Autodisporsi. Caso e volontà è l’esposizione doppia personale inaugurata a Verona sabato 1 aprile dalla galleria d’arte contemporanea Studio la Città e dedicata agli artisti Emil Lukas e Giorgio Vigna, con testo critico di Marco Meneguzzo.

In mostra una selezione di opere recentissime esposte qui per la prima volta, accanto a lavori meno recenti, che descrivono come la relazione tra caso e volontà caratterizzi da sempre la ricerca di entrambi gli artisti.

Osservare le leggi della natura

Un’opera di Giorgio Vigna esposta in Autodisporsi. Caso e volontà allo Studio La Città fino al 1 giugno. Foto Cristina Cuttica.

Artisti differenti per formazione e espressione artistica, Emil Lukas e Giorgio Vigna contemplano entrambi nel loro processo creativo le leggi della natura.

Come la forza di gravità quale elemento costituente dell’opera – da cui il titolo della mostra Autodisporsi – o il comportamento del colore, quando esposto a forze diluenti o aggreganti, o ancora la casualità del cammino compiuto da larve che si muovono su gocce di inchiostro.

Un invito ad accettare di vivere in una realtà, per sua natura, in alcuni aspetti incontrollabile e indipendente dalla volontà umana.

Stati Uniti e Italia a confronto

Emil Lukas (1964) nasce a Pittsburgh in Pennsylvania (Usa); artista dal riconoscimento internazionale, le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche e private, musei, gallerie d’arte contemporanea negli Stati Uniti e inEuropa. 

Giorgio Vigna (1955) nasce a Verona e si forma artisticamente tra Venezia, Roma e Milano. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, musei e nelle principali gallerie d’arte contemporanea delle Americhe e d’Europa. Nel 2021 in occasione del centenario della nascita di Licisco Magagnato, il Museo di Castelvecchio ha ospitato la sua mostra “Lapilli” nella Galleria delle Sculture, realizzata in collaborazione con Studio la Città.

Dentro e fuori il cerchio

Nell’entrare nelle sale espositive di Studio la Citta siamo accolti da quadri, installazioni e sculture in un susseguirsi di forme e materiali, colori e riflessi, luce e ombre, vuoti e pieni che risuonano creando un’armonia spazio-temporale in cui siamo attratti e da cui siamo trasportati in dimensioni altre, per perderci e nel contempo ritrovarci.

Emil Lukas, Magnetic play.

La forma circolare è un tratto comune alla maggior parte delle opere esposte di entrambi gli artisti. Differiscono i materiali – in gesso, materiali organici, inchiostro, tela, carta, per Lukas; vetro di Murano, rame, bronzo, per Vigna.

Un rotondo pieno e vuoto di materia ed energia, saturo di luce che appare e scompare nella successione del bianco e nero dei dipinti, che attraversa la trasparenza dei vetri ribaltando i punti di vista delle cose e suggerendo nuove visioni, fino ad arrivare alla densità della materia. 

Come la vita accade

Rotondo di concavità create nelle tele la cui tensione ci porta veloci nel punto più profondo, per poi rimbalzarci in modo repentino fuori sulla superficie dipinta, nella successione degli strati di colore in esso precipitati per gravità, testimonianza del trascorrere del tempo.

Le opere, apparentemente diverse per la forma ma comuni nell’essenza, ci parlano della vita e di come le cose accadono, anche senza la nostra partecipazione attiva. A noi non resta che osservarle con l’intento di percepirle per accogliere la grandezza dell’universo.

Insieme alla doppia personale, il 1 aprile ha inaugurato anche l’esposizione
Fotografie anni ’80, di Bo Ljungblom. Entrambe le mostre sono visitabili fino al prossimo 1 giugno, con possibilità di visite guidate su prenotazione contattando la galleria (info@studiolacitta.it – tel. 045 597549).

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