalità retrograda, maschilista e per questo da debellare.
In 15 minuti Lindiwe Makgalemele con The Town condensa a sua volta le tante problematiche dovute all’isolamento culturale di una bambina. Le giornate di Lesedi infatti passano anonime sulle polverose strade sudafricane, ma quando l’arrivo di un agente esterno scombussola il suo microcosmo, Lasedi scoprirà un mondo al di fuori dei propri confini territoriali e di pensiero. The Town ci mostra come anche un semplice trucco con le mani è in grado di cambiare una vita: sono i piccoli gesti, spesso, a fare la differenza.
La serata si è conclusa con Pistache Chocolat di Zaïda Ghorab, ospite durante la proiezione. Si tratta ancora una volta di cinema africano girato e prodotto in Europa, in questo caso in Francia. Pistache Chocolat ha il merito di porre al centro del racconto l’importanza della scrittura come veicolo di liberazione dall’ignoranza e di conseguenza da una condizione di segregazione socio-culturale. La storia è vista dal punto di vista di una bambina di nove anni, la cui madre analfabeta cerca in tutti i modi di sottomettere al proprio volere tutti i membri della famiglia. Navigando nelle acque del kammerspiel, Zaïda Ghorab rilegge il concetto di integrazione contrapponendo due modi di pensare e vedere il mondo.
Questa sera, sabato 1 luglio, ci sarà la serata conclusiva del Festival del Cinema Africano e oltre. Alle 21.00 si svolgeranno le premiazioni, dove le tre giurie (internazionale, degli Studenti e Studentesse dell’Università di Verona e la Giuria 37135) ci sveleranno le loro scelte. Successivamente ci saranno due proiezioni: quella del cortometraggio vincitore dell’Africa Short 2023 e di Under the fig trees, film diretto da Erige Sehiri. In caso di pioggia le proiezioni si terranno al chiuso all’interno della sala della basilica di Santa Teresa. Biglietto festival 5 euro.
Leggi anche → Africa Short: crescita e indifferenza sociale
Leggi anche → Africa Short: al centro l’indipendenza femminile
© RIPRODUZIONE RISERVATA