Avevamo incontrato Elisa dalle Pezze, in qualità di Presidente uscente della Seconda Circoscrizione, poco prima delle elezioni amministrative di giugno. Il risultato delle elezioni, è storia nota, ha portato ad un rivolgimento inaspettato del potere politico cittadino ora in mano al Sindaco Damiano Tommasi ed al centrosinistra. Ritroviamo Elisa Dalle Pezze a poco più di un mese dalla sua riconferma alla guida della Seconda Circoscrizione. Qui, la coalizione del sindaco ha portato a casa addirittura il 49%. La riconferma della Presidente uscente rappresenta la prima volta in assoluto per  una donna del centrosinistra veronese.

Dopo il risultato elettorale di giugno, e grazie anche alle circa 900 preferenze ricevute, le aspettative di Dalle Pezze erano diverse: le spettava un posto in Consiglio Comunale ed il suo nome era circolato per fino per ricoprire la carica di Assessora. Poi le cose sono cambiate ed il partito, il PD, le ha chiesto di fare un passo indietro e continuare a guidare la Seconda Circoscrizione, così come già fatto nel mandato precedente.

Presidente, di questi giorni la denuncia di un abitante che lamentava l’assenza di interventi nella pulizia del Progno di Quinzano nella parte a monte della frazione. Sono negli occhi di tutti le immagini di quanto è accaduto negli ultimi tempi in Italia e recentemente anche nella nostra città a causa delle forti piogge e delle mancate pulizie degli alvei dei corsi d’acqua, oppure delle caditoie. Esiste, a suo parere, una situazione di rischio per quanto riguarda il Progno di Quinzano e quello di Avesa?

«Bisogna precisare che la competenza, per quanto riguarda i torrenti, è del Genio Civile, quindi della Regione Veneto. È vero che a Quinzano era arrivata la segnalazione di alcuni tronchi caduti a nord del paese. Di questo il Genio Civile è a conoscenza ed i tronchi dovrebbero essere rimossi. Per quanto mi compete, io ho chiesto al Genio Civile se fossero previsti interventi nella Circoscrizione. Quest’anno non è previsto né è stato effettuato nessun intervento ma questo non vuol dire che non ci sia un monitoraggio costante dei torrenti da parte loro.  C’è da dire che lo scorso anno, a seguito dei nubifragi del 2020, il Genio Civile ha ricevuto dei fondi aggiuntivi dalla Regione e questo ha permesso di effettuare degli interventi approfonditi nel torrenti di Avesa e di Quinzano.

Elisa Dalle Pezze

Questi interventi hanno portato alla rimozione di tronchi e detriti che avrebbero potuto causare pericolo in caso di forti piogge. Bisogna anche pensare che è impensabile che i nostri torrenti vengano tagliati a raso, sul modello dell’Adige in Lungadige Attiraglio, e trattati come fossero dei prati inglesi. La sicurezza rimane al primo posto però dobbiamo pensare che i torrenti, dal nostro punto di vista, sono anche corridoi ecologici. Non dobbiamo abituarci a pensare che ogni anno il torrente venga estirpato da ogni forma di vegetazione perché solo così è sicuro. Gli esperti del settore tengono tutto sotto controllo e sanno perfettamente quali sono i rami e gli alberi che possono essere pericolosi e quali invece sono vegetazione che non crea pericolo. In ogni caso, non essendo io un’esperta in questo campo, assieme all’assessore Ferrari abbiamo chiesto un incontro con il Genio Civile per trattare il tema dei torrenti ed il tema Adige, una delle questioni rimaste in sospeso dalla scorsa amministrazione.»

In qualità di rappresentante del Comune di Verona, lei è appena stata nominata nel Consiglio del BIM, Bacino Imbrifero Montano dell’Adige. Cosa può significare per il Comune e pure per la Circoscrizione?

«Il Comune di Verona ha diritto di un rappresentante all’interno di questo ente che raggruppa tutti i comuni che insistono lungo tutto il bacino dell’Adige, da quelli del lago di Garda, alla Valpolicella ed alla Lessinia. La sede del BIM è nel territorio della Seconda Circoscrizione ed è un motivo in più per dialogare con questo Ente non solo a favore della Seconda Circoscrizione ma anche per condividere progetti che sono nell’interesse generale dell’amministrazione comunale.»

Lei è stata rieletta a furor di popolo alla guida della Circoscrizione in seguito alle oltre 900 preferenze personali raccolte e al 49% raggiunto dalla coalizione che in Comune fa capo al sindaco Damiano Tommasi. Si tratta di un risultato impensabile anche poco prima delle elezioni di giugno. Ora ci troviamo di fronte ad un’amministrazione centrale in armonia con quella periferica. Come e cosa cambierà nel rapporto con l’amministrazione comunale dopo i cinque anni difficilissimi di convivenza con quella del sindaco precedente?

«Quella che si è insediata non è un’amministrazione che rimane chiusa a Palazzo Barbieri. Il primo segno di discontinuità con le precedenti amministrazioni l’abbiamo ricevuto immediatamente dopo le elezioni dei Presidenti delle Circoscrizioni. Lo statuto del comune prevede incontri periodici degli assessori con i presidenti delle circoscrizioni in modo da condividere progettualità, le opere ed il bilancio. Questo è già stato fatto. L’incontro con tutti gli assessori ha permesso poi di far partire il progetto “Il quartiere che vorrei” che porterà l’amministrazione comunale ad incontrare i cittadini di tutte le circoscrizioni. Inoltre c’è la disponibilità, più volte ribadita dal sindaco, di convocare riunioni decentrate del Consiglio Comunale. Ciò per permettere una maggior vicinanza tra amministrazione e cittadini specie quando all’ordine del giorno ci sono argomenti che interessano direttamente quel territorio. Non si modifica solo il rapporto con la Seconda Circoscrizione ma anche con tutte le  circoscrizioni in cui è suddiviso il territorio comunale.»

Come simbolo, magari piccolo, del cambiamento dei rapporti possiamo inserire il caso del rumoroso tombino di Ca’ Di Cozzi, subito sistemato non appena lei si è reinsediata alla presidenza della Circoscrizione?

«Il tombino di Ca’ Di Cozzi è stato oggetto di anni di segnalazioni da parte della sottoscritta e da parte dell’Ufficio Tecnico della Circoscrizione, senza aver mai avuto una risoluzione. Sono stata rieletta Presidente il 6 di settembre e ho subito ripreso le fila di una serie di questioni tra cui il tombino che poi è stato risolto. La responsabilità non era però degli uffici comunali ma di un ente terzo. Si vede che abbiamo indovinato la via giusta al momento giusto.»

Poco fa parlava di liste. All’interno di questo elenco, ne sono sicuro, c’è la vicenda del Borgo degli Ulivi, meglio conosciuto come l’Ecomostro di Quinzano, la cui vicenda e soluzione sono sempre più intricate. Toccherà a voi trovare soluzioni che le amministrazioni precedenti hanno contribuito sempre più ad incancrenire…

«Sono tornata nei pieni poteri di Presidente della circoscrizione da poco più di un mese.  Con tutte le questioni in sospeso, che sono trasversali a tutti gli assessorati, ho chiesto appuntamento a tutti gli assessori. Sul tema urbanistico, in cui si inserisce anche il Borgo degli Ulivi, ho già avuto un incontro con la Vicesindaca. Con lei ho affrontato tutte le grandi questioni urbanistiche che interessano il nostro territorio. Relativamente al Borgo degli Ulivi stiamo approfondendo la questione per cercare di capire come intervenire e, soprattutto, se è ancora possibile intervenire. Bisogna anche dire, per chiarezza, che un progetto in stato di realizzazione così avanzato è molto difficile da fermare poiché, piaccia o no, anche il proponente ha un diritto acquisito.

Il Borgo degli Ulivi

Se le amministrazioni precedenti hanno avuto un’altra idea dello sviluppo del territorio, ed in base a questo hanno rilasciato un’autorizzazione, chi ne è in possesso poi la esercita fino in fondo. In questa fase si tratta di capire in che modo alcuni progetti si possono rimodulare, qual è lo stato di avanzamento poiché, come circoscrizione ci è spesso mancato l’ultimo aggiornamento. Su Borgo degli Ulivi avevamo presentato interrogazioni fino all’ultimo per capire in che modo l’amministrazione precedente si fosse accordata con il proponente, sulla nuova vista del borgo. Ma le nostre interrogazioni sono sempre rimaste lettera morta. Poter accedere alle informazioni è un importante cambio di passo con il passato.»

Veniamo al Parco delle Colline. Le colline attorno a Verona, non solo le Torricelle, stanno diventando territorio di nuova ed aggressiva cementificazione oltre che il parco giochi notturno della città. Quali sono le sue aspettative e desideri in relazione a questo argomento?

«Ho già parlato con l’assessore Ferrari, che ha la delega all’ambiente, ed abbiamo messo in calendario, per la fine del mese un incontro con l’ottava circoscrizione per riuscire a fare un ragionamento molto più ampio, perché il Parco ha un interesse cittadino. Per quanto riguarda la Circoscrizione abbiamo in progetto un’uscita in Regione, a Venezia, per rivedere i confini della Sic, oggi ZSC, in cui è inserita la Val Borago.  Questa è una delle richieste importanti, promossa e sostenuta da tutta la rete delle associazioni che aderiscono al progetto FAB (Fondo Alto Borago) e di cui come circoscrizione ci facciamo portavoce istituzionali. 

Nei giorni scorsi ci siamo incontrati, associazioni, assessore e circoscrizione, per fare il punto sul progetto Fab ed in quella occasione è emersa con forza questa necessità. Noi vorremmo approfittare dei prossimi cinque anni per consolidare alcune situazioni dalle quali non sia poi possibile tornare indietro. Se guardiamo la cosa dal punto di vista urbanistico occorre che l’amministrazione si doti di nuovi strumenti che permettano una visione di sviluppo e conservazione diversa dai precedenti. In questi anni, dal punto di vista urbanistico, abbiamo visto tanta edilizia residenziale, tantissima edilizia commerciale ma a noi piacerebbe pensare allo sviluppo urbanistico di una città che cresce e si evolve ma che contemporaneamente abbia una forte connotazione di sostenibilità ambientale.»

È ipotizzabile che l’idea del Traforo delle Torricelle vada definitivamente in archivio… oppure no?

«Il Traforo era stato inserito dall’ amministrazione precedente, nel PUMS, Piano per la Mobilità Sostenibile. Anche questo è uno dei progetti da riprendere in mano. Quello che il Sindaco Tommasi ha sempre sostenuto anche in campagna elettorale è che il tema della mobilità sostenibile sarà uno degli impegni centrali dei prossimi cinque anni. Non è una chiusura totale al tema del traforo ma quest’ultima è un’opzione da tenere presente solo dopo aver sviluppato tutta un’azione che porti all’implementazione di una mobilità maggiormente sostenibile, ad un maggiore uso della bicicletta ed al potenziamento del trasporto pubblico. Tutto questo dovrà essere sostenuto pure da una grande campagna culturale che possa portare i cittadini veronesi ad appassionarsi ad un altro modello di città, ed anche da investimenti nei servizi e nelle infrastrutture necessari per armonizzare e razionalizzare il tutto. Dopo aver fatto tutto questo, e solo se si rendesse necessario, noi potremmo commissionare uno studio, approfondito e reale, sui flussi di traffico. Se da questo studio, e solo allora, dovesse emergere la necessità di realizzare un Traforo, potremo prendere in considerazione l’idea di realizzarlo. Prima però deve essere attuato tutto quanto di cui parlavo in precedenza.»

Non si vive di soli sogni ma i sogni, come gli slanci ideali sono quelli che ci permettono di avere una visione delle cose che vada al di là della contingenza del reale. Se fosse in possesso di una bacchetta magica quale potrebbe essere il suo desiderio, il tuo sogno da poter realizzare nella Seconda Circoscrizione?

«I sogni hanno sempre bisogno di un’aura di concretezza altrimenti diventa difficile calarli a terra. Mi piacerebbe trovare il modo per aprire i cortili delle scuole e trovare una modalità per consentire anche a quelli che vengono chiamati i giovani adulti, di avere degli spazi “protetti” nei quartieri dove praticare sport vari senza dover essere per forza iscritto ad una società sportiva. Quando penso ai nostri quartieri penso a piccoli atti concreti tipo il ponte di Avesa, nella zona tra il cimitero e la zona industriale. La sua realizzazione, assieme a piccoli accorgimenti di viabilità, potrebbe togliere buona parte del traffico attorno alla zona centrale della piazza e delle scuole. Ponte Crencano è un quartiere senza una piazza e quindi è un quartiere da rivitalizzare. In questo quartiere ho nel cuore la biblioteca di Ponte Crencano, molto frequentata, ma con problemi di accessibilità e di ampiezza dei locali. Il mio sogno sarebbe di riuscire a trovare uno spazio diverso per farla diventare davvero un fulcro per il quartiere. Per quanto riguarda Borgo Trento, penso all’Arsenale che io vorrei fortemente potere restituire non solo alla città ma pure al quartiere che ha fame di spazi di socializzazione.»

Dai sogni alla concretezza. La Valdonega è in sofferenza specie nel fine settimana: musica a volume altissimo fino ad ore che rasentano l’alba, traffico, sporcizia, risse e parcheggi selvaggi.

«Noi avevamo segnalato all’amministrazione Sboarina la situazione di difficoltà fin dal 2018. Il Covid aveva contribuito a minimizzare il problema, poi tutto quanto è ripreso alla grande. La nuova amministrazione si è già mossa e dopo un primo incontro con il prefetto e l’assessore Zivelonghi siamo riusciti ad incontrare alcuni abitanti della Valdonega. Ora stiamo cercando di programmare, con l’assessore, un incontro con i gestori dei locali. Nella gestione di questa situazione deve esserci un’assunzione di responsabilità collettiva che porti a trovare la mediazione tra il diritto del residente e quello dell’esercente.»

La strada che dalle Torricelle porta verso il centro città e Borgo Trento

Parona è luogo importante della nostra città e della Circoscrizione. Questa frazione  subisce molte “angherie”, specie sotto il profilo del traffico.

«Da Parona arriva molto forte la sensazione di essere tagliati fuori dalla città, scollegati da essa. Su Parona abbiamo la necessità di maggiori collegamenti di mobilità sostenibile con la città.  In sostanza occorrerebbe una pista ciclabile ed il prolungamento del filobus. Poi io avrei un grande sogno che con una visione di lungo periodo potrebbe essere realizzabile: penso alla possibilità di utilizzare la linea ferroviaria che verrà soppiantata e dismessa in seguito alla realizzazione dall’Alta Velocità, per un collegamento di  Metropolitana di superficie tra Parona, Verona e la parte est della città. Questo consentirebbe a Parona di respirare, interrompendo quel costante e mefitico flusso di traffico che ora la opprime.

Finiamo con il Parco dell’Adige: come fare ad implementarlo e tutelarlo impedendo gli sfregi delle nuove costruzioni, tipo quelle di Lungadige Attiraglio?

«Abbiamo avuto un primo incontro con la settima circoscrizione per cercare di armonizzare le idee relative al parco dell’Adige. Parco Adige Nord e Parco Adige Sud. Noi vorremmo confrontarci e ragionare con tutte le circoscrizioni che si affacciano sull’Adige, in modo da avere un’idea complessiva e procedere omogeneamente.  L’idea sarebbe quella di realizzare una governance che sia operativa, utile alla gestione del Parco. In questa visione, per quanto riguarda la nostra circoscrizione, Corte Molon potrebbe avere un ruolo molto importante.»    

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