Sale la preoccupazione degli italiani per i cambiamenti climatici: a dirlo è l’Istat, che dal 1998 rileva, nel contesto delle proprie indagini, la percezione dei cittadini rispetto alle tematiche ambientali.

Secondo l’Istituto nazionale di statistica, i due temi ambientali che preoccupano oltre un cittadino su due sono i cambiamenti climatici e la qualità dell’aria.

I fattori in cima alla classifica

Nello specifico, nel 2022 i cambiamenti climatici si confermano al primo posto tra le preoccupazioni ambientali degli italiani a livello globale, con il 56,7 per cento della popolazione che ne percepisce la problematicità, in aumento di 2,7 punti percentuali rispetto al 2021. Una crescita ancor più evidente se rapportata al 1998, primo anno di rilevazione, in cui timore per i cambiamenti climatici riguardava appena il 36 per cento delle persone.
Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria, avvertiti dal 50,2 per cento dei cittadini, quota pressoché costante dal 1998.

Altri fattori di allarme sono lo smaltimento e la produzione dei rifiuti, l’inquinamento delle acque, l’effetto serra e il buco dell’ozono.

In calo l’attenzione per l’effetto serra

Per quanto riguarda l’effetto serra e il buco dell’ozono, l’Istat evidenzia il netto calo della preoccupazione rispetto a quella rilevata nel 1998, che coinvolgeva quasi sei persone su dieci. Nel 2022 l’attenzione ha riguardato soltanto il 37,6 per cento degli intervistati, registrando tuttavia un aumento di 2,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente.

I problemi meno sentiti

In fondo alla classifica, tra i problemi ambientali meno sentiti vi sono l’inquinamento elettromagnetico, le conseguenze del rumore sulla salute e la rovina del paesaggio, che preoccupano una quota ristretta di persone (circa una su dieci).

I problemi ambientali più preoccupanti. Anno 2022, per 100 persone di 14 anni e più. Fonte: Istat, Indagine “Aspetti della vita quotidiana”

Effetto Greta

Dall’analisi dei dati in serie storica emerge che l’attenzione della popolazione per la crisi ambientale è aumentata in misura decisa dal 2019 (con circa il 70 per cento di cittadini in allarme), l’anno caratterizzato dal diffondersi in tutto il mondo dei movimenti di protesta studenteschi ispirati ai “Fridays For Future” di Greta Thunberg.

La ripartizione per area geografica

Nel 2022 la preoccupazione per le tematiche ambientali è risultata maggiormente concentrata nelle regioni settentrionali e nel centro Italia. Nello specifico, i cambiamenti climatici preoccupano il 59,8 per cento degli abitanti del nord rispetto al 51,8 di quelli del Mezzogiorno.

Sono più sentite al centrosud, invece, le tematiche legate alla produzione e allo smaltimento dei rifiuti (con valori pari al 42,4 cento nelle regioni meridionali e al 41,9 per cento nell’Italia centrale, contro il 37,4 del nord). Rispetto ad altre aree, il problema colpisce maggiormente l’attenzione dei cittadini di Campania e Lazio, con valori, rispettivamente, del 46,6 e 45,6 per cento.

La preoccupazione per l’inquinamento dell’aria impatta di più nelle aree metropolitane, con il 53,8 per cento dei cittadini attenti al tema. La percentuale scende fino al 44,4 nei comuni con meno di duemila abitanti, dove aumenta, invece, la sensibilità rispetto all’inquinamento del suolo e al dissesto idrogeologico.

Con l’età variano le preoccupazioni

Le interviste raccontano come, rispetto agli adulti, gli under 24 esprimano più preoccupazione per la perdita della biodiversità, la distruzione delle foreste e l’esaurimento delle risorse naturali. Gli over 55, dal canto loro, si dichiarano più attenti a dissesto idrogeologico e inquinamento del suolo.

Il livello di istruzione

Secondo i dati forniti dall’Istat, la quota di italiani sensibili per lo stato dell’ambiente cresce con l’aumentare del titolo di studio. Le differenze appaiono più polarizzate rispetto ai cambiamenti climatici, che sono un fattore di preoccupazione per il 63,9 degli intervistati laureati, rispetto al 52,2 per cento di chi possiede la licenza media.

In aumento i comportamenti ecocompatibili

I cittadini italiani fanno registrare un’elevata attenzione alla conservazione delle risorse naturali anche attraverso l’adozione di comportamenti ecocompatibili: stili di vita e di consumo che si traducono in vere e proprie scelte di politica ambientale, con un impatto sulla sostenibilità.

Comportamenti eco-compatibili delle persone di 14 anni e più. Anno 2022, per 100 persone di 14 anni e più. Fonte: Istat, Indagine “Aspetti della vita quotidiana”

Nel 2022, il 69,8 per cento degli intervistati ha dichiarato di fare abitualmente attenzione a non sprecare energia, e il 67,6 per cento cerca di non sprecare l’acqua.
Il 35 per cento degli italiani sostiene di leggere le etichette degli ingredienti e il 22,5 per cento acquista alimenti e prodotti locali.

Ancora pochi, spesso probabilmente per questioni di necessità, sono coloro che per spostarsi scelgono mezzi alternativi all’auto privata: solo il 20 per cento dei cittadini al Nord, e il 14,4 per cento nel Meridione.

L’attenzione verso comportamenti ecocompatibili, secondo l’Istituto nazionale di statistica, non è ancora una pratica diffusa tra le fasce di età giovanili: i comportamenti più virtuosi, infatti, sono rilevati solo dopo i venticinque anni di età.

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