Africa Short: una terza serata ricca di cinema
Con i quattro cortometrggi portagonisti della terza serata, il Festival del Cinema Africano vuole offrire al pubblico una finestra sul continente che abbraccia tematiche storiche e socio-culturali.
Con i quattro cortometrggi portagonisti della terza serata, il Festival del Cinema Africano vuole offrire al pubblico una finestra sul continente che abbraccia tematiche storiche e socio-culturali.
Nella terza serata della sezione Africa Short del Festival del Cinema Africano e oltre sono stati proiettati 4 cortometraggi che hanno mostrato tematiche e stili molto diversi fra di loro. Un segno della prosperità del cinema di questo continente, con registi e attori ancora poco conosciuti nel panorama internazionale. Kelasi di Fransix Tenda Lomba ha aperto la serata coinvolgendo il pubblico con una lezione di storia sulla Repubblica Democratica del Congo. Tramite uno stile d’animazione 2D, Fransix Tenda Lomba entra nelle dinamiche del sistema scolastico del proprio Paese mostrando il potere e l’importanza della cultura, sia come veicolo di libertà personale sia come macchina manipolatoria. Purtroppo se la tecnica d’animazione al servizio del racconto è mirabile, lo storytelling rasente il didascalismo appesantendo il risultato finale.
Dopo Kelasi, Toute la nuit si è rivelato il cortometraggio più interessante della serata. Fayçal Hammoum mette in scena la storia di Louisa, una donna alla ricerca della figlia scomparsa. La notte dà modo al regista di mostrare il microcosmo notturno di Algeri, che attraverso gli occhi di Louisa assume connotati stranianti. Seguendo The Woman Who Left di Lav Diaz, Toute la nuit si avvale come il film filippino di una protagonista formidabile per capacità espressiva, Djalila Kadi Hanifi, il cui volto enigmatico nel piano sequenza finale diventa l’emblema della rassegnazione di un popolo. Il cinema di genere in Toute la nuit è al servizio della storia, lasciando al pubblico il piacere e il dovere di formulare ipotesi: l’idea di racconto più democratica ed efficace che ci sia.
Young Man Rumble ha avuto invece il piacere di essere introdotto dallo sceneggiatore, produttore e attore protagonista George Adindu. La storia è quella di un pugile che, dopo una serie di casualità, deve affrontare il suo passato. George Adindu ha sottolineato più volte che l’intento del cortometraggio è quello di abbracciare più spettri dell’animo umano, cercando perciò di parlare a chiunque veda le vicende del protagonista. Il risultato purtroppo non è dei migliori, dato che la vastità delle situazioni affrontate nei 19 minuti di durata resta in superfice non colpendo come dovrebbe. Young Man Rumble finisce perciò per annacquare il suo potenziale in una spasmodica ricerca della commozione.
La serata si è conclusa infine con Lions di Beru Tessema. Il regista ha introdotto il suo lavoro tramite un video in cui ha spiegato come Lions sia un racconto su un sogno infranto, quello di speranza di molti migranti quando arrivano in un nuovo Paese. Si tratta in questo caso di cinema africano girato però fuori dall’Africa, mettendo in contrasto stili e culture diverse. L’idea alla base è figlia della poetica di Ken Loach, quindi di un film che fa della denuncia sociale l’aspetto predominante. Il formato 4:3 e la macchina da presa sempre incollata ai volti dei protagonisti aiuta ad acuire l’idea claustrofobica della vicenda, sebbene il regista abbia scelto di concludere la sua storia con un messaggio di fratellanza universale.
Questa sera, martedì 27 giugno, il concorso continua con 3 cortometraggi (Timoun Aw, Twin Lakes Heaven e Merlich Merlich). A fine serata ci sarà un dibattito con El-Karim Alhamydi, attore protagonista di Merlich Merlich. In caso di pioggia le proiezioni si terranno al chiuso all’interno della sala della Chiesa di Santa Teresa. Biglietto festival 5 euro.
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