Cesare Pavese è tra i più grandi scrittori italiani del Novecento. Un intellettuale – saggista, romanziere e poeta – che tutti noi abbiamo amato, leggendone le poesie e i romanzi (ma anche qualche saggio) durante gli studi superiori. Ora troviamo in libreria un libro di piacevolissima e coinvolgente lettura, scritto da Monica Lanzillotta, che ci racconta – con il rigore scientifico della ricerca e la scrittura seducente della passione – un Pavese a tutto tondo. Un Pavese che nella sua complessità riesce a conquistare il nostro cuore e la nostra mente.

Cesare Pavese è uno scrittore che “sfugge a ogni collocazione nel territorio letterario del primo Novecento: è lontano sia dalle ideologie progressiste sia dall’esasperato soggettivismo delle avanguardie”, come spiega Monica Lazillotta, autrice del libro Cesare Pavese. Una vita tra Dioniso e Edipo, Carocci editore.

“Volendo impiegare una categoria storico-letteraria, Pavese può essere definito un modernista, in quanto dialoga con le letterature antiche e moderne, con le più contemporanee teorie filosofiche e scientifiche (psicoanalisi, etnologia, storia delle religioni), con i linguaggi universali del mito, del cinema, del teatro, dei vestiti e fiori, e fa confluire tutto in un sistema di pensiero rizomatico, che non prevede il rispetto per le appartenenze culturali”, sottolinea Lanzillotta.

Il libro viene presentato a Verona, venerdì 24 febbraio, alle ore 18, alla Libreria Libre!, Interrato dell’Acqua Morta 38, alla presenza dell’autrice Monica Lanzillotta, professoressa associata all’Università della Calabria, studiosa di Pavese, e di Giuseppe Sandrini, professore associato di Letteratura Italiana all’Università di Verona.

“La poetica pavesiana si fonda su due poli: l’infanzia e la maturità. L’infanzia è spazio primordiale delle origini, dove si vive mescolati al mondo animale e vegetale senza contrasto. È l’età dell’istintivo-irrazionale in cui si impara a conoscere il mondo assorbendolo verginalmente, fissandolo in immagini (collina, casa, albero, ecc.) che costituiscono ciò che Pavese chiama stampi della conoscenza: ciò che viene esperito diventa “unico”, accade una volta per tutte e si fissa nella memoria come immobile giornata”, spiega la professoressa Lanzillotta.

“Per Pavese tutto si modella su fatti accaduti una volta per sempre, che sono all’origine di ogni attività successiva, per cui la volontà dell’adulto è condizionata dalle decisioni prese dal bambino in stato di irresponsabilità: l’infanzia si pone dunque come periodo di predeterminazione del destino (la maturità). La ‘poetica del destino’, che è il sintagma in cui sintetizza la parabola dell’esistenza degli uomini, si consuma tra una ‘prima volta’, sepolta nell’infanzia, e una ‘seconda volta’, di ritrovamento dell’infanzia”, spiega l’autrice del saggio su Cesare Pavese.

Cesare Pavese - saggio Monica Lanzillotta - Carocci Editore - Libreria Libre! Verona

Infanzia e maturità: da Dioniso a Edipo

“Infanzia e maturità sono condensate in due figure del mito molto care a Pavese: Dioniso ed Edipo. Dioniso è figura del mito particolarmente complessa perché è in lui coesistono i contrari: vegetale e animale, umano e divino, maschile e femminile, giovinezza e vecchiaia, saggezza e follia, vita e morte, creazione e distruzione, fragore e silenzio, gioia e dolore, benevolenza e crudeltà”, sottolinea Lanzillotta. “Dioniso è anche il dio che muore e rinasce; ed è associato alla nascita del teatro greco”.

“Tra gli eroi del mito condannati a vagare per le strade a causa di un tragico destino, Pavese tiene presente Edipo, quello sofocleo. Nell’Edipo re Pavese trova narrata una vicenda che ha i suoi tratti decisivi nella storia di un trovatello che diventa re, ma poi muovendo verso lo scopo che si è proposto (indagare sull’omicidio di Laio), scopre di essersi macchiato di parricidio e incesto, precipitando da re a mendico”, spiega la professoressa Lanzillotta.

“Sembra che Pavese tragga dalla lettura di Sofocle una sorta di psicologia meccanicistica perché la concezione di destino, su cui è basata la sua poetica del mito, corrisponde al daímōn dei Greci”, sottolinea l’autrice del saggio sullo scrittore piemontese. “Edipo, come Dioniso, è nomade e selvaggio, perché è condannato a non diventare fino in fondo un cittadino della pòlis: è ascrivibile dunque alla barriera, ai margini, che sono eletti da Pavese a poetica”.

La vita e l’opera di Pavese dalla nascita alla fine prematura

Il saggio di Monica Lanzillotta mette nella giusta prospettiva tante idee, narrazioni e immagini che ci siamo fatti di Cesare Pavese sin dalle letture al tempo della scuola superiore. La docente calabrese porta giustamente l’attenzione sullo scrittore Pavese, sulla sua opera e sui punti di riferimento che egli ha assunto per mettere a punto la sua poetica e per mettere in campo l’ampia attività di scrittura: dalla poesia alla saggistica, al romanzo.

Abbiamo così, tra 1908 (anno in cui Pavese nasce a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo) e 1930, la formazione di Cesare Pavese tra letteratura e cinema e l’apprendistato del mestiere di scrittore. Ecco quindi l’esordio come traduttore e poeta, dal 1930 al 1938; e il lavoro per la casa editrice Einaudi.

Dal 1939 al 1941 troviamo poi l’esordio come scrittore. Quindi l’edizione einaudiana di Lavorare stanca e il soggiorno a Serralunga di Crea (1942-1945). Poi il “Pavese controcorrente” (1945-46), il triennio creativo dal 1947 al 1949. E quindi le ultime opere e il testamento di Cesare Pavese, che muore suicida a Torino il 27 agosto del 1950.

Il libro di Monica Lanzillotta “Cesare Pavese. Una vita tra Dioniso e Edipo”, edito da Carocci

I contenuti del libro “Cesare Pavese. Una vita tra Dioniso e Edipo”

Il libro di Monica Lanzillotta si apre con la lunga – e coinvolgente – “Premessa. Cesare Pavese tra fanciullezza e destino, tra Dioniso e Edipo”. Qui troviamo l’introduzione allo scrittore, poeta e saggista piemontese e subito i riferimenti classici, tanto cari a Pavese, con “Dioniso e la poetica della fanciullezza” e “Edipo e la poetica del destino”.

Il saggio si snoda poi nei capitoli che ci raccontano Pavese tra biografia e lavoro di scrittore, tra contesto storico e culturale e impegno nel mondo dell’editoria. Ecco l’indice con i capitoli in cui si articola il libro, accompagnandoci lungo la vita dello scrittore piemontese, a indicarci come la dialettica tra biografia e opera letteraria, tra lavoro editoriale e contesto storico, politico e culturale siano intimamente intrecciati.

1. 1908-30. La formazione di Pavese tra letteratura e cinema
Dalla Belle Époque all’età dei totalitarismi/Da Santo Stefano Belbo a Torino: dalla nascita alla formazione scolastica e universitaria

2. L’apprendistato del mestiere di scrittore: da Dodici giorni al mare a Ciau Masino
«L’uomo-libro» tra mestiere di scrivere e mestiere di vivere/Ciau Masino tra cinema e letteratura americana

3. 1930-38. Dall’esordio come traduttore e poeta all’attività lavorativa presso l’editore Einaudi
Pavese traduttore di letteratura angloamericana/La nascita della casa editrice Einaudi/Il confino a Brancaleone Calabro e la pubblicazione di Lavorare stanca/Il confino narrato: Il carcere

4. 1939-41. L’esordio come scrittore
Il motore intellettuale dell’Einaudi/L’esordio come narratore: la carnalità selvaggia di Paesi tuoi/La fine della verginale estate dionisiaca: La bella estate/La breve vacanza dionisiaca dalla maturità apollinea: La spiaggia

5. 1942-45. Dall’edizione einaudiana di Lavorare stanca al ritiro a Serralunga di Crea
I bombardamenti di Torino del 1942-43/La nuova edizione di Lavorare stanca/Il soggiorno a Serralunga di Crea

6. 1945-46. Pavese controcorrente: dalla “Collana viola” a Feria d’agosto
La letteratura dell’engagement/La “Collezione di studi religiosi, etnologici e psicologici”/L’incontro con Bianca Garufi, tra La terra e la morte Fuoco grande/Il tributo alla letteratura progressista: Il compagno/Il manifesto della poetica pavesiana: Feria d’agosto

7. 1947-49. Il triennio creativo: dai Dialoghi con Leucò a Tra donne sole
Il «biglietto da visita presso i posteri»: I dialoghi con Leucò/La vita contemplativa: La casa in collina/La vita oziosa: Il diavolo sulle colline/La vita attiva: Tra donne sole

8. 1950. Dalla necropoli della Luna e i falò al testamento di Pavese
La necropoli della Luna e i falò/La morte ha anche gli occhi di Constance Dowling: Verrà la morte e avrà i tuoi occhi/Lo sparagmòs di Pavese

C’è infine un capitolo di particolare interesse, a completare il saggio di Monica Lanzillotta sullo scrittore piemontese, intitolato “Opere musicali ispirate a Cesare Pavese”, a cura di due musicologi e ricercatori d’archivio: Flavio Poltronieri, intellettuale veronese esperto di musica, e Manlio Todeschini, archivista genovese esperto di cinema.

Sul magazine online Letture puoi leggere brani dall’ampia Premessa al saggio di Monica Lanzillotta.

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