I social media come Instagram, Facebook e Tik Tok sono sempre più popolari e diffusi tra i giovani e gli adulti di tutto il mondo. A causa della loro facile accessibilità e disponibilità attraverso gli smartphone, le influenze psicologiche che derivano da un utilizzo prolungato dei social possono essere più impattanti delle forme tradizionali di media, come un quotidiano o un televisore.

Diversi studi hanno infatti suggerito che il coinvolgimento prolungato e attivo dei social in alcuni casi può influenzare negativamente la propria immagine corporea causando turbamenti psicologici, insoddisfazione personale e disturbi alimentari.

Un meccanismo “diabolico”

Il meccanismo di un social è molto semplice: gli utenti pubblicano foto e video di se stessi e della propria vita e attendono un feedback dagli amici, reali o virtuali, chiamati follower. Il cosiddetto post, ovvero il contenuto pubblicato, è quindi una rappresentazione del nostro sé che decidiamo di condividere; a volte, questa rappresentazione è un’alterazione della realtà, funzionale a descrivere un altro io, un altro sé, che vorremmo essere o apparire di fronte ai nostri seguaci.

Nicoletta Vittadini

A tal proposito, la prof.ssa Nicoletta Vittadini sostiene che la costruzione di un proprio profilo social all’interno di una comunità virtuale sia un’emblema della propria esistenza, all’interno di una specifica rete virtuale di contatti inseriti in piattaforme che rendono matematicamente misurabile l’indice di popolarità dei singoli utenti premiando con una maggiore visibilità gli utenti con più followers, commenti o likes.

I contenuti che carichiamo online diventano, quindi, funzionali ad alimentare un circuito vizioso di popolarità e visibilità che distorce la reale rappresentazione del sé. Gli utenti social sono portati, di conseguenza, a mettere costantemente a confronto il proprio aspetto fisico e il proprio comportamento con i trend socialmente accettati e finiscono per normalizzarli e interiorizzarli.

L’insoddisfazione corporea

Questo processo può portare a vivere sentimenti di insoddisfazione corporea, in quanto l’utente prova costante ansia per raggiungere gli standard socialmente condivisi, i quali sono spesso inaccessibili perché frutto di un’attenta alterazione della realtà attraverso strumenti digitali come filtri, montaggi e ritocchi fotografici.

L’insoddisfazione corporea che un’utente social può provare, quando non riesce a raggiungere tali canoni di bellezza fisica digitale, è un forte predittore di riduzione dell’autostima e, talvolta, può influire anche sul comportamento alimentare del soggetto aumentando il rischio di sviluppare un disturbo psicologico alimentare, come l’anoressia e la bulimia. Il tipo di contenuti a cui si è esposti sui social network, infatti, è uno dei tanti fattori di rischio che può contribuire allo sviluppo di body surveillance, social comparison tendency e body dissatisfaction.

È stato dimostrato che gli utenti che seguono più assiduamente profili di celebrities, fitspiration e beauty sono più propensi a sviluppare outcomes disfunzionali che riguardano il rapporto con il proprio corpo e con il confronto costante con gli altri. In un’ottica dominata dalla desiderabilità sociale viene automaticamente messo in atto un processo di interiorizzazione dei canoni di bellezza trasmessi dai media, con i quali si tende a confrontare il proprio livello di adeguatezza con l’idea che il soggetto ha di sé stesso e della propria immagine corporea.

Il disturbo dell’immagine corporea, infatti, è stato osservato frequentemente in pazienti con anoressia e bulimia nervosa. Il paziente anoressico ha una percezione dell’immagine corporea sovrastimata, ovvero crede che il proprio corpo sia più grosso della realtà oggettiva, mentre il paziente affetto da bulimia crede che il proprio corpo non sia adeguato e si disprezza fortemente.

La fitspiration

Il disturbo dell’immagine corporea può anche portare a sviluppare un’ossessione da fitspiration, dall’unione delle parole inglesi fitness e inspiration. Si tratta di un trend, nato su Instagram e su Tik Tok, in cui donne e uomini dai corpi scultorei e atletici posano o fanno attività fisica con l’intento di invogliare i follower ad imitare il loro stile di vita per perfezionare il proprio aspetto fisico. Uno studio della Western University dimostra che tale fenomeno, oltre a inibire la voglia di allenarsi, spinge le persone a farlo più per ragioni estetiche che di salute psico-fisica. Dunque, la motivazione che spinge alcune persone ad allenarsi assiduamente è soprattutto l’insoddisfazione verso se stessi e il proprio corpo ritenuto “non conforme” ai canoni propugnati dai social media.

L’immagine corporea oggi non è solo un concetto mentale ma, soprattutto, un fenomeno sociale: le donne e gli uomini, infatti, cercano di presentarsi e mantenersi in una forma corporea socialmente desiderabile per piacere agli altri e ottenere da questi ultimi un consenso “virtuale”. L’accettazione sociale diventa, pertanto, una componente fondamentale per il benessere della persona. Tuttavia, quando l’immagine corporea di se stessi è distorta e il soggetto non riesce ad accettarla, può insorgere un disturbo psicologico che si presenta come fattore di rischio per lo sviluppo di gravi disturbi alimentari, sociali e psicofisici.

La psicoterapia e, in alcuni casi, la terapia farmacologica rappresentano i pilastri del trattamento di questi problemi che possono essere superati con l’aiuto dei professionisti in grado di aiutare il soggetto ad accettare la propria immagine corporea.

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