Il Tocatì diventa patrimonio immateriale dell’UNESCO
Da Rabat è arrivata la proclamazione: il Tocatì è stato inserito nel Registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Da Rabat è arrivata la proclamazione: il Tocatì è stato inserito nel Registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Durante la XVI sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio immateriale, il “Tocatì, Festival del Gioco Tradizionale e di Strada” è stato definitivamente riconosciuto come un eccezionale e unico strumento di salvaguardia di una pluralità di giochi tradizionali e di manufatti ludici caratterizzati dalla sostenibilità, dal riciclo e dal riuso ed è stato inserito nel Registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio immateriale dell’umanità.
Il Tocatì, è il più grande festival al mondo dei giochi tradizionali e di strada. Nato nel 2003 proprio per valorizzare questo tipo di attività, la manifestazione ha avuto anche il merito di portare Verona sulla scena nazionale su questo specifico tema. Protagonisti, oltre al numerosissimo pubblico, sono da sempre i giocatori, che arrivano da ogni luogo d’Italia e d’Europa per riempire le piazze ed i vicoli con le loro tradizioni.
Ideato dall’Associazione Giochi Antichi, ben presto la kermesse è diventata un vero e proprio punto di riferimento non solo per il mantenimento delle tradizioni, ma anche per lo studio e ricerca sul tema del gioco. E da festival nazionale, ha in breve tempo esteso il carattere a internazionale. Ogni anno, infatti vi partecipano squadre di Paesi europei ed extra europei, portando colore, musica, cibo e tanta storia nella magica cornice della nostra città.
Il patrimonio culturale immateriale – o “patrimonio vivente” – viene ereditato dai nostri antenati e trasmesso ai nostri discendenti. Comprende tradizioni orali, arti dello spettacolo, pratiche sociali, rituali ed eventi festivi, conoscenze e pratiche riguardanti la natura dell’universo, nonché know-how e abilità artigianali. Viene continuamente ricreato mentre viene trasmesso di generazione in generazione e si evolve in risposta all’evoluzione del nostro ambiente.
«Per essere definita come patrimonio culturale immateriale, una pratica culturale deve essere dinamica… Una cosa viva e respirante trasmessa di generazione in generazione e costantemente ricreata per adattarsi alle condizioni sociali e ambientali in evoluzione. Deve essere importante per la vita delle persone», ha spiegato Tim Curtis, Segretario della Convenzione.
L’Italia aveva presentato la candidatura nel 2020, unitamente a Francia, Belgio, Croazia e Cipro. La domanda è stata sviluppata da un gruppo di antropologi dell’associazione SIMBDEA, che si occupa proprio di studiare, curare, promuovere beni demoetnoantropologici, musei e patrimonio culturale materiale e immateriale. L’iniziativa è stata supportata con entusiasmo dalla Regione Veneto. Qui il video della proclamazione.
«Nato e cresciuto tra le piazze e i vicoli del centro storico di Verona, il Tocatì è la simbiosi tra storia e gioco, che insieme danno vita a un momento di appartenenza sociale e culturale. Per il Veneto è una ricchezza di conoscenza, al pari di luoghi, monumenti e paesaggi, testimonianza della diversità culturale che da quasi vent’anni è anche bandiera del territorio grazie all’impegno di una grande comunità», ha dichiarato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, complimentandosi con Verona per il grande risultato.
È infatti la prima volta che un programma italiano viene incluso nel Registro delle Buone Pratiche di Salvaguardia di Unesco, un elenco in cui l’Unesco iscrive tutti quei programmi e quelle iniziative che ritiene debbano essere patrimonio dell’umanità perché molto efficaci nel salvaguardare le tradizioni culturali di un popolo. L’Italia vanta infatti 15 elementi nella lista rappresentativa ma nessuno, fino ad oggi, in quella delle buone pratiche.
Questo riconoscimento pone il Veneto ai primi posti della classifica delle regioni italiane con il maggior numero di presenze negli elenchi dell’Unesco. Prima del Tocatì, infatti il premio è stato assegnato a Padova “Urbs Picta” per gli affreschi del ‘300 e alle colline del Prosecco, nel trevigiano. I siti italiani protetti dall’UNESCO sono complessivamente 55.
“È un orgoglio essere come Italia e come Verona capofila della prima buona pratica riconosciuta per la salvaguardia del patrimonio immateriale dell’ @unesco.
Un’esperienza che è nata dal basso, dalla città e che vive la città, e in questo Verona ne è parte e soprattutto ne è orgogliosamente sostenitrice da tanti anni” scrive sui suoi profili social il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, che aggiunge “Da oggi il @festival_tocati ha sicuramente una responsabilità ancora maggiore, per rappresentare quello che ha sempre rappresentato, i giochi e gli sport tradizionali e soprattutto vivere gli spazi della città in un modo nuovo, condiviso, coinvolgendo famiglie, ragazzi, bambini e adulti attorno ad elementi di socialità tradizionali”.
In lizza con il Tocatì vi erano anche la Repubblica Ceca, per la salvaguardia dell’artigianato tradizionale; il Portogallo e la Spagna; la Bosnia ed Erzegovina, con le Olimpiadi di Nevesinje ed il Kuwait per la formazione nell’arte della tessitura.
È stato grazie all’aderenza dei progetti e dello spirito dell’Associazione Giochi Antichi a quella dell’Unesco che è stata possibile presentare la candidatura, prima, e ottenere l’iscrizione al Registro, poi. Le sessioni intergovernative dell’UNESCO non sono infatti solo kermesse: Samir Addahre, Ambasciatore e Delegato Permanente del Regno del Marocco presso l’UNESCO, ha presieduto questo incontro a cui hanno partecipato rappresentanti degli Stati Parte, organizzazioni non governative, istituzioni culturali e altre parti interessate provenienti da tutto il mondo.
Il Comitato ha valutato le candidature presentate dagli Stati Parte per le iscrizioni nella Lista dei Beni Culturali Immateriali bisognosi di Urgente salvaguardia, come ad esempio quella del Malawi per la ludodiversità attraverso l’educazione. Ha valutato, inoltre, l’iscrizione nella lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità (per l’Italia ad esempio vi rientrano l’arte dei pizzaioli, la transumanza, la coltivazione della vite di Pantelleria e l’arte delle perle di vetro) e l’iscrizione al Registro delle buone pratiche di salvaguardia ed una richiesta di assistenza internazionale. Il Comitato ha, infine, esaminato 24 rapporti degli Stati parte sullo stato degli elementi iscritti nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale che necessitano di Salvaguardia Urgente, seguiti da 42 rapporti sull’attuazione del Convenzione e lo status degli elementi iscritti nell’elenco rappresentativo in Europa.
Ha poi esaminato numerose relazioni. L’Europa è la seconda regione, dopo l’America latina, ad avviare il ciclo riformato di relazioni periodiche sull’attuazione della convenzione e sullo status degli elementi della relazione iscritti nell’elenco rappresentativo. Il meccanismo di assistenza internazionale (IA) fornisce risorse dedicate agli Stati Parte per attuare un’ampia gamma di progetti. Gli Stati parte poi dovranno riferire sull’uso del meccanismo di IA per i progetti in corso.
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