La quarta serata della sezione Africa Short del Festival del Cinema Africano e oltre ha visto come protagonista il mondo femminile e la sua indipendenza rispetto a una società patriarcale, una tematica che con il passare dei cortometraggi pare essere predominante all’interno della selezione.
Nelson Foix con Timoun Aw ci porta nella storia di Chris, uno spacciatore che un giorno trova sul pianerottolo della casa una bambina la cui provenienza però è ignota. Nonostante il cortometraggio di Foix pecchi in più frangenti di una narrazione troppo adagiata su contrasti sociali fin troppo lampanti (turisti ricchi che chiedono di fare una foto a chi vive nella miseria, una nave da crociera mentre sullo sfondo ci sono delle baraccopoli), l’idea di costruire un road movie guidato da un uomo e un neonato risulta vincente. Lo sguardo di Chris funge da filtro verso una realtà sociale devastata dalla povertà, che non ha problemi a gettare i figli in un sacchetto della spesa.
Mentre il destino della bambina può essere accomunato a quello dell’Africa, continente abbandonato a sé stesso sebbene amato dal proprio popolo. 28 minuti bastano a Nelson Foix per delineare il passato e il presente del proprio Paese, gettando infine un sasso nel lago incerto del futuro.
Dimostrando una sensibilità visiva mirabile verso i corpi delle due attrici principali Philbert Aimé Mbabazi Sharangabo regala al pubblico un cortometraggio che fa dell’indipendenza femminile l’elemento cardine. Twin Lakes Haven è la storia di una coppia in luna di miele che vive con lo spettro della separazione dietro l’angolo. L’arrivo di un agente esterno, una giovane donna, scombussola ogni cosa. Sembra quasi che Philbert Aimé Mbabazi Sharangabo abbia voluto ricreare una sorta di giardino dell’Eden, dove l’arrivo di una misteriosa donna “Il padrone di casa ci ha avvertito che saresti arrivata” non porta però al peccato originale – come nel caso del serpente – bensì a un nuovo sguardo sul mondo, come esplicitato da una delle ultime inquadrature finali.
Questa sera il capolavoro La noire de…
La serata si è conclusa con un cortometraggio invece più leggero nelle tematiche, ovvero Merlich Merlich di Hannil Ghilas. Girato a Marsiglia e con protagonisti una famiglia della città francese, Merlich Merlich – espressione che in arabo significa “Non importa” – cerca di mostrare i contrasti fra migranti di diverse generazioni appartenenti allo stesso nucleo familiare, non riuscendo però ad affrontare in modo deciso gli aspetti socio culturali che causano i conflitti.
Questa sera, mercoledì 28 giugno, ci sarà una serata speciale con la proiezione del capolavoro del cinema africano La noire de… per la regia di Ousmane Sembène. In caso di pioggia le proiezioni si terranno al chiuso all’interno della sala della Chiesa di Santa Teresa. Biglietto festival 5 euro.
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