Morire in strada, dramma senza fine
E' stato pubblicato il nuovo Rapporto sulle morti dei senza fissa dimora in Italia. I numeri raccontano una crescita costante dei decessi e dimostrano che il freddo non ne è affatto la causa principale.
E' stato pubblicato il nuovo Rapporto sulle morti dei senza fissa dimora in Italia. I numeri raccontano una crescita costante dei decessi e dimostrano che il freddo non ne è affatto la causa principale.
In questi giorni fa freddo. Seppure le temperature sono più alte rispetto alla media, c’è una nebbia insistente su tutta la pianura veneta. Anche in montagna, pur non essendoci precipitazioni, il sole stenta a farsi vedere. Insomma, si sta bene al caldo, si sta bene al riparo, magari in buona compagnia e con qualcosa di caldo a rinfrancarci.
Per qualcuno però “stare al caldo” o “stare al riparo” sono frasi impossibili da realizzare. Qualcuno che vive nelle nostre città, nelle nostre strade, che incontriamo spesso e altrettanto spesso cerchiamo di evitare.
Eppure quel qualcuno esiste e ci sono associazioni che se ne occupano, che tentano di dare un primo aiuto, e altre associazioni invece che si preoccupano di dare loro almeno la dignità di un ricordo.
Anche quest’anno la fio.PSD, Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, ha pubblicato i dati relativi alle morti delle persone senza fissa dimora, presenti in tutto il territorio italiano.
Fanno parte dell’Osservatorio fio.PSD diversi esponenti del mondo del terzo settore, professionisti del sociale, formatori, esperti e ricercatori della Segreteria Nazionale e del Comitato Scientifico della Federazione.
Il rapporto pubblicato recentemente, relativo all’anno 2022, dal titolo La strage invisibile, non da spazio a dubbi: i morti tra le persone senza casa sono in costante aumento.
Nel 2022 sono stati registrati 393 decessi: più di uno al giorno.
I territori interessati sono sparsi in tutta Italia. Le morti dei senza tetto infatti, non interessano solo le grandi città perché sono ben 234 i comuni in cui si sono registrati i loro decessi. Il Veneto è la terza regione in cui si muore di più se si vive per strada.
“Sono oltre 850 persone morte negli ultimi 3 anni, un dato che tuttavia potrebbe essere sottostimato se pensiamo che, a differenza di paesi come l’Inghilterra, tali testimonianze non provengono da fonti statistiche ufficiali ma sono il frutto di un importante lavoro di raccolta di testimonianze svolto dalla rete fio.PSD, in via sperimentale e volontaria, sulla base delle segnalazioni degli operatori sociali e delle notizie di cronaca”; si legge nell’introduzione al rapporto.
La grande maggioranza delle persone decedute nel 2022 erano uomini (91%) e una piccolissima quota comprende anche persone transgender (1%).
Muoiono persone di ogni età, dai giovani sotto i 30 anni, che rappresentano il 15% del totale, alle persone over 70, pari al 8%, ma le fasce centrali di età sono tuttavia quelle più rappresentate.
Rispetto alla nazionalità emerge con chiarezza che si tratta perlopiù di persone straniere, provenienti sia da Paesi extra-comunitari (46%) che da Paesi comunitari (14%), e in particolare da Romania e Marocco.
Un altro dato rilevante è la giovane età dei cittadini stranieri che hanno perso la vita nell’ultimo anno, in media più giovani degli italiani.
C’è un altro dato che fa molto riflettere. Per la prima volta nel 2022 si sono registrate più morti in estate che in inverno: 109 nei mesi estivi, 97 in primavera, 101 in autunno e 86 in inverno.
Questo dato può avere una duplice interpretazione. Da un lato nel periodo estivo le condizioni di vita delle persone senza dimora appaiono particolarmente critiche a causa di un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie ed essendo per essi difficile proteggersi dalle ondate di calore e accedere all’acqua. Anche qui i cambiamenti climatici si fanno sentire.
In secondo luogo il problema delle morti dei senzatetto è ancora considerato collegato alla cosiddetta emergenza freddo, per cui in inverno le amministrazioni comunali offrono effettivamente più sostegno rispetto all’estate.
Il 2022 porta con sé il bilancio più pesante degli ultimi 3 anni, con un incremento del 55% rispetto al 2021 (250 persone) e dell’ 83% rispetto al 2020 (211 persone).
Le situazioni di emergenza degli ultimi anni (pandemia, emergenza ucraina e crisi energetica) hanno creato una notevole pressione sui servizi che si ritrovano in difficoltà nel far fronte a una domanda di aiuto sempre più diffusa.
Fio.PSD tiene costantemente aggiornato un pagina sui decessi e per il 2023, al giorno in cui è stato scritto l’articolo, è già stato superato abbondantemente un decesso al giorno. Ciò vuol dire che si rende necessario un cambio di prospettiva: basta parlare di emergenza.
E infatti sono due gli obiettivi che il rapporto della fio.PSD si prefigge: dare memoria a chi è morto in strada e far riflettere le istituzioni che di queste persone dovrebbero occuparsi.
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