Un’avventura in Ladakh per parlare di riscaldamento globale
Omar Di Felice attraverserà in bicicletta la regione remota del Ladakh,tra le montagne e i ghiacciai himalayani, per porre un ulteriore faro sulla crisi climatica globale.
Omar Di Felice attraverserà in bicicletta la regione remota del Ladakh,tra le montagne e i ghiacciai himalayani, per porre un ulteriore faro sulla crisi climatica globale.
L’ultracyclist Omar Di Felice ha iniziato sabato 25 febbraio una nuova avventura: attraversare una delle regioni più alte e fredde della Terra, il Ladakh. Situata nel nord dell’India, al confine tra Pakistan e Cina, questa regione si trova nel distretto himalayano che conserva ancora intatto il Buddismo Tibetano tanto da essere soprannominato anche “il Piccolo Tibet dell’India”. Incastonato tra i ghiacciai himalayani, il Ladakh è un ampio deserto d’alta quota i cui passi e valichi superano spesso i 5.000 metri di quota. Qui le condizioni di vita, soprattutto durante i rigidi e nevosi inverni, sono dure: le strade vengono chiuse quasi completamente e le popolazioni dei villaggi migrano a sud viste le temperature che scendono abbondantemente sotto i meno 20-30 °C, al limite del proibitivo.
Omar Di Felice – in sella alla sua mountain bike Wilier Triestina Usma Slr – è partito da Manali per raggiungere Leh, capitale del distretto, e terminare l’avventura sulla cima del Khardung La, a quota 5.359 metri dopo aver scalato alcune vette alte più di cinquemila metri, come lo Shinku-La (5031 metri). Il percorso prevede 1.500 chilometri e oltre 25 mila metri di dislivello.
La quota, le temperature rigide e le condizioni di isolamento, saranno i fattori di maggior difficoltà per Di Felice. Il percorso stabilito, inoltre, potrebbe subire delle modifiche durante il tragitto vista la particolarità della regione e, come sopra detto, a causa dello spopolamento in inverno le strade non vengono mantenute pulite e le copiose nevicate che stanno contraddistinguendo l’inverno 2023 – che se da un lato sono una buona notizia per le riserve idriche – potrebbero complicare e rendere impossibili alcuni transiti innalzando anche il rischio di valanghe. Durante l’avventura Di Felice dormirà secondo ciò che si troverà ad affrontare lungo il percorso: talvolta nei villaggi, altre volte nei monasteri, altre ancora nella tenda che ha con sé.
Anche questa nuova avventura dell’ultracyclist rientra nel progetto scientifico «Bike to 1.5° C» sviluppato in collaborazione con Italian Climate Network e lanciato durante la COP26 (conferenza delle Nazioni Unite sul clima) di Glasgow in Scozia. Il messaggio è invitare tutti i governi del mondo ad abbattere le emissioni di gas serra e contenere l’innalzamento della temperatura media della Terra entro 1,5° C.
La fusione dei ghiacciai sta portando a una carenza sempre più evidente e drammatica delle risorse idriche e proprio in Ladakh, dove si trova l’ultracyclist, si sta facendo fronte alla carenza di scorte d’acqua attraverso la realizzazione dei cosiddetti “Ice Stupa”, accumuli di ghiaccio invernale che dovrebbero mitigare gli effetti della carenza d’acqua in estate. È possibile seguire l’avventura di Omar Di Felice consultando la Mappa Endu.
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